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Gerusalemme, Israele caccia l’Unesco

La visita della delegazione dell’Unesco a Gerusalemme non è nemmeno iniziata. Ieri, poco prima dell’arrivo del team delle Nazioni Unite nella Città Santa, Israele ha stracciato l’accordo stretto qualche settimana fa con cui permetteva l’ingresso della missione dell’agenzia culturale e scientifica dell’ONU.

La missione aveva come obiettivo un’indagine sullo stato di conservazione e mantenimento dei siti storici, religiosi e archeologici di Gerusalemme, indagine che avrebbe dovuto concludersi con una serie di raccomandazioni sulle modalità di preservazione della città. Il rapporto finale sarebbe stato presentato il primo giugno prossimo al meeting annuale del World Heritage Committee.

Ma niente da fare. Con una decisione come al solito unilaterale, le autorità israeliane hanno bloccato la visita del team Unesco, accusando la controparte palestinese di voler politicizzare l’evento. “I palestinesi non hanno rispettato gli accordi – ha detto un funzionario del Ministero degli Esteri israeliano – La visita avrebbe dovuto essere professionale, ma loro hanno preso misure per politicizzarla. Il ministro degli Esteri palestinese, Riad Maliki, ha detto di considerare la visita ‘una commissione di inchiesta’ e che avrebbe discusso di questioni politiche”.

Quella che avrebbe dovuto iniziare ieri era la prima missione Unesco a Gerusalemme dal 2004. A premere perché l’agenzia Onu verificasse la situazione della Città Santa erano stati il governo giordano e l’Autorità Nazionale Palestinese, preoccupati per le politiche israeliane di “giudaizzazione” della città, a scapito della sua storia araba, cristina e musulmana. Politiche che hanno come target non solo i siti storici di Gerusalemme, ma anche la sua vita attuale, i suoi quartieri palestinesi e l’intera Gerusalemme Est, che da decenni subisce una dura colonizzazione da parte israeliana.

Dopo il riconoscimento della Palestina come Stato membro dell’Unesco nel 2011, Israele aveva aspramente attaccato l’agenzia delle Nazioni Unite, tagliando i fondi (insieme all’alleato statunitense) e minacciando di prendere misure volte a sospendere le relazioni diplomatiche con l’ente. In ogni caso l’Unesco non si arrende e promette: “La visita non è cancellata. È solo posposta”.

da Nena News

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