InfoAut
Immagine di copertina per il post

Elezioni in Uk: disastro Boris Johnson, Labour nelle secche. Netta vittoria dello Sinn Fein in Irlanda del Nord

||||

Le elezioni amministrative nel Regno Unito sono state sotto il segno della confusione. Per conservatori di Boris Johnson si è trattato di un quasi-disastro, ma nonostante ciò il Labour non è riuscito a guadagnare terreno portando a casa un risultato peggiore del 2018. Gli unici ad avere avuto delle performance soddisfacenti sono i Liberaldemocratici e i Verdi. In Scozia lo Scottish National Party si consolida ulteriormente (con dietro il Labour) ed in Irlanda del Nord lo Sinn Fein porta a casa il miglior risultato di sempre.

Per un po’ Boris Johnson dovrà impiegare il proprio tempo a dirimere le beghe di partito scoppiate dopo il crollo dei Tories piuttosto che alimentare con dichiarazioni roboanti l’escalation militare in Ucraina. Il partito infatti ha conseguito un pessimo risultato alle amministrative perdendo anche alcune roccaforti storiche nella città di Londra, come Westminster e Wandsworth, quartieri benestanti di lunga tradizione conservatrice. A determinare la sconfitta secondo quanto sostenuto dai media britannici i ripetuti scandali degli scorsi mesi e l’aumento dei costi della vita.

Ma anche il Labour non naviga in acque tranquille. Infatti nonostante il crollo dei Tories la riproposizione della minestra del New Labour di matrice blariana da parte del nuovo leader Keir Starmer non convince. Il partito conquista posizioni nel cuore benestante di Londra e in generale ha una buona performance nelle zone urbane, ma non riesce a riprendere alcune roccaforti storiche del Red Wall (il cosidetto muro rosso delle Midlands che fino al 2017 ha avuto una guida prevalentemente Labour per poi passare in gran parte ai conservatori). La speranza dei laburisti moderati che governano il partito in questo momento che un crollo dei Tories in automatico significhi la possibilità di tornare alla guida del paese è stata smentita miseramente, anche se probabilmente non ne prenderanno atto.

Il quadro istituzionale Uk continua a frantumarsi ulteriormente sia sul piano territoriale che su quello delle appartenenze politiche. Infatti ad uscirne rafforzati da queste elezioni sono i LiberalDemocratici e i Verdi che hanno convogliato la delusione per i due partiti maggiori. Ad emergere sulla mappa inoltre è l’approfondirsi delle questioni territoriali con il consolidamento dello Scottish National Party e la vittoria dello Sinn Fein in Irlanda del Nord.

Sebbene in questo ultimo caso i conteggi siano ancora in corso sembra abbastanza netta e schiacciante la vittoria del partito cattolico e repubblicano. In tal caso se i risultati fossero confermati lo Sinn Fein potrebbe per la prima volta nominare il primo ministro dell’Irlanda del Nord. A spingere lo Sinn Fein diversi fattori tra cui le conseguenze socioeconomiche dell’hard Brexit, la crescita demografica della popolazione cattolica ed anche la capacità di raccogliere consensi in una minoranza protestante che vede i propri interessi materiali sempre più in conflitto con l’appartenenza storica.

Michelle O’Neill, vicepresidente dello Sinn Fein ha dichiarato che “La riunificazione è lo sbocco naturale per l’Irlanda del Nord. Il futuro sarà migliore con noi: più soldi per i nordirlandesi, più diritti, più lavoro, più opportunità. Siamo il cambiamento”. 

Nel frattempo il DUP, il principale partito lealista che negli scorsi tempi è entrato in rotta di collisione con il Primo Ministro Boris Johnson per via del pasticcio del protocollo della Brexit che pone i confini nel mare d’Irlanda, ha dichiarato che non parteciperà all’esecutivo e che la politica della condivisione dei poteri è finita, almeno fin quando il protocollo non sarà rivisto.

Dunque le contraddizioni si moltiplicano e lo scenario di una riunificazione irlandese non è più un tabù.

Per ora non abbiamo avuto occasione di leggere analisi sul peso della guerra in Ucraina all’interno di queste dinamiche elettorali, ma è significativo comunque sottolineare come la strategia conservatrice di provare a guadagnare consenso interno dopo gli scandali sul fronte dell’esposizione esasperata nel conflitto non sembra aver prodotto risultati, anzi. Il costo sociale della crisi, della pandemia e dell’inflazione sembra essere stato determinante e le spese di guerra, l’ulteriore aumento del costo delle materie prime potrebbero approfondire ancora le contraddizioni all’opera.

Insieme al ciclo elettorale francese (che può ancora riservare significative sorprese) queste elezioni ripropongono un nuovo rimescolamento dei piani su questioni storiche che si mischiano con le dinamiche determinate dalla crisi pandemica e dal progressivo scongelamento della crisi economica.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

BORIS JOHNSONelezioniGran Bretagnaguerrairlanda del nord

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armi e gas :l’Europa sempre piu’ dipendente dagli U.S.A.

A ottobre, per la prima volta, un singolo Paese gli USA ha esportato oltre 10 milioni di tonnellate metriche (mmt) di gas liquefatto, il 70% delle quali verso l’Europa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il grande reggimento cinese dell’esercito globale dei gig-workers

200 milioni di precari tra industria e servizi, ma soprattutto giovani che rifiutano il mito del lavoro

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brasile: la destra bolsonarista dietro la strage nelle favelas, Lula in difficoltà

Il 28 ottobre scorso circa 140 persone, di cui 4 agenti, sono state uccise e un centinaio sono state arrestate nel corso di un assalto condotto da 2500 membri della Polizia Civile e della Polizia Militare brasiliane

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bolivia: La ex presidente golpista Jeanine Áñez è liberata per ordine del TSJ

Durante il suo governo di fatto, la Áñez ha emanato il decreto supremo 4.078, che esentò dalle responsabilità i militari e i poliziotti che attuarono i massacri di Senkata e Sacaba, nei quali furono assassinate 36 persone.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Youtube ha cancellato silenziosamente oltre 700 video che documentano le violazioni dei diritti umani da parte di Israele

Il gigante della tecnologia ha cancellato i canali YouTube di tre importanti gruppi palestinesi per i diritti umani, una capitolazione alle sanzioni di Trump.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ucraina: logoramento militare sul fronte orientale, esodo di giovani sul fronte interno

La situazione sul campo in Ucraina è sempre più difficile per le truppe di Kiev.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Venezuela: la strategia Trump del “cortile di casa”

Le dichiarazioni di Trump delle ultime settimane sono molte e contraddittorie rispetto alle azioni da intraprendere nei confronti del Sud America in particolare al largo del Venezuela

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Un “pericoloso comunista” sindaco di New York… E vai!

Riprendiamo questo articolo apparso su Il Pungolo Rosso sulla elezione di Mamdani a sindaco di New York. Il contenuto ci pare largamente condivisibile in diversi punti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sudan. Dopo il Darfur le RSF puntano al Kordofan, proseguono i massacri

Il Sudan continua a precipitare in una spirale di violenza che sembra non avere fine.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Rompere la pace dentro territori, fabbrica e università della guerra

Partiamo da qui, da questa inquietudine mai risolta e sempre irriducibile che accompagna la forma di vita militante, l’unica postura da cui tentare di agguantare Kairòs, il tempo delle opportunità che possiamo cogliere solo se ci mettiamo in gioco. 

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Libertà vigilata

Un inedito maccartismo sta attraversando l’Occidente e, per quanto direttamente ci riguarda, l’Europa, sempre più protesa verso la guerra, irresponsabilmente evocata dalla presidente Ursula Von der Layen come “scudo per la democrazia”

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il Segretario di tutte le guerre

a visione che Hegseth porta dentro l’amministrazione Trump è quella di un’America che può tornare «grande» solo riconoscendo la guerra come sua condizione naturale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Elezioni presidenziali in Camerun: proteste, repressione del dissenso e delle opposizioni

Le elezioni presidenziali in Camerun del 12 ottobre hanno portato ad un clima di crescente tensione nel Paese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Milei-Trump hanno vinto e si sono tenuti la colonia

Il governo libertario ha imposto la paura della debacle e ha vinto nelle elezioni legislative.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Monza: martedì 4 novembre corteo “contro la guerra e chi la produce”

Martedì 4 novembre a Monza la Rete Lotte Sociali Monza e Brianza e i Collettivi studenteschi di Monza hanno organizzato un corteo “Contro la guerra e chi la produce “.