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Argentina: Un superclassico della repressione di Milei con proiettili, feriti e caccia a pensionati e tifosi

Cronaca di un pomeriggio di violenza istituzionale come non si vedeva da molto tempo. Il governo autoritario di Javier Milei ha superato un nuovo limite, con Patricia Bullrich come principale protagonista della sua stessa mancanza di controllo.

di Nicolás G. Recoaro

Munizioni di gomma, bombe lacrimogene e lunghi bastoni. Nel quartiere di Congreso è servito il banchetto della violenza statale. I mastini della Gendarmeria e della Polizia Federale sono affamati. Sputano odio dagli idranti che avanzano dall’Avenida Ente Ríos. Di fronte al Parlamento ingabbiato c’è una caccia contro pensionati e tifosi. La superclassica repressione di Milei si ripete mercoledì pomeriggio come tragedia. Un’altra data di panic show.

Foto: Edgardo Gómez

Dall’Avenida Hipólito Yrigoyen sibilano i proiettili, ruggiscono le moto, esplodono le bocche dei fucili. Nella piazza le gole potenti contestano al ritmo delle tribune (dei tifosi): “A te resta poco / Parruccone, informatore / Picchi i vecchi, distruggi il paese / Sei un figlio di puttana / Devi andartene!!!”.

Foto: Edgardo Gómez

L’aria insaporita dal gas al peperoncino brucia gli occhi e graffia le gole. Lucas quasi non può respirare. Il giovane tifoso del Banfield pone il petto alla repressione insieme a migliaia di compagni di mille ed un club che sono accorsi a sostenere i vecchi e le vecchie affamate dal regime mileista. “Sono venuto perché tutti abbiamo madri, nonne, le stanno distruggendo di fame con 300 lucas di pensione. Mia nonna Rosa spende 90 mila pesos in medicine, continua ad essere viva per miracolo, mediante l’aiuto della famiglia. E inoltre, se protestano, le picchiano; guarda se non avremmo dovuto esserci”, sottolinea Lucas e condivide un limone per combattere l’aria velenosa. Di fronte al muro di sbirri agita la maglietta della selezione. Sulla mano ha tatuato un messaggio in una bella grafia: “Siamo più popolo che sbirri”.

Foto: Tiempo Argentino

Ci sono corse e ancora corse. Ancora gas contro pensionati, studenti, lavoratori… I gendarmi distribuiscono proiettili per tutti come nelle epoche di piombo. Il governo di ultradestra celebra un giusto omaggio alla dittatura. “Milei, spazzatura / Tu sei la dittatura”, cantano i tifosi dell’Estudiantes de La Plata in prima linea. Con la grinta degna della squadra di Zubeldía, i ragazzi dell’asse agitano una bandiera con sopra ricamato un fazzoletto delle Madri di Plaza de Mayo. La polizia li fucila. Nessun oblio nessun perdono.

Foto: NA / Damián Dopacio

Se toccano i vecchi… 

La marcia per appoggiare i pensionati era annunciata per le ore 17.00. Gli sbirri hanno perso le staffe molto prima. Tifosi del Boca, River, Chacarita, All Boys, Racing, Independiente, Patronato, Gimnasia, Deportivo Español, Los Andes… affratellati da un grido di cuore hanno messo i punti ai cosacchi della ministra della Repressione Patricia Bullrich: “Se toccano i vecchi / che casino si farà”.

Gli uomini in nero castigano con accanimento i pensionati sull’Avenida Rivadavia. Carlos si defila come può dall’avanzata degli eserciti della notte libertaria. Un docente pensionato, tifoso del San Lorenzo del “Gringo” Scotta, si pettina le canizie che conoscono la storia argentina: “Questo lo abbiamo già vissuto, arriva la destra al governo, saccheggia il paese ed uccide il popolo. Dobbiamo stare uniti, che la CGT venga far quello che bisogna fare, che non tradiscano. Sciopero nazionale”.

Foto: Tiempo Argentino

I teli appesi alle inferriate della piazza gridano verità: “Rubare ai pensionati è un crimine sociale”, “Nessuno si azzardi a toccare la mia vecchia”, “Il PAMI (assistenza sociale argentina) è dei pensionati”, “Se non lottiamo, saremo l’ultima generazione di pensionat3”. Pablo Luna è un ex lavoratore dell’YPF (compagnia petrolifera argentina) che vive nella miseria con una pensione di miseria che gli paga questo misero governo: “Lottammo all’epoca di Menem, quando lavoravo nell’impianto. Ora la storia si ripete, compagno. Non molleremo nonostante i bastoni”. Esplode don Luna, tifoso del Racing, abbracciato ad un cugino dell’Independiente. Ripetono in coro: “Unità dei lavoratori / E a chi non piace / vada a farsi fottere, vada a farsi fottere”.

Foto: Edgado Gómez

A fuoco lento ardono i falò vicino all’Avenida de Mayo. Si parla di infiltrati, ci sono retate, decine di arresti, molti feriti. Resistono come possono spompati a causa delle politiche dello shock. Cantano come nel 2001: “Che se ne vadano tutti / Che non ne rimanga, nemmeno uno solo”.

Foto: Mariano Martino

Un’altra volta gas. Le colonne sono sospinte dagli spari e dalle bombe verso la 9 de Julio, l’Avenida Corrientes e le viuzze che vanno a sud. Tra i tifosi sventola una bandiera celeste e bianca con il 10 di Maradona. Anche un cartello che è tenuto dalla mano di D10S:  “Bisogna essere molto fifoni per non difendere i pensionati”.

Foto in alto: Edgardo Gómez

12/03/2025

Tiempo Argentino

Traduzione a cura di Comitato Carlos Fonseca

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