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Una recensione di “Atalanta Folle Amore Nostro 2″

Contrariamente a quanto avvenuto finora nel filone delle autocelebrazioni in forma cartacea delle curve italiane, AFAN 2 è una sorta di biografia autorizzata, praticamente la loro versione dei fatti, che si propone come un’operazione completamente nuova e pienamente riuscita, ossia descrivere attraverso le immagini e i testi gli ultimi dieci anni di vita della curva nord bergamasca, riallacciandosi al primo libro, “Atalanta Folle Amore Nostro” appunto, e riprendendo il filo della narrazione dallo stesso punto in cui si era interrotto il precedente volume. Ecco quindi che con maniacale cura di ogni minimo particolare, tante foto ed una narrazione sempre molto lucida e dettagliata, talvolta quasi un romanzo, si snodano pagina dopo pagina le vicende che hanno visto la Curva Nord di Bergamo protagonista, nel bene e nel male, degli ultimi dieci anni di storia del movimento ultras italiano.

In questo libro si raccontano tanti momenti belli ed avvincenti vissuti dagli ultras orobici, dal punto di vista prettamente calcistico, come le promozioni in serie A e le cavalcate per conquistare la permanenza nella massima categoria, le trasferte oceaniche in occasione dei derby o delle sfide decisive e, naturalmente, uno dei fiori all’occhiello che da sempre caratterizza la tifoseria ultras atalantina, cioè le trasferte al Sud, spesso  avventurose e sempre con numeri importanti al seguito, tanto quantitativamente quanto sotto il profilo della qualità e del “portamento ultras”. E a tal proposito va citato il racconto di quell’importante iniziativa denominata “Basta terronate!”, messa in campo dagli ultras orobici per migliorare l’immagine e lo “stile” degli atalantini attraverso la messa al bando di bombe carta, danneggiamenti gratuiti alle cose, aggressioni verso tutti quei sostenitori avversari che non si definiscono ultras e tutta quella serie di comportamenti ritenuti inutilmente dannosi e autolesionisti nei riguardi di una tifoseria che, dall’avvento del progetto “Supporters – Curva Nord”, ha cercato di migliorare la propria immagine agli occhi dell’opinione pubblica e delle istituzioni, in virtù dell’avvenuta maturazione di una consapevolezza: i tempi erano cambiati e certi atteggiamenti “di rottura”, da ultras puri e duri, erano divenuti ormai autodistruttivi, alla luce delle numerose campagne denigratorie messe in atto da parte di stampa e istituzioni per screditare e reprimere il movimento ultras stesso.

In AFAN 2 trovano spazio anche i racconti di tanti altri bei momenti di vita della Curva Nord orobica, quelli forse meno conosciuti, perlomeno da chi mastica poco di “cultura da stadio”, perché avvenuti al di fuori del classico contesto calcistico istituzionale e commerciale che, quotidianamente, cercano di propinarci attraverso le varie Gazzette,Corrieri, etc.

Viene dato ampio spazio ai racconti relativi alle aperture e alle inaugurazioni delle varie sedi del “Covo” (primo luogo di ritrovo ufficiale di un gruppo ultras bergamasco dai tempi deiCommandos, in contemporanea con quanto stavano facendo nello stesso periodo i ragazzi delle BNA), dove è curioso notare come entrambe le sedi dei Supporters siano state aperte in comuni della provincia e non a Bergamo città; e poi le tante edizioni della “Festa della Dea”,che anno dopo anno sono divenute sempre più ciò che il Bocia & soci sognavano fin dall’inizio, ossia eventi popolari in cui è tutta la provincia a ritrovarsi per stare insieme e fare festa, accomunati dall’amore e dalla passione nei confronti della propria squadra di calcio; fino alla gestazione e realizzazione del primo volume di “Atalanta Folle Amore Nostro”, operazione con la quale si è voluta mettere nero su bianco la storia del movimento ultras locale, riallacciandosi ad un precedente lavoro di ricerca storica svolto qualche anno prima dalle BNA che è stato ampliato ed arricchito di ulteriori testimonianze e documenti storici delle varie epoche.

E nelle pagine di questo volume trovano ampio spazio anche le numerose iniziative di solidarietà che hanno visto spesso gli ultras atalantini schierati in prima linea per aiutare i più bisognosi, come nel caso del terremoto de L’Aquila, con la storia del  grande rapporto di amicizia che in quell’occasione si è venuto a creare tra la Nord di Bergamo e la squadra de L’Aquila Rugby. Amicizia con la quale gli ultras bergamaschi hanno voluto fortemente riconoscere ed onorare il grande cuore e l’abnegazione con cui i giocatori della squadra di rugby abruzzese si sono prodigati per assistere la popolazione aquilana, colpita e ferita dalle scosse che hanno devastato la città capoluogo e le zone limitrofe. Addirittura, col passare del tempo, sarà la stessa Curva Nord atalantina a contribuire a che il rugby aquilano potesse ritornare in campo, divenendone uno degli sponsor. Un contributo concreto per far tornare L’Aquila e gli aquilani alla vita di tutti i giorni, attraverso iniziative che vanno al di là di un semplice attestato di stima e di una domenica passata allo stadio a tifare per i rugbisti neroverdi. L’ennesima dimostrazione di cosa sono capaci gli ultras, a suo tempo raccontato anche da una parte della stampa cosiddetta “ufficiale” e di cui, grazie alle pagine di AFAN 2, finalmente se ne può sapere di più, dalla viva voce dei veri protagonisti.

CIMG4213Ma in AFAN 2 si raccontano con lucido realismo, e senza cercare facili alibi e attenuanti, anche quelli che, stando alle opinioni della cosiddetta “società civile”, sono da considerare come i momenti più bui vissuti dalla Curva Nord atalantina, ossia quelle occasioni in cui nelle teste degli ultras orobici si è “spenta la luce” e la violenza ha fatto la sua comparsa. Così, ecco che con altrettanta lucidità e precisione si descrivono le tensioni e gli scontri avvenuti con gli ultras avversari, piuttosto che con le forze dell’ordine, così come le contestazioni, a volte sfociate anch’esse in episodi violenti, incluse le vicende giudiziarie che ne sono derivate e che hanno costantemente minato le basi del tifo atalantino, senza mai riuscire a scalfirlo. Un movimento ultras che, leggendo le pagine di questo volume, sembra essere costantemente in grado di rigenerarsi, fin dalle origini di questo straordinario fenomeno di aggregazione giovanile.

CIMG4351Particolare risalto, nelle pagine di AFAN 2, viene dato anche ad un altro capitolo molto significativo della storia recente degli ultras italiani, ossia il progetto denominato “Movimento Ultras” ed il ruolo avuto all’interno dello stesso da parte degli ultras orobici, che ne sono stati i promotori e gli animatori per lungo tempo, almeno fino al momento in cui tifoserie ritenute dagli stessi atalantini “di dubbia moralità” non hanno manifestato l’intenzione di entrare a farne parte. Un capitolo dai risvolti amari, così come un’altra verità che trova spazio nelle pagine di questo volume, quando si raccontano i motivi e le modalità con cui fu imposto lo scioglimento dei “nuovi” WKA, che in quel periodo si erano spostati in curva sud (scioglimento voluto dai Supporters e messo in atto con il benestare dei vecchi WKA).

CIMG4375Nel leggere questo libro mi sono convinto di una cosa. Se ci si sofferma a pensare a quanto il cosiddetto “modello italiano” del tifo si sia diffuso in giro per l’Europa (e non solo!), e a quanto ancora all’estero guardino alle nostre realtà di curva per prendere spunto e riproporre in casa loro ciò che noi abbiamo creato e sviluppato nel corso dei decenni, allora sarebbe opportuno che libri come questo, al pari di altri di eguale valore e spessore sotto il profilo storico e documentaristico, fossero tradotti in lingua inglese e divulgati in giro per il mondo.

Ad ogni modo, che piaccia o no, questa è la loro verità, la loro storia, così come l’hanno vissuta e voluta raccontare gli ultras dell’Atalanta, perché rimanga scolpita nel tempo.

 

È possibile ordinare ed acquistare il libro  “Atalanta Folle Amore Nostro 2”  tramite il sito web www.atalantafolleamore.com,  dal quale è anche possibile scaricare gratuitamente la versione elettronica (in formato .pdf) del primo volume, ormai non più in commercio.

da – Sport People – di Giangiuseppe Gassi

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