InfoAut
Immagine di copertina per il post

Il Giro che parte oggi da Israele legittima il massacro del popolo palestinese

||||

Il Giro d’Italia parte oggi da Gerusalemme, nonostante la mobilitazione promossa in primis dalla rete BDS, che per mesi si è scagliata contro questa decisione provocatoria da parte degli organizzatori nostrani della competizione, ovvero il gruppo RCS MediaGroup che controlla giornali come la Gazzetta dello Sport.

La pressione più di cento organizzazioni critiche verso le politiche israeliane non hanno ottenuto l’obiettivo di modificare la partenza, che si svolge a poche decine di chilometri dai luoghi dove in queste settimane decine di palestinesi hanno perso la vita. Addirittura RCS nelle scorse settimane, in ossequio alle decisioni americane e sotto le pressioni ben profumate di milioni del ministro dello sport israeliano Miri Regev, ha modificato da Gerusalemme Ovest a Gerusalemme punto e basta il luogo di partenza ufficiale del giro.

Pecunia non olet, e “La Rosea” non ha deciso di replicare la degna decisione di Natalie Portman. In gioco c’è la narrazione storica, a settant’anni di distanza, della Nakba. Quella che per Israele è la festa per la nascita dello Stato, per i palestinesi è la “catastrofe”: famiglie ed esistenze spezzate mentre prendeva piede l’esodo di una popolazione civile di quasi un milione di persone che ancora oggi lottano per il proprio “Diritto al ritorno”.

Come oramai la politica nostrana ci ha abituato in termini generali, anche in ambito sportivo – non certo esente da pressioni politiche – siamo di fronte ad una vera e propria genuflessione al Governo di Israele. Il tutto pur di essere ricompensati con i frutti di vecchi e nuovi accordi commerciali, e di assicurare la tenuta di interessi geopolitici che contraddistinguono Tel Aviv e il nostro paese, docile schiavetto della NATO e quindi degli Stati Uniti.

In particolare gli accordi commerciali sono basati soprattutto sull’implementazione e l’utilizzo di armamenti e dispositivi di guerra, che vengono impiegati direttamente nell’inesorabile scia di sangue ai danni dei palestinesi, che tuttora continuano a ribellarsi lungo la striscia di Gaza. Solo nello scorso mese sono stati 48 i palestinesi uccisi dai tiratori scelti israeliani schierati al confine con la Striscia, mentre giungono in queste ore numerosi report delle pesanti minacce che le forze di polizia israeliane starebbero intimando a numerosi palestinesi rispetto alla possibilità che questi provino a contestare l’evento in mondovisione.

Migliaia di feriti sono eredità della violenta repressione agita dalle truppe di occupazione. La manina di Israele è dietro tutte le guerre in Medio Oriente, e i recenti attacchi ed operazioni di intelligence in Siria, rivolte contro l’Iran, fanno presagire a breve nuove imprese belliche.

Perchè dovremmo allora rendere omaggio ad uno Stato criminale, regalandogli un’occasione di marketing come questa, con un audience di un miliardo di telespettatori potenziali? Con una tracotanza sempre più ipocrita ed esplicita, lo Stato Italiano si asserve ai peggiori cani da guardia degli interessi americani nell’area mediorientale, che fanno del massacro di intere popolazioni il loro collante interno, e sostengono oltre ad Israele regimi inqualificabili come Arabia Saudita e Turchia.

Questo 4 Maggio aggiunge un ulteriore capitolo alla consapevole e deliberata scelta di appoggiare queste politiche di morte, del tutto coerente con le politiche attuate nella scorsa legislatura a targa PD. Presentare Israele come una democrazia invece come lo Stato militare e colonialista che è, implica uno sforzo di infamia e di utilizzo a fini politici dello sport di livello davvero elevato, che speriamo possa essere contrastato dalla campagne di contestazione che per tutto il giro in territorio italiano sono state promesse dalla rete BDS, come ad esempio lo sventolare bandiere palestinesi lungo i percorsi delle tappe.

L’affronto di un Giro d’Italia partente da una città dichiarata qualche mese fa da Trump, in barba ad ogni legittimità storica, come capitale unica di Israele è funzionale a nutrire la macchina di consenso e legittimazione israeliana proprio mentre si intensificano sulla Palestina bombardamenti, uccisioni, abusi, torutre, arresti, recinzioni insormontabili. Ma allo stesso tempo, la dignità e il coraggio delle donne e degli uomini di Gaza ci mostra da ormai settimane, ogni venerdì, quanto sia forte lo spirito dei colonizzati di fronte all’invasione sionista.

Se di questo giro non sappiamo il favorito, ci teniamo comunque ad esprimere il nostro pronostico: Palestina vincerà!

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

CAMBIAGIROisraele

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Israele sull’orlo dell’abisso

Ilan Pappé, La fine di Israele. Il collasso del sionismo e la pace possibile in Palestina, Fazi Editore, Roma 2025, pp. 287

Immagine di copertina per il post
Culture

Se la Cina ha vinto

Se l’obiettivo di un titolo apodittico come “La Cina ha vinto” è convincere il lettore della validità della propria tesi, Alessandro Aresu vi riesce pienamente.

Immagine di copertina per il post
Culture

Mala tempora currunt

Don’t let this shakes go on,It’s time we have a break from itIt’s time we had some leaveWe’ve been livin’ in the flames,We’ve been eatin’ out our brainsOh, please, don’t let these shakes go on(Veteran of the Psychic Wars, 1981 –Testo: Michael Moorcock. Musica: Blue Oyster Cult) di Sandro Moiso, da Carmilla Che per l’Occidente […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Bolivia in fiamme: dentro un ecocidio latinoamericano

Bolivia Burning: Inside a Latin American Ecocide è un documentario di 52 minuti di The Gecko Project che porta gli spettatori all’interno di una delle crisi ambientali più sottovalutate al mondo: la rapida distruzione delle foreste in Bolivia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Scolpire il tempo, seminare il vento, creare antagonismo

Siamo la natura che si ribella!, ammonisce con efficace sintesi uno striscione no-tav esprimendo un radicale antagonismo nei confronti del mortifero sfruttamento capitalista patito dall’essere umano e dalla natura, di cui è parte.

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.

Immagine di copertina per il post
Culture

Sport e dintorni – A proposito di Italia-Israele di calcio e della neutralità dello sport

La retorica dello sport come ambito da mantenersi separato dal resto della realtà presuppone che quanti lo praticano o lo seguono operino una sorta di momentanea sospensione dal mondo a cui pure appartengono, sospensione che riappacifica, durante le gare, le conflittualità e le brutalità quotidiane.

Immagine di copertina per il post
Culture

Palestina, dove si uccide anche la cultura

Come archeologi impegnati nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese, sentiamo l’esigenza e il dovere di esprimerci su quanto accade nella Striscia di Gaza e nel resto della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Culture

Lo schianto di un imperialismo straccione

Una rivoluzione che, se aveva fatto scrivere ad una importate testata giornalistica britannica che: «Il capitalismo è morto in Portogallo», aveva avuto però i suoi effetti più sconvolgenti e duraturi in Africa, nei territori un tempo facenti parte dell’”impero” portoghese: Angola, Mozambico, Guinea Bissau e Capo Verde.

Immagine di copertina per il post
Culture

Respirando Gaza

Respiro i miei pensieri, non sono io, è un verso di Blessing Calciati, l’ho letto ieri sera ed è perciò che stanotte mi sono svegliato respirando male.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Youtube ha cancellato silenziosamente oltre 700 video che documentano le violazioni dei diritti umani da parte di Israele

Il gigante della tecnologia ha cancellato i canali YouTube di tre importanti gruppi palestinesi per i diritti umani, una capitolazione alle sanzioni di Trump.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Napoli: occupata l’Aula Nugnes del Consiglio Comunale, “Rispettate la mozione contro la collaborazione con Israele”

Nel corso del pomeriggio di venerdì 31 ottobre è stata occupata dalla rete Napoli con la Palestina l’aula Nugnes del consiglio comunale di Napoli.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I “potenti attacchi” su Gaza ordinati da Netanyahu hanno ucciso 100 palestinesi

I palestinesi uccisi ieri dai raid aerei israeliani sono un centinaio, tra cui 24 bambini, decine i feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: continuano gli attacchi israeliani nonostante la tregua del novembre 2024. Due persone uccise

Ancora bombardamenti israeliani nel sud del Libano, nonostante l’accordo di tregua concordato nel novembre 2024.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Udine: i/le giovani scendono due volte in campo contro Israele

Più di 15.000 a Udine solidali con la Palestina: considerazioni sul corteo del 14 ottobre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Alba: Blocchiamo tutto! Free Palestine!

Alba. Venerdì scorso un corteo in sostegno alla popolazione palestinese è partito da Zona h (parco cittadino) in direzione del teatro sociale: si inaugurava la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco; oltre al presidente della regione Alberto Cirio, era previsto l’intervento di Paolo Zangrillo ministro del governo Meloni.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Udine: in 15mila mostrano il cartellino rosso ad Israele

In migliaia da tutta Italia hanno raggiunto Udine per manifestare contro la partita della vergogna Italia – Israele.