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[Sulla via della ruggine] Accordo FCA – PSA: quale destino per i lavoratori?

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FCA, gruppo Fiat – Chrysler, e PSA, proprietario di Peugeot, Citroën e Opel, si sono uniti in un unico gruppo industriale, il quarto più grande dopo Volkswagen, Toyota e il gruppo Renault.

L’operazione è spacciata come “alla pari” ma l’amministratore delegato sarà Carlos Tavares, a John Elkann invece andrà la presidenza. Il gruppo francese oltre ad avere un suo uomo al comando, l’ A.D. Carlos Tavares appunto, ha anche la maggioranza nel consiglio di amministrazione, formato da cinque rappresentanti di Psa, cinque di Fca, ma con Tavares nel ruolo di undicesimo consigliere. E’ evidente, dal punto di vista decisionale, lo squilibrio in favore dei francesi. Fca d’altronde non poteva rischiare un altro no, dopo quello che era arrivato qualche mese prima, direttamente da Macron, per la tentata fusione con il gruppo Renault. Infatti non è la prima volta che gli italo-americani cercano un partner che gli venga in soccorso, soprattutto per il forte ritardo nella produzione e commercializzazione dei motori elettrici. Psa per esempio, ha già quattro vetture tra le dieci auto elettriche più vendute al mondo! Da sottolineare inoltre che, in Italia in dieci anni, la produzione di auto è diminuita di circa il 50% e per il 2019 i dati saranno al ribasso ancora più che nel 2018.

Secondo i due gruppi questa fusione porterà ad un risparmio di 3,7 miliardi di euro, con un giro d’affari intorno ai 170 miliardi euro. Ma quali saranno le conseguenze dal punto di vista occupazionale?

Questo risparmio, che il gruppo si è dato come obiettivo, significherà come sempre “ottimizzazione delle risorse” che coinciderà con licenziamenti, di cui molti presumibilmente saranno in Italia, visto lo stato di crisi a cui Fca ha portato gli stabilimenti. A Pomigliano d’Arco e nel reparto logistico di Nola ci sono circa 4500 lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione. A Melfi quest’ estate sono aumentati i turni di blocco alla produzione di Jeep Renegade e 500X: lavoro a singhiozzo con un taglio sulle buste paga fino a 700 euro. Tra Mirafiori e Grugliasco da ormai 10 anni va avanti la cassa integrazione. Questi solo alcuni esempi. Intanto, prima della fusione dei due gruppi, gli azionisti di Fca hanno approvato un dividendo di circa 5 miliardi, di cui 1,7 alla famiglia Agnelli…

Vedremo dunque quale sarà il destino di Mirafiori, Cassino, Grugliasco, Pomigliano, Melfi, e ovviamente tutto l’indotto.

Alla luce di tutto ciò le lavoratrici e i lavoratori di Fca ovviamente non sembrano essere così sereni, come invece si dimostrano i sindacati confederali, rassicurati dalle dichiarazioni del nuovo gruppo di voler mantenere i livelli occupazionali. In realtà, come denunciano i sindacati di base, in una lettera congiunta, Psa ed Fca ribadiscono la volontà di tenere aperti tutti i siti di produzione (che non vuol dire mantenere la piena occupazione) ma all’ultimo punto scrivono che non possono garantire gli impegni presi nei punti precedenti.

L’obiettivo di questo accordo insomma è l’aumento dei guadagni per gli azionisti ma come sempre non porterà nulla di buono a chi lavora dentro le fabbriche.

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