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Gli studenti del Rutelli in corteo selvaggio contro la chiusura delle succursali

Questa manifestazione è stata organizzata per protestare contro la chiusura che rischiano di subire le sedi delle sue succursali (sorte simile dovrebbe toccare anche quelle del Galilei). Una chiusura a cui seguirebbe l’accorpamento delle classi nella sede centrale: evenienza a cui gli studenti dell’intero istituto si oppongono fermamente.

Ad aggravare la situazione è giunto un primo tentativo, alquanto maldestro, di risolvere la situazione attraverso la chiusura di tutti i laboratori, assolutamente indispensabili, della centrale per realizzare al loro posto aule di fortuna per le classi attualmente ospitate dalla succursale. Una soluzione al ribasso emblematica del generale atteggiamento per la questione formazione.

Questo episodio di mala-scuola denuncia infatti, una volta di più, la gestione totalmente deficitaria del settore dell’istruzione fin nei suoi aspetti più elementari. Oltre a portare un’idea sbagliata di scuola, basata sulla disciplina e sulla produttività secondo la metafora della scuola come fabbrica, idea che porta conseguentemente a decisioni inaccettabili su quale debbano esserne i criteri generali di funzionamento, chi governa la scuola (dal ministero all’ultimo degli enti locali preposti) si è contraddistinto nelle ultime annate per una politica di dismissione della scuola. Politica che ha portato alle varie emergenze che hanno funestato la vita materiale degli studenti, dai mille piccoli inconvenienti di tutti i giorni fino agli incidenti (finanche mortali) causati dalle insufficienze strutturali delle vari edifici scolastici.

Tutto questo si deve però confrontare con il clima che si respira negli ultimi anni nelle scuole, in cui la risposta alle politiche di disciplinamento è stato ed è la lotta.

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