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Democrazia a Scienze Politiche?! La facoltà di non permettere

Scriviamo per rendere pubblico e per chiedere conto dell’atteggiamento tenuto giovedì 14 Aprile dalla nostra Facoltà nei confronti del neonato Collettivo di Scienze Politiche. In tale data abbiamo organizzato un incontro con Cosimo Caridi e Paolo Hutter, due giornalisti freelance appena tornati dalla Tunisia, per proiettare le video-interviste da loro realizzate nel viaggio tunisino e quindi per aprire un dibattito sui processi rivoluzionari del Nordafrica. Ma dalla Facoltà di Scienze Politiche, che si definisce facoltà di capire il mondo (…), abbiamo trovato solo porte chiuse in faccia e non solo in senso metaforico, visto che sono state barricate aule vuote per impedirci di tenere l’iniziativa e successivamente ci è stata negata anche la possibilità di poter usufruire della corrente elettrica per proiettare i video nel cortile di via Plana! Che tristezza poi vedere come il feticcio del permesso sia degenerato fino a far diventare un problema anche aver preso in prestito due sedie, per non far sedere per terra i nostri invitati, destino toccato invece a tutti gli studenti e le studentesse venut* al dibattito.

Il Collettivo di Scienze Politiche aveva deciso lunedì di organizzare l’incontro, cogliendo la possibilità presentatasi ad inizio settimana, ed il giorno successivo ha verificato la disponibilità di un’aula, consapevole di essere fuori dai tempi richiesti dalla burocrazia (15 giorni di anticipo!) ma ben sapendo, griglia delle aule alla mano, che un’aula libera nell’edificio di via Plana quel giorno ci sarebbe stata. Dopo aver provato in vari modi ad ottenere l’utilizzo di un’aula, non riuscendoci per impedimenti vari ed eventuali, ci siamo recati in presidenza dove la persona che ci ha gentilmente ricevuti – che ci è sembrata propensa a trovarci un’aula – ha contattato il preside Fabio Armao, riferendoci poi che non c’erano aule disponibili e che l’aula che avevamo scoperto essere libera (aula P) era di competenza d’interfacoltà, quindi la presidenza non aveva autorità su di essa… Sicuri che quell’aula fosse libera, abbiamo deciso di prendercela per svolgerci l’incontro, convinti del nostro diritto ad utilizzarla, dal momento che paghiamo tasse non indifferenti per iscriverci ad un’università di cui non vogliamo considerarci dei clienti ma che viviamo e attraversiamo quotidianamente in prima persona assieme alle persone che ci studiano, lavorano, insegnano, ricercano. Pur di impedirci di tenere l’incontro è stata fatta una scorrettezza palese: la Facoltà ha spostato il previsto seminario dei ricercatori di Scienze Politiche nell’aula in cui ci trovavamo (aula P) – che poche ore prima ci era stato detto non essere di competenza della Facoltà– e ha chiuso a chiave per impedirci di accedervi le porte dell’aula assegnata in precedenza ai ricercatori (aula A).

Le risposte arrivate dalla Facoltà sono state vergognose. Gli studenti e le studentesse che hanno risposto all’invito del Collettivo – una cinquantina di persone nonostante l’incontro sia stato organizzato e pubblicizzato in meno di tre giorni – sono rimasti con il sedere a terra – per davvero! visto che l’iniziativa abbiamo deciso di tenerla comunque nel cortile di via Plana – grazie alla ‘generosa comprensione ed apertura’ della Facoltà. Abbiamo fondato il Collettivo di Scienze Politiche perché, quanto mai dopo un autunno di mobilitazione contro il vecchio ddl Gelmini, sentiamo la necessità di aprire spazi di approfondimento, di dibattito e di lotta dentro la nostra Facoltà. Siamo consapevoli di aver aperto una crepa nel piattume e nella normalità accademica della vita di Scienze Politiche, ma è proprio questo che volevamo e vogliamo fare, scardinare l’indifferenza e la passività che vi regnano, creare spazi di autorganizzazione ed iniziative autogestite dagli studenti, (che crediamo non possano che arricchire la nostra Facoltà) per far vivere Scienze Politiche anche di contenuti che siano altri rispetto a quelli che arrivano dall’offerta formativa decisa negli organi di rappresentanza (sempre troppo distanti dagli studenti e dalle studentesse, dai loro interessi e bisogni!).

Augurandoci che l’atteggiamento che verrà tenuto in futuro da parte della Facoltà di Scienze Politiche di fronte alla dinamicità ed alla voglia di fare degli studenti e delle studentesse sia più adeguato e rispettoso, ricordiamo che l’incontro sulla Tunisia, che comunque si è tenuto – ci mancherebbe! – si è tradotto in un piacevole cerchio nel cortile di via Plana, in video-interviste proiettate nonostante sia stato negato persino l’utilizzo dell’elettricità per alimentare due innocenti casse del computer e in un rinfresco pre-cena nel quale abbiamo brindato al Collettivo di Scienze Politiche, alla sua voglia di autorganizzazione e cambiamento, alla frattura aperta e sancita dentro la nostra triste ed arida facoltà, fino a ieri…!

Collettivo di Scienze Politiche – Torino

Contatti:

collettivoscipol@gmail.com

collettivoscipol.blogspot.com

Su Facebook:

Collettivo Scienze Politiche

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