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Caso Dijsselbloem, l’ipocrisia di Renzi sulla guerra ai poveri

Una dichiarazione quanto meno bizzarra, da parte dell’ex-presidente del consiglio italiano, visto che la sua idea di “sinistra” coincide esattamente con quella del presidente dell’Eurogruppo. Spieghiamoci meglio. L’idea per cui i poveri in realtà sperperano la ricchezza e quindi la condizione di povertà sia una colpa legata ad un’etica sprecona e viziata è l’elemento fondante dell’ideologia della guerra dei ricchi contro i poveri. Nell’Italia degli anni 2010 questo principio è incarnato proprio dall’ideologia renziana, di cui il recente decreto Minniti contro il “degrado urbano” è un caso esemplare. Così come Renzi e Poletti chiedono ai poveri e ai bamboccioni d’impegnarsi di più se vogliono ricevere aiuti, così Dijsselbloem critica i paesi del Sud Europa, tra cui l’Italia, che non hanno abbastanza rigore morale per ricevere aiuti dall’Europa e non si impegna, in questo caso a tagliare e privatizzare. La logica è la stessa, i bisogni non contano, bisogna dimostrare di avere diritto ad avere diritti.

Febbraio-Luglio 2015. In quei mesi la Grecia stava affrontando una fase critica nelle trattative riguardanti il piano di salvataggio e la crisi del debito. Era il periodo del referendum e della vittoria del “OXI” contro i piani di macelleria sociale della troika. Il presidente dell’Eurogruppo era sempre Jeroen Dijsselbloem ed in quella partita giocava un ruolo chiave sia per la carica ricoperta sia per essersi distinto tra i falchi intenzionati a schiacciare la Grecia nelle politiche di austerity. All’epoca Renzi non pensava che l’olandese non fosse adatto a ricoprire quel ruolo. Anzi Renzi si schierava dalla parte di quelli che facevano pressioni perché la Grecia accettasse le condizioni di Dijsselbloem e della troika. L’allora ministro delle finanze greco Varoufakis dichiarò in seguito «Ciò di cui ti sei sbarazzato, partecipando a quel colpo vile contro Alexis (al Consiglio europeo, ndr) è la tua stessa integrità come democratico europeo. E forse ti sei giocato anche la tua anima».

Marzo 2017, di nuovo. Sebbene nella sostanza siano una semplice ripetizione di ciò che è stato detto nell’infuocata estate del 2011 con l’esplosione del problema del debito sovrano, le dichiarazioni del presidente olandese dell’Eurogruppo riferite agli stati dell’Europa del Sud suscitano scandalo.  L’Europa è ormai a due velocità e ci si accorge finalmente in quale gruppo si trova il nostro paese a detta di Bruxelles…

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