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Bologna: Glitchousing Project – Nuovo spazio occupato nel cuore della città

L’ex Istuto Zoni, una residenza universitaria privata della fondazone R.U.I. da anni in disuso, è stata occupato questa mattina dal Collettivo Universitario Autonomo di Bologna.

“Nasce Glitchousing Project”, scrive il CUA, “una piattaforma ibrida di immaginazione per un abitare nuovo e sociale”. “All’interno del Glitchousing Project”, prosegue il CUA, “si trovano gli Student Hostel: spazi liberati per ripensare l’abitare in maniera sociale e collettiva, posti letto gratis, forme di solidarietà e organizzazione attiva. Oggi, uno degli Student Hostel nasce in viale Filopanti n 5/A”. Anna, del CUA, ci racconta il percorso e le motivazioni che hanno portato al Glitchousing Project e all’occupazione di questa mattina Ascolta o scarica

Di seguito il comunitato del CUA:

“Nasce Glitchousing Project, una piattaforma ibrida di immaginazione per un abitare nuovo e sociale; un portale per agevolare la ricerca di casa di studentesse e studenti – in guardia da fregature, palazzinari, speculatori; un’infrastruttura solidale di connessione e organizzazione. Nella realtà virtuale, il termine “glitch” identifica un comportamento anomalo del software, un’imperfezione, un difetto strutturale che permette all’utente di superare la barriera del codice informatico e sfruttare vantaggi del tutto imprevisti. Allo stesso modo, con il progetto di Glitchousing vogliamo accettare la sfida di addentrarci nelle contraddizioni del presente in cui viviamo per creare nuovi scenari, vogliamo sfruttare le possibilità e il vuoto che la realtà ci offre per irrompere nel modello urbanistico attuale e modificarlo. All’interno del Glitchousing Project, si trovano gli Student Hostel: spazi liberati per ripensare l’abitare in maniera sociale e collettiva, posti letto gratis, forme di solidarietà e organizzazione attiva. Oggi, uno degli Student Hostel nasce in viale Filopanti n 5/A, nell’ex Istituto Zoni: una residenza universitaria privata della fondazione R.U.I. che da anni è ormai lasciata alla polvere e al disuso. Dopo mesi passati senza casa, tra il divano di un amico e la stanza di un Airbnb, dopo mesi di silenzio e mancato ascolto, dopo mesi di protesta dormendo con le tende in strada, in piazza, in università a oltranza; oggi decine e decine di studenti e studentessa dicono basta! Viale Filopanti n 5/A vuole essere una casa disponibile per chiunque oggi sia disperso nella giungla immobiliare della città di Bologna, con la consapevolezza che però non potrà risolvere una crisi strutturale e ormai di proporzioni gigantesche.

Per questo motivo oggi chiediamo:

1- Rispetto all’istituto zoni: un tavolo di trattativa alla presenza di proprietà e università, con lo scopo di:

■ far diventare l’immobile patrimonio dell’ateneo e quindi di pubblica disponibilità

■ una riapertura repentina della residenza e una sua messa a disposizione per tutta la mole di studenti e studentesse idonee non assegnatarie degli alloggi Er.go

2- Rispetto alla crisi abitativa che in generale condanna studenti e studentesse universitarie a vivere in tenda: una tavolo interistituzionale con Università e Comune, con lo scopo di:

■istituire un tetto massimo ai prezzi degli affitti che un privato può inserire nel mercato immobiliare della città

■ limitare la costruzione di ulteriori studentati privati in città e istituire per questi ultimi l’obbligo di destinare il 50% delle stanze per l’emergenza abitativa

■ Università garante degli affitti concordati, con prezzi calmierati

da Radio Onda d’Urto

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