La polizia di Berlino ha agito mercoledì contro il gruppo femminista Zora, legato a Young Struggle. Gli agenti hanno perquisito sei appartamenti e due locali in diverse zone di Berlino, tra cui un caffè femminile a Neukölln.
Una delle pose più odiose e fasulle in merito allo spietato assedio e bombardamento della Striscia è quella di chi, come l’ineffabile Paolo Mieli, si dice contrito per le perdite ma al contempo, asciugandosi lacrime di coccodrillo, si domanda “cos’altro si potrebbe fare?”.
Il ministro israeliano del Patrimonio, Amichai Eliyahu, ha chiesto l’esecuzione dei prigionieri palestinesi in modo che non vengano rilasciati in qualsiasi futuro negoziato con la resistenza palestinese.
Era il 1988 e già si scriveva: “Da più di 50 anni il popolo palestinese lotta in difesa della propria terra e dei propri diritti contro i disegni imperialistici prima attuati dalla Gran Bretagna e successivamente dalla concretizzazione della ideologia sionista, cioè dallo stato di Israele. Ovviamente sappiamo bene che una forma economico-sociale non scaturisce […]
Quando qualcuno poneva ai due protagonisti di questo conflitto interno israeliano la questione dell’occupazione della Cisgiordania e chiedeva se il problema non dovesse entrare nella discussione sul futuro di Israele, la risposta era “no”, l’occupazione non deve essere tirata in ballo da nessuno, l’occupazione è irrilevante per il futuro di Israele.
E’ uscito, con un nuovo aggiornamento, il bel libro della scrittrice Miryam Marino, artista e attivista della Rete ECO – Ebrei contro l’occupazione: Macerie.
Il “Comitato 23 settembre” – in lotta con le donne di tutto il mondo contro l’oppressione, lo sfruttamento e il razzismo – ha rilanciato sui propri canali social un appello diffuso dalle compagne palestinesi in Italia “anima delle manifestazioni contro l’ennesimo attacco sionista, in tutto il mondo”.
Hanno aspettato che rientrasse in Italia dalla Palestina, lo hanno pedinato e lo hanno massacrato di botte: è quanto successo martedì sera all’attivista italo-palestinese Karem Rohana, mentre si trovava con un’amica in zona Torrino, a Roma.
Mentre Israele perpetua un genocidio continuando a bombardare ininterrottamente la Striscia di Gaza, manifestazioni in tutto il mondo avvengono a sostegno della Palestina e contro la violenza cieca di Israele. Queste, spesso, vengono represse dalle autorità locali e dai governi, soprattutto quelli occidentali.
Queste tensioni mettono in luce la natura artificiale della colonia sionista: mentre tutti i coloni sono uniti contro la minaccia esterna della Resistenza Palestinese e a favore dell’ordine sociale coloniale, c’è ben poco altro che la vincola politicamente o la tiene unita.