Nel 1525 gran parte dell’Europa centrale è stata infiammata da una rivolta sociale: i contadini si sollevarono contro coloro che governavano le loro vite.
Un convegno a Venezia dall’approccio interdisciplinare invita a ripensare le possibili traiettorie di convergenza tra marxismo ed ecologia.
Proponiamo una prima parte del dibattito dal titolo “Guerre, transizioni ecologiche ed estrattivismi: un’analisi critica del presente” che si è tenuto a settembre a Venaus in occasione del campeggio di Ecologia Politica Network.
Marcello Musto, professore di Sociologia presso la York University di Toronto, può essere considerato tra i maggiori, se non il maggiore tra gli stessi, studiosi contemporanei di Karl Marx.
Non resta dunque, a chi scrive, che lasciare ai lettori il piacere di scoprire, ancora una volta insieme a Marx, una possibile alternativa all’attuale modo di produzione e ai suoi flagelli ambientali, sociali, economici, militari, razziali e di genere.
Disponibile la tesi di dottorato del filosofo giapponese Kohei Saito, pubblicata dalla casa editrice Castelvecchi.
Il dominio di classe proprio del capitalismo, precisa Mau, non è definito prioritariamente dallo sfruttamento, ma dalla relazione tra chi controlla le condizioni della riproduzione e chi ne è escluso.
Prendendo in considerazione i quaderni successivi al 1868, si può immediatamente riconoscere la rapida espansione degli interessi ecologici di Marx.
Marx, come sappiamo oggi, è stato un fondamentale pensatore ecologico, non solo in relazione al suo tempo ma anche rispetto al nostro, dal momento che aspetti cruciali del suo metodo non sono mai stati superati.
George Garcia-Quesada, Karl Marx, Historian of Social Times and Spaces, Haymarket Books, Chicago 2022 di Fabio Ciabatti da Carmilla Brancaccio, Giammetti e Lucarelli nel loro recente testo La guerra capitalista “si sforzano di indicare nel movimento costante del Capitale verso la sua centralizzazione il motore di ogni guerra imperialista”. Così sintetizza Sandro Moiso su Carmilla […]