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Leyla Khaled

6 settembre 1970

Leyla Khaled è membro del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), ed è attualmente componente del Consiglio Legislativo Palestinese.

Khaled divenne nota per la sua partecipazione al dirottamento del volo TWA 840 nel 1969, prima donna in assoluto coinvolta in un’azione simile. Si ripeté l’anno dopo, partecipando ad uno dei quattro dirottamenti simultanei di Dawson’s Field, uno degli avvenimenti che fecero precipitare la Giordania nel drammatico episodio del Settembre Nero.

Nata nel 1944, ad Haifa durante il periodo del Mandato britannico della Palestina, la sua famiglia si stabilì a Tiro, in Libano, durante l’esodo palestinese del 1948. All’età di quindici anni Khaled divenne una delle prime aderenti dell’organizzazione panaraba radicale del Movimento Nazionalista Arabo, organizzato a partire dalla fine degli anni quaranta da George Habash, quando era ancora una studentessa di medicina dell’Università americana di Beirut. La sezione palestinese di questo movimento divenne nota come Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), in seguito alla guerra dei sei giorni del 1967.

Dopo essersi trasferita a pensione presso degli evangelici americani a Sidone, e dopo essersi diplomata, Khaled si iscrisse nel 1962 all’Università americana di Beirut, interrompendo però in fretta gli studi a causa di difficoltà economiche. In seguito a ciò si trasferì in Kuwait, dove lavorò per un periodo come insegnante.

All’inizio del 1969 lasciò il lavoro per seguire un addestramento militare all’interno di un campo del FPLP in Giordania.

Il 29 agosto 1969 la Khaled prese parte assieme al pugile Salim Issaoui al dirottamento di un Boeing 707 della compagnia americana TWA. Il volo TWA 840, in servizio fra Los Angeles e Tel Aviv, prevedeva due scali tecnici, a Roma e ad Atene. Montati a bordo durante il primo, la coppia prese il controllo dell’aeromobile appena dopo il decollo, facendolo dirigere verso Damasco. Lella racconta di aver ordinato al pilota di sorvolare simbolicamente Haifa, città natale di entrambi i dirottatori, in modo da poterle far vedere dall’alto i luoghi della sua prima infanzia, che non avrebbero più potuto rivedere. Nell’episodio non vi furono feriti, ma l’aeromobile venne fatto saltare in aria dopo aver fatto sbarcare le 116 persone presenti a bordo. Secondo alcune fonti, la dirigenza del FPLP si aspettavano che a bordo vi fosse Yitzhak Rabin, all’epoca ambasciatore di Israele negli Stati Uniti d’America, anche se tale circostanza è stata smentita dalla stessa Khaled. Pare che dopo questo episodio la Khaled si sia sottoposta ad un’operazione di chirurgia plastica, per cambiare l’estetica del volto.

Il 6 settembre 1970, Leila Khaled, assieme ad un giovane americano di origine nicaraguense, Patrick Arguello, simpatizzante per la causa palestinese, cercò di dirottare il volo El Al 219, in servizio fra Amsterdam e New York. Si trattava di una parte del piano coordinato dei dirottamenti di Dawson’s Field, una serie di azioni quasi simultanee portate a termine dal FPLP. Pare che i due costituissero solo una parte del commando incaricato dell’operazione, che avrebbe dovuto essere condotta da quattro elementi. L’attacco fu sventato dall’intervento di un agente delle forze di sicurezza israeliane presente a bordo dell’aereo, il quale uccise Arguello prima di riuscire a sopraffare la Khaled. Sebbene avesse con sé due granate a mano, la Khaled sostenne di aver ricevuto rigide istruzioni di non mettere in pericolo i passeggeri dell’aereo civile.

Il pilota diresse l’aereo sull’aeroporto londinese di Heathrow, dove Khaled fu traferita alla stazione di polizia di Ealing. L’1 ottobre il governo britannico la rilasciò nel quadro di uno scambio di prigionieri. L’anno seguente il FPLP abbandonò la tattica dei dirottamenti aerei.

La Khaled ha dichiarato di non credere più da tempo nel dirottamento di aerei come una legittima forma di protesta, nonostante la sua diffidenza nei confronti delle trattative fra Israele ed i paesi arabi, che secondo lei non sono un vero “processo di pace, ma un processo politico dove l’equilibrio di forze in gioco è dalla parte di Israele, e non dalla nostra. Essi hanno tutti gli assi nella manica, mentre i palestinesi non hanno alcunché su cui fare affidamento.

In seguito è entrata in politica, venendo eletta membro del Consiglio Legislativo Palestinese, e presenziando regolarmente al Forum sociale mondiale. É inoltre membro dell’Unione generale delle donne palestinesi. Appare di frequente sulle trasmissioni delle reti arabe.

Nel novembre 2017 doveva tenere una conferenza a Napoli ma la lobby sionista, il ministro Minniti del Pd e quindi la Digos hanno impedito lo sbarco.

Vive ad Amman, in Giordania, dove è sposata con il fisico Fayez Rashid Hilal da cui ha avuto due figli, Bader e Bashar.

Guarda “Story of Leila Khaled | Heroine of Muslim Ummah”:

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