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Il massacro di Wounded Knee

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Il massacro di Wounded Knee del 29 dicembre 1890 è il nome con cui è passato alla storia un eccidio di Miniconjou, un gruppo di Lakota Sioux, da parte dell’esercito degli Stati Uniti d’America nella valle del torrente Wounded Knee (letteralmente ”Ginocchio Ferito”).

Negli ultimi giorni dell’anno 1890, la tribù di Miniconjou guidata da Piede Grosso, alla notizia dell’assassinio di Toro Seduto, partì dall’accampamento sul torrente Cherry per recarsi a Pine Bridge, sperando nella protezione di Nuvola Rossa.

Erano mesi infatti che il governo dei bianchi toglieva l’erba da sotto i piedi delle tribù indiane attraverso recinzioni e concessioni minerarie, stermini di bisonti (che segnavano la fine di un’antica economia di sussistenza) e segregazioni all’interno delle riserve. Sempre più tribù si appellavano al movimento spirituale promosso da Wovoka, la Ghost Dance, che prometteva loro di restituirgli il mondo com’era prima dell’arrivo dell’uomo bianco; in tutte le riserve si poteva assistere infatti a danze frenetiche ed estenuanti eseguite da centinaia di indiani speranzosi di potersi conquistare un futuro meno triste del presente. Durante il viaggio verso Pine Bridge, nella notte tra il 28 e il 29 dicembre la cavalleria del Settimo Reggimento guidata dal colonnello George A. Forsyth intercettò e radunò più di trecento Sioux guidati dal capo Grande Piede.

Fu chiaro fin da subito che l’intento del colonnello e dei suoi squadroni di cavalleria era quello di compiere una strage: tredici anni prima infatti, a Little Big Horn, Cavallo Pazzo e Toro Seduto avevano sconfitto e umiliato proprio il Settimo Reggimento, allora comandato da George A. Custer. Forse c’era voglia di chiudere i conti. I Sioux erano stanchi, infreddoliti e nervosi, fermi e tenuti sotto tiro da diverse ore. Qualcuno di loro cominciò a danzare; altri seguirono l’esempio. I bianchi si agitarono, ma l’ordine di smettere di danzare rimase inascoltato. Forsith fece quindi puntare quattro cannoni contro la piccola folla. Ordinò il fuoco a seguito di un gesto dello sciamano Uccello Giallo che guidava la danza e che lanciò in aria una manciata di polvere secondo il rituale della Danza degli Spiriti. 153 furono gli indiani (soprattutto donne e bambini) che persero la vita a Wounded Knee, gran parte dei feriti morirono invece assiderati cercando di allontanarsi dal luogo del massacro. Venticinque soldati furono uccisi, molti probabilmente vittime accidentali dei loro compagni. Gli ufficiali responsabili della strage furono ricompensati con venti medaglie al valore militare.

 

 

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