InfoAut
Immagine di copertina per il post

Ivan Della Mea

||||

Ivan Della Mea è morto il 14 giugno 2009.

Così lo ricorda Pino Bertelli in una lettera a lui dedicata:

 

«Ciao a te, Ivan,

ti vedo lì, insieme a tuo fratello, Luciano, nella vita sognata degli angeli ribelli, stretti a schiere di compagni di strada a cantare con il disincanto dei poeti del pugno chiuso contro il cielo del potere, i desideri, i sogni, la critica radicale di uomini, donne appassionati al ribaltamento di prospettiva di un mondo rovesciato, insorti in difesa dei popoli sfigurati, violati e impoveriti a margine delle democrazie dello spettacolo.» (…) «…cantavi come un trovatore d’idee di amore, di resistenza e libertà» (…) «Le tue canzoni libertarie hanno accompagnato i “ragazzi gioiosi” del ‘68 fino ai nostri giorni e niente può far scomparire la tua voce e le tue ballate dal cuore di molti… le tue canzoni hanno investito la morale dei padroni e ridicolizzato la genuflessione dei servi…» (…) «I dannati della terra… (…) … hanno accompagnato i tuoi passi nella storia degli ultimi e portato ovunque un uomo soffriva, la solidarietà, la fratellanza, la condivisione delle lotte sociali per seminare il reincanto del mondo.»

 

Anche Roberto Massari, editore, parla di Ivan:

 

«… uno dei primissimi cantautori italiani… (…) certamente tra i più impegnati nella lotta dalla parte degli oppressi (di tutti gli oppressi), Ivan scrisse nel ‘67 la canzone politicamente più guevarista che ci sia dato conoscere, dal titolo inconfondibile: “Creare, due, tre, molti Vietnam.” Indimenticabile il primo verso… (…) forte, vibrante, tra lo slogan urlato e un canone gregoriano prolungato… che scandisce: “il-do-ve-re-del-ve-ro-ri-vo-lu-zionaaaaario è fa-re la ri-vo-lu-ziooooooneeeeee”, e poi via con i riferimenti diretti al pensiero del Che e alle guerriglie di allora.»

 

Chi ha conosciuto Ivan può considerarsi un privilegiato, ma anche chi ha solo ascoltato e cantato le sue canzoni lo è; perché nelle canzoni di Ivan ci si ritrovava: c’era il sangue versato dall’umanità nei marciapiedi della storia. C’è tutta la tribolata sofferenza del vivere del proletariato che in più di cento anni di storia contro il capitalismo padronale non è riuscito ad abbattere, né – nonostante interminabili gesti di rivolta – a liberarsi dal giogo dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Nella sua canzone c’era e ci sono lacrime di gioia viva, di dolore profondo, di rabbia e di solidarietà… nella sua canzone c’è posto per chiunque avesse e abbia volontà di vivere, voglia di libertà, passione rivoluzionaria; per chiunque lottasse e lotti per abbattere le proprie catene con il sorriso sulle labbra e il piacere del rischio. Canti e storie di vite vissute che hanno riempito le piazze e affollato i cortei della metà del secolo passato dove ci si riconosceva e ci si univa e le sue parole non erano “trovate” da parolieri per canzonette, ma messaggi e strumenti di rivolta, nel lungo sogno del 68.

Come non ricordare la struggente “O cara moglie” (sulla condizione operaia) e “Nel mondo il rosso è diventato giallo” (una riflessione sul partito, sull’organizzazione del proletariato, sulla denuncia dello stalinismo). Con lui e assieme a lui – in quegli anni – hanno fatto scuola Paolo Pietrangeli (“Contessa”), Pino Masi (“Quella notte davanti alla Bussola”, “La ballata della Fiat”), il veneziano Gualtiero Bertelli (“Nina ti te ricordi”, “Suona la sirena”), Giovanna Marini (“La violenza”), interpretando al meglio la voglia di cambiamento di un movimento che aveva creduto nella rivoluzione.

Mi piace terminare questo ricordo di Ivan, con una canzone – non molto conosciuta, ma molto attuale – scritta nell’occasione di un raduno partigiano a Milano (9 maggio 1965) a 20 anni dalla liberazione con l’ironia sarcastica di chi sa da che parte stare: 9 MAGGIO – “E nei giorni della lotta / rosso era il mio colore, / ma nell’ora del ricordo / oggi porto il tricolore. // Tricolore per la piazza, / tricolori i partigiani: / siamo tutti italiani, / viva viva la nuova unità! // E se vi va bene il liberale, / con Andreotti e il tricolore, / Io vi dico: siete fottuti / vi siete fatti incastrare… //

 

Guarda “Rosso Un Fiore – Ultimo Saluto per Ivan Della Mea”:

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

Accadeva Oggi

  1. 1959

    Immagine di copertina per il post

    Nascita di ETA

    Euskal Herria (Paesi Baschi) si trova sulla costa atlantica nella regione di confine tra Spagna e Francia. In Spagna comprende le tre province della Comunità autonoma dei Paesi Baschi e la Provincia della Navarra e in Francia i Paesi Baschi settentrionali nella parte occidentale dei Pirenei atlantici. Nei Paesi Baschi, alla fine del XIX secolo […]

  2. 1973

    Immagine di copertina per il post

    Padova – Seminario a Padova

    I materiali che proponiamo alla lettura in questo numero di «Potere operaio» (l’ultimo), sono gli atti del seminario tenuto a Padova dal 28 luglio al 4 agosto 1973. Dopo il convegno di Rosolina che sancisce la crisi di P. O. al seminario prenderà forma l’Autonomia Operaia in forma organizzata. Tra i partecipanti Emilio Vesce, Gianfranco […]

  3. 1983

    Immagine di copertina per il post

    Il campeggio antinucleare di Comiso – parte prima

    Sin dalle prime giornate i compagni e le compagne presenti al campeggio lavorano affinchè l’assemblea diventi il luogo decisionale, il mezzo d’espressione di un movimento popolare e di massa, che parta dal basso, rifiutando ogni delega, per mettere in campo varie e significative iniziative contro la base missilistica.    All’inizio degli anni ottanta Comiso, un […]