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Carlos Fonseca

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Carlos Fonseca Amador, uno dei principali fondatori del Frente Sandinista de Liberación Nacional (insieme a Tomás Borge Martínez, Santos López e Silvio Mayorga), cadde in battaglia, nella regione di Zinica, per mano dei somozisti, l’8 novembre 1976.

Fonseca rimase vittima di un’imboscata insieme ad altri guerriglieri del Fsln tra cui Benito Carvajal e Crescencio Aguilar. Si narra che quando un militare della Guardia nazionale somozista comunicò la notizia della sua morte ai sandinisti imprigionati dal regime, Tomás Borge rispose: “Carlos Fonseca es de los muertos que nunca mueren”

Nato a Matagalpa il 23 giugno1936, Fonseca dedicò la sua vita a combattere per la liberazione del Nicaragua dal somozismo. All’università, in qualità di studente di diritto, iniziò a conoscere il marxismo e già a 20 anni, nel 1956, cadde una prima volta nelle mani della polizia di Anastasio Somoza.

Nel 1961 dette vita al Movimiento Nueva Nicaragua insieme ad alcuni dei futuri fondatori del Frente Sandinista come Silvio Mayorga e Tomás Borge e, sempre con loro, gettò le basi per il primo foco guerrillero contro il somozismo nel 1959. Proprio nel corso di una riunione del Movimiento Nueva Nicaragua, Carlos Fonseca propose di far nascere il Frente Sandinista de Liberación Nacional come organizzazione guerrigliera.

Gli ideali che animavano allora Fonseca erano quelli per cui, ancora oggi, combattono i movimenti sociali nell’intera America latina: lotta alle disuguaglianze sociali, redistribuzione della ricchezza, diritto alla terra. Il fondatore del Frente sandinista, purtroppo, non riuscì a vedere il suo paese libero, né l’ingresso trionfale dei suoi compagni a Managua e quegli anni che trasformarono il Nicaragua in una speranza per tutto il continente latinoamericano e non solo, ma di certo dette un contributo di altissimo livello.

Impossibile raccontare nel dettaglio la vita avventurosa di Fonseca.

Venditore di strada del giornale Unidad del Partido Socialista Nicaragüense, nel 1955 Fonseca aderisce al Partido Socialista, ma soprattutto, in qualità di studente di diritto, insieme agli inseparabili Silvio Mayorga e Tomás Borge fonda una cellula marxista dedita a distribuire quotidiani studenteschi ed altre “letture sovversive” per ammissione dello stesso Tomás Borge.

Dopo aver viaggiato a Mosca e negli altri paesi del Centroamerica, Fonseca cerca di organizzare i giovani nicaraguensi fondando la Juventud Democrática Nicaragüense (JDN), che inizia a rappresentare un problema per la dittatura somozista, tanto da trovarsi di nuovo nelle carceri del regime prima di essere deportato in Guatemala.

Da lì si reca in Honduras per unirsi alla colonna guerrigliera Rigoberto López Pérez, che viene quasi del tutto debellata e lo stesso Fonseca, ferito ad un polmone da una pallottola, rischia la vita, ma nemmeno questo serve a farlo desistere dai suoi ideali di giustizia sociale.

Nel 1960, quando torna in Nicaragua, Fonseca entra ed esce più volte dalle prigioni somoziste e in Guatemala conosce Luis Augusto Turcios Lima, futuro comandante delle Fuerzas Armadas Revolucionarias – Far. In occasione di una delle sue innumerevoli permanenze in carcere, l’8 giugno 1964 scrive il celebre Desde la cárcel yo acuso la dictadura e, in risposta al governo che decide di tenerlo prigioniero per ulteriori 6 mesi, scrive Esta es la verdad, in cui rifiuta le accuse del somozismo.

Instancabile organizzatore e agitatore sociale Carlos Fonseca prosegue il suo lavoro politico, insieme agli altri componenti del Frente, a Managua e sulle montagne, fino a creare le prime basi guerrigliere.

Ormai Carlos Fonseca si trasforma nel ricercato numero uno della Guardia nazionale somozista che, nel 1973, annuncia prematuramente la sua morte, subito smentita.

Dichiarato eroe nazionale nel 1980, Fonseca rappresenta tuttora un simbolo di lotta e un esempio per l’intera America latina.

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