InfoAut
Immagine di copertina per il post

Giustizia o “eccidio” a Schio????

||||
||||

Questi gli antefatti del cosiddetto eccidio di Schio avvenuto nelle giornate tra il 6 e il 7 luglio 1945:

“A metà aprile, un paio di settimane prima della liberazione, il partigiano Giacomo Bogotto, tornato a casa per trovare la moglie, fu catturato dalle brigate nere scledensi, portato nella caserma di via Carducci e lì sottoposto a crudeli sevizie.

Gli furono tolti gli occhi con una particolare e crudele tecnica usata poi anche in Cile (scaldando una pietra la si schiaccia sulla palpebra fin tanto che tutta l’orbita dell’occhio vi rimane attaccata) e infine fu sepolto, ancora vivo, nel cortile interno dell’edificio con una grossa pietra nel ventre. Si dà per quasi certo che fosse ancora vivo, poiché una volta riesumata la salma, la posizione degli arti era tale da far pensare che il povero Giacomo aveva cercato di graffiare la terra che lo soffocava.

Nel gennaio dello stesso anno era stato ucciso dalle brigate nere il fratello Germano. Prelevato anch’egli da casa e condotto nelle carceri di Schio, fu torturato con scosse elettriche tali da provocarne convulsioni per lunghi periodi: come da testimonianze al ritorno in cella non era in grado di prendere sonno dalle convulsioni. Condotto poi alle carceri giudiziarie di Vicenza, a seguito di ulteriori torture e sevizie spirò il 18 gennaio. Natalino Bogotto l’altro fratello, invece, non fece più ritorno dalla Russia.

A seguito di questi ed altri eventi Schio liberata chiese alle autorità giustizia, una giustizia che tardava a venire per motivi politici e quando il 27 giugno del 1945 una camionetta degli alleati scaricò in piazza l’unico sopravvissuto dei 14 antifascisti deportati a Mauthausen-Gusen e Dachau, tale William Piericchi ridotto a 38 chili, vi fu un forte moto di rabbia popolare e il giorno successivo un’enorme folla si radunò nella piazza principale del paese chiedendo giustizia; poiché giustizia non arrivava, anzi si cercò diplomaticamente di chiudere le vicende, la rabbia rimontò quando il capitano Chambers, responsabile alleato dell’ordine cittadino, accese ancor di più gli animi annunciando che se non fossero state presentate denunce entro 5 giorni le persone arrestate senza esposto sarebbero state liberate.

Nel carcere vi erano gerarchi responsabili delle torture e delle morti e militanti della Repubblica Sociale. Il 6 luglio un gruppo di ex partigiani della brigata Garemi, approfittando del momento in cui il carcere fu lasciato volutamente sguarnito per ordine di Chambers, assaltò il portone, alla cui guardia vi erano solamente 6 civili, e attuarono quella giustizia reclamata a furor di popolo da una piazza gremita, ai funerali dei partigiani.54 fascisti/e furono giustiziati sul posto. Da un popolo scledense rimasto inorridito dall’esposizione nell’orto (ora cortile della biblioteca), proprio per far capire che cosa facevano le brigate nere, della salma del partigiano Giacomo Bogotto in cui si vedevano i chiari segni di tortura perpetuati e la morte orribile a cui era stato condannato.

A distanza di anni non si può comprendere la storia e cosa passasse per la testa del popolo scledense in quei giorni tragici. Ma negare o revisionare la storia di questa città oggi, come fanno molti “democratici” è un atto di ipocrisia. Il revisionismo storico che si è fatta a Schio (e non solo) è un atto vergognoso e che oltraggia i tanti che hanno dato la vita per liberare Schio e l’Italia dall’oppressore.

Guarda “Eccidio di Schio. La strage partigiana“:

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Aggiornamenti dalla vertenza ex Ilva: ritiro parziale del piano del governo (video)

La vertenza di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, è tornata nelle ultime settimane al centro del dibattito nazionale.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Il prezzo da pagare per il lavoro: condannati a due anni e due mesi di reclusione

Nel primo pomeriggio di venerdì 5 dicembre Maria, Eddy, Dario, Vincenzo, Enrico, Marco, Luigi, Davide, tutte/i compagne/i del nostro movimento dei disoccupati organizzati sono state/i condannate/i in primo grado a due anni e due mesi

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Germania: “Non siamo carne da cannone”, sciopero studentesco contro il servizio militare. Il Bundestag approva la leva

Nuova giornata di sciopero contro il servizio militare da parte di studenti e studentesse tedeschi, mentre si votava nelle aule del Bundestag la riforma della leva del governo di Friedrich Merz.

Immagine di copertina per il post
Culture

Imparare a lottare: la mia storia tra operaismo e femminismo

Torna disponibile in una nuova edizione ampliata, nella collana Femminismi di ombre corte,  L’arcano della riproduzione di Leopoldina Fortunati, uno dei testi di riferimento nella teoria femminista marxista italiana — e non solo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armi e appalti: l’Italia mantiene aperto il canale con l’industria militare israeliana

Nonostante la campagna di sterminio contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato continuano ad equipaggiare i propri reparti di pronto intervento rifornendosi presso le più importanti aziende israeliane.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Morte di Ramy Elgaml: altri due indagati per falso tra i carabinieri premiati con l’Ambrogino d’Oro

Altri due carabinieri sono stati iscritti nel registro degli indagati con le accuse di aver fornito false informazioni al pubblico ministero e di falso ideologico in atti pubblici nell’ambito dell’indagine sulla morte di Ramy Elgaml

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Genova: corteo operaio sotto la Prefettura. Sfondate le reti della polizia, lacrimogeni sulle tute blu

La rabbia operaia continua a riempire le strade della città ligure contro il (non) piano del governo Meloni sul destino di migliaia di operai ex-Ilva e sul futuro del comparto siderurgico in Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Presidio permanente di San Giuliano: dove abbattono case, noi costruiamo resistenza!

Martedì 2 dicembre, durante l’assemblea popolare, i/le giovani No Tav, hanno fatto un importante annuncio: casa Zuccotti, dopo essere stata espropriata da Telt, torna a nuova vita.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino: riflessioni attorno “all’assalto squadrista alla sede della Stampa” e alla libertà di informazione

Il centro sociale Askatasuna di Torino è tornato al centro del dibattito politico nazionale dopo l’azione alla redazione de La Stampa del 28 novembre durante la manifestazione nel giorno dello sciopero generale

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Appello di docenti, ricercatori e ricercatrici universitarie per la liberazione di Mohamed Shahin

Riportiamo l’appello di docenti, ricercatori e ricercatrici per la liberazione di Mohamed Shahin, per firmare a questo link.