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LC e le femministe verso lo scioglimento

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Il 6 dicembre 1975, in una grande manifestazione per l’aborto avvenne la prima espressione visibile di separazione tra Lotta Continua e il Movimento femminista.

Un esponente dell’organizzazione extraparlamentare ricevette uno schiaffo per aver forzato il servizio d’ordine che impediva agli uomini l’accesso al corteo e ebbe luogo un tafferuglio.

Sugli incidenti che ne nacquero si dibatté poi a lungo sia in Lotta Continua che nell’ intera galassia della sinistra radicale.

Le manifestazioni di sole donne diventarono una pratica comune, vi fu una rottura dello schema classico.

Le donne rivendicavano il loro diritto ad agire sia all’interno delle lotte che a livello personale, in modo autonomo ed indipendente dagli uomini.

Questa politica delle donne e le sue espressioni furono sempre meno conciliabili con la politica dei gruppi.

L’esplosione del movimento femminista fu una contraddizione lacerante, che trovò le organizzazioni impreparate.

E la difficoltà si trasformò in una consistente spaccatura che si ripropose per lungo tempo dentro i movimenti. Anche per questo la forma politica dei gruppi andò verso l’esaurimento che fu sancito con il congresso di Rimini di LC del 1976.

La fuoriuscita delle donne da diversi contesti politici del tempo si dovette ad una critica a livello culturale; secondo le femministe alcune prassi della politica extraparlamentare fino ad allora presente riproducevano forme di dominio, che in altri contesti della società venivano ugualmente patite e denunciate. Per lungo tempo questo dibattito restò aperto dentro il movimento venturo del ’77.

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