InfoAut
Immagine di copertina per il post

Giovanni Pesce–Senza Tregua

||||

Giovanni Pesce ci lasciava il 27 luglio 2007. È dalla sua opera più famosa, Senza Tregua, che iniziò a raccontare da vicino la guerra dei GAP (che appunto è il sottotitolo del libro), e resta tutt’oggi una delle poche sull’argomento. È merito di Pesce se oggi conosciamo la figura eroica di Dante Di Nanni, altrimenti destinato all’oblio come i tanti giovani partigiani che si batterono contro l’oppressione fascista.

Giovanni Pesce ci lasciava il 27 luglio 2007. È dalla sua opera più famosa, Senza Tregua, che iniziò a raccontare da vicino la guerra dei GAP (che appunto è il sottotitolo del libro), e resta tutt’oggi una delle poche sull’argomento. È merito di Pesce se oggi conosciamo la figura eroica di Dante Di Nanni, altrimenti destinato all’oblio come i tanti giovani partigiani che si batterono contro l’oppressione fascista.

Il titolo di questo libro – modesta opera che dedico a mia figlia Tiziana e ai giovani che, oggi impegnati nello studio e nel lavoro, si preparano ad essere gli uomini e le donne di domani – consacra l’impegno di chi vuole andare avanti. I gappisti, gli uomini dei quali si racconta in questo volume, non si fermarono mai davanti a nessun ostacolo, a nessun pericolo. Le loro gesta occupano un posto di rilievo nella storia della Resistenza popolare contro nazisti e fascisti.

 

Chi furono i gappisti?

Potremmo dire che furono “commandos”. Ma questo termine non è esatto. Essi furono qualcosa di più e di diverso di semplici “commandos”. Furono gruppi di patrioti che non diedero mai “tregua” al nemico: lo colpirono sempre, in ogni circostanza, di giorno e di notte, nelle strade delle città e nel cuore dei suoi fortilizi.

Con la loro azione i gappisti sconvolsero più e più volte l’organizzazione nemica, giustiziando gli ufficiali nazisti e repubblichini e le spie, attaccando convogli stradali, distruggendo interi parchi di locomotori, incendiando gli aerei sui campi di aviazione. Ancora non sappiamo chi erano i gappisti.

Sono coloro che dopo l’8 settembre ruppero con l’attendismo e scesero nelle strade a dare battaglia, iniziarono una lotta dura, spietata, senza tregua contro i nazisti che ci avevano portato la guerra in casa e contro i fascisti che avevano ceduto la patria all’invasore, per conservare qualche briciola di potere.

Gli episodi più straordinari e meno conosciuti di questa lotta si svolsero nelle grandi città, dove il gappista lottava solo e braccato contro forze schiaccianti e implacabili; sono coloro che colpirono subito i nazisti sfatando il mito della loro supremazia e ricreando fiducia negli incerti e nei titubanti i quali ripresero le armi in pugno.

I gappisti non furono mai molti: alcuni erano giovanissimi, altri avevano dietro di sé l’esperienza della guerra di Spagna e la severa disciplina della cospirazione, del carcere fascista e del confino. Tutti, nel difficile momento dell’azione, nelle giornate drammatiche della reazione più violenta, quando la vita era sospesa a un filo, a una delazione, a una retata occasionale, tutti, giovani e anziani, seppero trovare la forza e la coscienza di non fermarsi. Soprattutto, i gappisti furono uomini che amavano la vita, la giustizia; credevano profondamente nella libertà, aspiravano a un avvenire di pace, non erano spronati da ambizione personale, da arrivismo, da calcoli meschini.

Erano dei “superuomini”? No di certo. Erano soltanto degli uomini, ma degli uomini dominati dalla volontà di non dare mai tregua al nemico. Il loro orgoglio aveva radici profonde: coscienti del sacrificio di tutti coloro che avevano sofferto impavidi carcere, persecuzioni, sevizie ne rivendicavano la grandezza e l’insegnamento. Senza l’autorità dei vecchi militanti che avevano sofferto galera, confino ed esilio, durante il ventennio fascista, ai dirigenti non sarebbe stato possibile esigere dai gappisti, dai partigiani, la disciplina più severa che conduceva spesso alla morte più straziante, né ai combattenti avere il cuore saldo per affrontarla. Era soltanto orgoglio ed entusiasmo lo spirito che animò i gappisti? Era un legame di reciproca fiducia tra i vecchi militanti e i giovani, tra coloro che avevano dimostrato di saper resistere sulla via giusta aprendo nuove prospettive e coloro che si inserivano in una lotta che era la lotta eterna contro la sopraffazione, il privilegio, la schiavitù. Senza gli antichi legami del presente oscuro col passato glorioso, davvero non vi sarebbe stata la guerra di liberazione, non avremmo riscattato l’onta del fascismo, “non avremmo conquistato il diritto di essere un popolo libero e indipendente”.

Nel libro sono dedicate alcune pagine alla guerra di Spagna. Se è vero che in terra spagnola il fascismo fece la prova generale della successiva aggressione all’Europa è altrettanto vero che in Spagna si formarono, si temprarono i valorosi combattenti della Resistenza italiana ed europea. Combatterono il fascismo in Spagna gli organizzatori e i comandanti gappisti come Barontini, Garemo, Rubini, Bonciani, Leone, Bardini, Roda, Spada ed altri. Ed è proprio in virtù degli antifascisti italiani delle Brigate Internazionali che la Resistenza italiana poté contare, fin dall’inizio, su molti uomini politicamente e militarmente preparati, pronti cioè ad affrontare con mezzi di fortuna un nemico bene organizzato. Via via questi stessi uomini seppero raccogliere attorno a sé altri combattenti che si buttarono con decisione nella mischia e lottarono con intelligenza e coraggio fino alla Liberazione.

Il racconto delle loro gesta non vuole essere soltanto un’ampia elencazione o illustrazione di episodi di guerra. “Senza tregua” ha una morale profondissima valida oggi come ieri. È un insegnamento che gli uomini, i giovani che furono impegnati in drammatiche battaglie, hanno consegnato ad altri uomini, ad altri giovani, oggi impegnati nel lavoro o nello studio, perché sappiano lottare per le libere istituzioni, la giustizia, la libertà, la democrazia. Anche ora si devono infrangere le resistenze al progresso, si deve conquistare maggiore democrazia nelle fabbriche e nelle scuole; anche ora si deve lottare per la pace nel mondo; anche ora è dunque necessario lottare senza tregua.

I morti e i vivi si affollano nelle pagine del libro. Sono volti sempre nuovi, pochi diventano familiari perché pochi scampano. Sembra di averli lasciati all’angolo di una strada e di ritrovarli dopo. Li ritroviamo oggi. Riemergono nell’abisso della memoria i molti che la morte ha ingoiato. Gli altri sono diventati diversi: la vita “normale” ha disperso quelli che un periodo di vita eccezionale aveva riunito una volta. Il tempo di “Senza tregua” è diventato una leggenda. Alcuni dei suoi eroi militano in differenti uniformi o addirittura non militano affatto. Che è rimasto dell’eroismo degli uomini? Soltanto la cara memoria dei martiri e il ricordo dei migliori? Gli uomini creano e scompaiono. E le loro opere? E l’opera più solida è l’Italia antifascista, la pace, la fratellanza dei popoli. È l’opera dei protagonisti di Senza tregua. Tocca ai giovani continuare sulla strada maestra, ai giovani continuare la Resistenza.

Giovanni Pesce

 

Guarda “Senza tregua – Intervista a Giovanni Pesce – 1

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giornata di mobilitazione per il clima e a sostegno della Palestina.

Da Nord a Sud Italia questa mattina lo sciopero climatico lanciato da Fridays For Future ha riempito le piazze di giovani e giovanissimi che hanno ribadito le connessioni stringenti tra la devastazione dei territori e le guerre, rappresentando un forte grido in sostegno alla Palestina.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Parigi: marcia contro il razzismo e islamofobia vietata dalla prefettura.

Il 21 aprile è prevista una importante marcia contro il razzismo e l’islamofobia, per la tutela dei giovani che nei quartieri popolari sono sistematicamente obiettivo della violenza e del razzismo della polizia e dello Stato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello alla mobilitazione in sostegno alla popolazione di Gaza ed alla resistenza palestinese

Ci appelliamo a tutt3 coloro che vogliono sostenere la resistenza del popolo palestinese per difendere una prospettiva universale di autodeterminazione, uguaglianza, equità e diritti.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Lavoro: maxi-sequestro a GS (Gruppo Carrefour). Quale futuro attende lavoratori e lavoratrici?

Si arricchisce di ulteriori dettagli il maxisequestro della Procura di Milano (65 milioni di euro) a Gs spa, il gruppo di 1.500 supermercati italiani di proprietà del colosso francese Carrefour.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attacco iraniano a Israele: quali conseguenze per il Libano?

Lo Stato ebraico potrebbe intensificare la lotta contro Hezbollah, ma secondo gli esperti una guerra aperta sul territorio libanese è improbabile.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sapienza: un racconto della giornata di ieri (17 aprile)

Il 17 aprile in Sapienza è stata una giornata di lotta e smascheramento dei rapporti che l’università coltiva (e non vuole interrompere) con la guerra e Israele.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Cosa vuol dire un’università libera?

In TV e sui giornali si è scatenata la canea mediatica nei confronti degli studenti e delle studentesse universitarie che richiedono la fine degli accordi di ricerca militari o di dual use con le università israeliane.

Immagine di copertina per il post
Culture

Altri Mondi / Altri Modi – Conclusa la seconda edizione. Video e Podcast degli incontri

La seconda edizione del Festival Altri Mondi/Altri Modi si è chiusa. E’ stata un’edizione intensa e ricca di spunti: sei giorni di dibattiti, musica, spettacoli, socialità ed arte all’insegna di un interrogativo comune, come trovare nuove strade per uscire dal sistema di oppressione, guerra e violenza che condiziona quotidianamente le nostre vite?

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Paese Mapuche: il popolo mapuche convoca una marcia a Temuco contro un megaprogetto elettrico

Viene convocata anche per chiedere la fine della promulgazione e dell’applicazione di leggi che cercano di fronteggiare i genuini processi di rivendicazione territoriale che comunità e Pu lof portano avanti in attesa della ricostruzione e liberazione nazionale mapuche.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Gavio e ndrangheta. Le mani dei boss del cemento su TAV ed autostrada

Facciamo il punto su quanto emerso finora dall’indagine Echidna che ha scoperchiato il vaso di pandora dei rapporti tra politica, criminalità organizzata e imprenditori in Piemonte nel segno del cemento.