InfoAut
Immagine di copertina per il post

Operazione Anthropoid: giustiziato il boia di Praga

||||
||||

Reinhard Heydrich,il boia di Praga, definito “l’uomo più pericoloso del Terzo Reich”, fu uno dei principali assertori della “soluzione finale”, che prevedeva l’uccisione di tutti gli ebrei nei territori occupati dalla Germania nazista. Lo stesso Hitler definì il generale “l’uomo con il cuore di ferro”, inviato nel cosiddetto Protettorato di Boemia e Moravia per reprimere qualsiasi tentativo di ribellione da parte dei cechi. Heydrich prese sul serio il proprio compito: migliaia di persone furono arrestate e giustiziate, mentre molte altre furono mandate nei campi di concentramento.

L’obiettivo finale del generale era quello di deportare in Russia fino a due terzi della popolazione del suo “protettorato”, oppure sterminarla. Heydrich fece chiudere tutte le organizzazioni pubbliche che in qualche modo esprimessero i valori della cultura ceca.

Il governo cecoslovacco in esilio a Londra decise di pianificare l’assassinio di Heydrich, con l’operazione chiamata Anthropoid, che in greco significa “dall’aspetto umano”, proprio per sottolineare la mancanza di sentimenti “umani” del generale nazista.

Due membri della resistenza ceca, Jan Kubiš e Jozef Gabčík, furono addestrati in Scozia dalla Royal Air Force, e paracadutati, insieme a sette altri combattenti, in patria. Il progetto era quello di eliminare Heydrich mentre era a bordo della sua Mercedes-Benz decappottabile.

Il 27 maggio 1942 Heydrich si stava recando come al solito in ufficio, accompagnato dall’autista. In un punto in cui l’automobile era costretta a rallentare, si era appostato Gabčík, che aprì il fuoco, ma la sua mitragliatrice si inceppò. Il generale ordinò all’autista di fermarsi, ed estrasse la sua pistola. Jan Kubiš, il secondo attentatore, comprese benissimo quello che stava succedendo, e lanciò una bomba a mano sotto la Mercedes.

Nonostante l’esplosione, sia Heydrich sia l’autista non morirono, e fecero fuoco contro i due aggressori, che riuscirono fortunosamente a scappare: Gabčík, con una seconda arma ferì alle gambe l’autista, e poi salì su un tram, fingendosi un normale passeggero; il generale, ormai senza munizioni, si fece sfuggire Kubiš, che si allontanò in bicicletta.

I due attentatori erano convinti di aver fallito l’obiettivo, ma Heydrich invece morì, il 4 giugno 1942, a causa di una setticemia sopraggiunta dopo il suo ricovero in ospedale. L’uomo era infatti stato ferito gravemente dalla granata, ed il contatto della milza con l’imbottitura della Mercedes su cui viaggiava, in crini di Cavallo, lo condussero rapidamente alla fine.

L’assassinio di un gerarca di così alto livello scatenò una violenta ritorsione: migliaia di sospettati di tradimento o di fiancheggiamento furono arrestati, e molti giustiziati senza processo. Il villaggio di Lidice fu raso al suolo per rappresaglia: 199 uomini furono fucilati; 95 bambini furono fatti prigionieri e mandati nei campi di sterminio, dove morirono tutti, tranne gli otto che erano stati adottati da famiglie tedesche (evidentemente rispondevano ai canoni ariani); le 195 donne del villaggio finirono nel campo di concentramento di Ravensbruck.

Nel frattempo, a Praga, i paracadutisti rimanevano nascosti nei sotterranei della Chiesa dei Santi Cirillo e Metodio, grazie al supporto di vari membri della chiesa ortodossa (che poi furono tutti giustiziati). Tuttavia, la morsa del terrore con cui i tedeschi avevano stretto la città, alla fine diede dei risultati: uno dei paracadutisti tradì i suoi compagni.

Il 18 giugno del 1942 due battaglioni delle SS circondarono la chiesa, per stanare i sette paracadutisti rifugiati nella catacomba.

Tre di loro, tra cui Kubiš, per cinque ore opposero resistenza dal patio della chiesa, nel tentativo di proteggere gli altri quattro, nascosti nella cripta. Morirono tutti, ma i tedeschi capirono comunque che altri patrioti erano presenti nel sotterraneo. Ripresero quindi l’assalto, tentando anche di inondare la cripta.

I quattro superstiti, con l’acqua che saliva e ormai senza munizioni, decisero di usare l’ultima pallottola di ciascuno per suicidarsi.

Guarda “Teledurruti – Onore ai martiri Ceki che uccisero il boia nazista Heydrich (parte seconda)“:

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Lo Stato in assetto di guerra contro il dissenso

Ieri la polizia, ha sgomberato lo storico centro sociale torinese Askatasuna, occupato da 30 anni.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sgombero Askatasuna. Giorgio Rossetto: “Rispondere logorando l’avversario come in Val Susa”

Bisogna accettare i terreni anche quando non si sono scelti, il terreno del conflitto, della lotta, a volte anche dello scontro e l’esercizio della forza da parte dei movimenti

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Aska non è sola – Solidarietà in tutta Italia contro lo sgombero

Dallo sgombero di questa mattina sono decine i comunicati di solidarietà e prese di posizione di collettivi e realtà in tutta Italia contro l’attacco verso lo storico centro sociale torinese.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Askatasuna: “È solo l’inizio. Per voi.”

Questa mattina è avvenuto lo sgombero di Askatasuna, storico centro sociale torinese attivo da quasi tre decadi.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Rexhino “Gino” Abazaj di nuovo arrestato a Parigi: il rischio di una nuova estradizione verso l’Ungheria

Nonostante il rifiuto della giustizia francese all’estradizione verso l’Ungheria di Orbán, il militante antifascista italo-albanese è stato arrestato su mandato tedesco.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Milano: maxi-operazione di polizia a Baggio. Sgomberati alloggi popolari ed utenze tagliate

Ieri mattina una maxi-operazione interforze disposta dalla prefettura ha impiegato quasi 250 uomini delle FFOO per effettuare 2 arresti e controllare oltre 600 persone, quasi per la metà di origine non italiana.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ancora catene da spezzare – Appunti su pratiche di libertà e ed autodifesa

Negli ultimi anni, all’interno dei movimenti transfemministi italiani ed europei, si è manifestata una dinamica preoccupante: l’uso di linguaggi e strumenti nati per la liberazione come dispositivi di delegittimazione e controllo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nasce “HUB”, un bollettino sulla militarizzazione e le resistenze dei territori

Dal lavoro congiunto di mobilitazione, organizzazione e inchiesta degli ultimi mesi che ha coinvolto diverse realtà e lavoratorə di Pisa, Firenze, Livorno, La Spezia e Carrara nasce il primo numero di “HUB”

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Mohamed Shahin è libero!

Di seguito ripubblichiamo il comunicato della campagna Free Mohamed Shahin che annuncia la felice notizia della sua liberazione e un contributo dell’avvocato Gianluca Vitale.