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Torino: Einstein occupato, le necessità delle occupazioni oggi

Riprendiamo di seguito il comunicato di occupazione degli studenti e delle studentesse della scuola Einstein di Torino che riportano le motivazioni dell’iniziativa in corso da questa mattina. Buona lettura!

Come collettivo studentesco del liceo Einstein tenevamo a fare un po’ di chiarezza su quelle che sono le motivazioni e le velleità che in questa fase spingono la necessità dell’occupazione, a livello cittadino e nazionale, tra le prime che interessano gli studenti e le studentesse.
All’alba nel nuovo anno ci si pone come irrimandabile la necessità di formulare un’analisi e un conseguente punto di vista rispetto al contesto politico che si sta consolidando sul territorio italiano. Il governo a guida Meloni non ha atteso per assumere una postura di assoluta chiusura rispetto alle istanze portate in piazza nell’anno precedente e, al contrario, lavora con fermezza nella direzione di esacerbare tutte quelle contraddizioni che con forza abbiamo messo in luce come movimento studentesco.

SCUOLA DEL MERITO

L’istruzione rappresenta la ricompensa che gli studenti e le studentesse ottengono in relazione e in proporzione all’impegno e all’investimento che l’istituzione scolastica stabilisce debba essere dimostrato, determinando a chi e come debba essere concesso il diritto allo studio.
Questo è il modello proposto dal nuovo ministro Giuseppe Valditara.
Dalla riforma Gelmini, a cui il nostro caro ministro ha partecipato in veste di relatore, alla “Buona Scuola” di Renzi. Abbiamo di fondo un disegno efficientista che porta la firma di Confindustria, a cui Valditara non ha disatteso una strizzatina d’occhio agli albori del suo mandato. Tanto per chiarire le cose.

UMILIAZIONE

Con una sfrontataggine notevole il ministro, durante un talk, ha solennemente esposto la sua tesi in merito al fatto che “l’umiliazione è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità” il che non è per nulla falso.
Senza dubbio alcuno, possiamo dire che l’umiliazione sistematica è un fattore che incide nella formazione dei giovani e di certo la personalità che può produrre è quella che a questo sistema economico e sociale serve, nell’ottica di organizzazione del lavoro che stanno esponendo, cosa che a noi fa schifo.

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

A distanza di un anno dalla morte di Lorenzo Parelli, nulla è stato fatto per far finire questo sistema tritacarne che è l’alternanza, anzi, alla prima morte si sono aggiunte anche quelle di Giuliano e Giuseppe, nomi che non scorderemo mai e ci porteremo appresso nella lotta.
Per come la vediamo, questi fatti rappresentano a pieno ciò che attraverso i progetti di PCTO, la scuola vuole insegnarci. Non è strano purtroppo che un lavoratore o una lavoratrice muoia a causa del lavoro; in Italia, nel 2022 abbiamo contato almeno 1404 morti sul lavoro e una tale cifra è da considerarsi un aspetto strutturale nell’organizzazione del lavoro sostenuta dallo stato.
Quelli che oggi continuano ad obbligarci a svolgere queste attività di merda sono gli stessi che hanno permesso che formazione e sfruttamento si sovrapponessero sempre di più, accusando i giovani di essere fannulloni e molli, addirittura deviati. Dietro queste retoriche moralistiche c’è l’unica prospettiva di offrire l’ennesimo schiavo in qualche fast food o fabbrica e di rendere servili la futura classe lavoratrice.
Da anni ripetiamo che quest’alternanza va abolita, non chiediamo di essere pagati mentre svolgiamo le ore obbligatorie di PCTO o di avere condizioni “migliori” mentre ci costringono a svolgere attività inutili e degradanti.

OCCUPAZIONE

Le occupazioni, i cortei, le assemblee e le lotte che in tutto l’arco dei mesi passati abbiamo costruito nella nostra città e in tutta Italia, hanno risignificato le nostre esistenze, ci hanno reso più sopportabile vivere in questa fase storica dandoci la speranza che un’alternativa è possibile se qualcuno inizia ad immaginarla, smettendo di rappresentare l’atomo di un modello sociale che non è più sostenibile da mantenere. Occupare una scuola è una forma di lotta significativa e costruttiva perché ci permette, per alcuni giorni, di prendere possesso della scuola. Ci permette di liberare un luogo fisico e lì, collettivamente, costruire esperienze di socializzazione e politicizzazione che in altro modo sarebbero impossibili. Questo può cambiare anche il modo delle persone di pensare, di vedere il mondo e di porsi nei confronti di questo. Si smette di essere singoli isolati e ci si sente parte di una dimensione collettiva. L’attuale scuola, quando funziona normalmente, queste esperienze non le permette. Un’occupazione singola non può determinare grandissimi risultati di lotta se non quello di aggregarci tra studenti e studentesse e spronare altre scuole a seguire l’esempio della lotta. Ma un’occupazione può segnare un momento di spaccatura netta nei confronti di come viene quotidianamente gestita la scuola.

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