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Sempre i soliti

Storicamente il primo maggio torinese ha la capacità, grazie a chi vi partecipa dentro e contro, di incarnare i temi più importanti del dibattito politico cittadino e nazionale.
E così ancora una volta è toccato a noi percorrere quella strada che nessuno percorre, quella della chiarezza e della semplicità nell’azione politica. Ci siamo ancora una volta, presi la briga di incarnare lo spirito comune, cacciando prima il buon Coppola e poi impedendo alla Cisl di continuare il corteo ufficiale.
Chiaramente ci siamo organizzati per farlo e lo abbiamo fatto, e oggi più di ieri,mi sembra assolutamente corretto. Quando abbiamo bloccato il corteo per non far proseguire la Cisl la maggioranza delle persone del corteo si sono unite a noi, approvando e partecipando al blocco, dicendo in faccia al sindacato giallo cosa pensavano.


Siccome noi non abbiamo la velleità di rappresentare nessuno, abbiamo interpretato il sentimento comune di una piazza unita, in questo caso si, nel contestare chi giorno dopo giorno, affossa quei pochi diritti che sono rimasti.
Avendo sfilato davanti ai partiti, siamo arrivati al termine del comizio ufficiale, e siamo saliti sul palco allestito per terminare con ulteriore chiarezza la giornata. In una piazza affollata, dopo gli interventi abbiamo bruciato le bandiere dei sindacati gialli.


A differenza di quanto hanno dichiarato i vari Fassino, Chiamparino ecc…, non mi sembra che nessuno si sia indignato, anzi. Ho chiesto personalmente alla piazza di esprimersi sul gesto, e ho avuto conferma di quanto pensavo e pensavamo.


Cari Chiamparino& C. non eravamo i soliti 50; per fortuna oltre le parole ci sono in rete centinaia di foto che testimoniano con chiarezza come è avvenuta la contestazione alla Cisl e le bandiere di piazza San Carlo, e se di cinquanta bisogna parlare, contateli a gruppi per piacere.
Vi dovete rassegnare a sapere che non tutti vivono la politica come voi, virtualmente e a libro paga. C’è chi con chiarezza e determinazione può far emergere le contraddizioni vere che ci sono nella società.


Abituati alla politica da reality show vi indignate per due bandiere bruciate e perché prima abbiamo dimostrato che la manifestazione del primo maggio non è un porcile dove tutti possono venire a sguazzare con la retorica; e che i nemici dei lavoratori e delle lavoratrici non hanno casa nel loro corteo.
Dovreste scandalizzarvi di meno e accorgervi di più della realtà, non solo quando passeggiate in qualche mercato per la campagna elettorale. Vi farebbe bene.
Come ho detto ieri, comunque vi dovete rassegnare, i sindaci passano i “soliti 50” no.

Lele Rizzo

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pubblicato il in Editorialidi redazioneTag correlati:

1 maggio

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