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Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire

Meloni difende a spada tratta l’agito del governo su Gaza e attiva la macchina del fango nei confronti della Global Sumud Flotilla e del movimento Blocchiamo tutto.

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. La Presidente del Consiglio Meloni accampa una serie di scuse pretestuose e ipotesi strampalate in seguito allo sciopero generale per districarsi dall’evidente imbarazzo in cui il governo si trova.

Il frame retorico è ancora una volta quello del vittimismo. Meloni afferma che il governo italiano sta agendo sul piano diplomatico per fermare le azioni dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. In che modo? Non è dato saperlo, visto che secondo la Presidente del Consiglio la diplomazia deve agire nel silenzio. Si parla di sanzioni? Si sta ragionando di interrompere i rapporti commerciali, specialmente nel campo delle armi, con Israele? Niente di tutto questo. Solo nebbia di guerra.

Meloni dice che la missione della Global Sumud Flotilla è irresponsabile e pericolosa. Si chiede quale sia lo scopo, insinua che sia un’operazione per destabilizzare il governo italiano. Ma l’obiettivo è ben chiaro e dichiarato, portare sollievo umanitario alla popolazione di Gaza e tentare di rompere il blocco navale illegale di Israele che da molto prima della guerra tiene di fatto sotto embargo la Striscia. Non se ne dovrebbero occupare i civili? Beh, se i governi non svolgono il proprio dovere facendo rispettare quello straccio di diritto internazionale che viene applicato a targhe alterne, chi lo dovrebbe fare? “Dovremmo entrare in guerra con Israele” si chiede la Meloni? Forse sarebbe ora di pensare ad una forza internazionale di interposizione che impedisca ad Israele di continuare il genocidio indistrurbato. Non sarebbe una cattiva idea, ma per il momento ci accontenteremmo se il nostro governo smettesse di fornire supporto logistico, economico, armi e copertura politica ad Israele. Sarebbe già qualcosa riconoscere lo Stato di Palestina come hanno fatto altri paesi e rispettare le sentenze della Corte Penale Internazionale, niente di rivoluzionario, ma sarebbe un inizio.

Niente di tutto questo. Meloni non fa che accampare scuse e cercare di deviare il discorso, la verità è che questo governo è completamente piegato ai desiderata di Israele e degli Stati Uniti.

Quella della fregata inviata da Crosetto è una mossa scenografica e sicuramente una vittoria delle mobilitazioni, ma non serve a molto se non garantirà la sicurezza della Flotilla dagli attacchi di Israele almeno all’interno delle acque internazionali e se non verrà accompagnata da un reale cambio di registro del governo sul genocidio.

Lo Stato italiano ha decine di strumenti di pressione che può attivare per contribuire nel far desistere il governo sionista dal perpetrare i suoi propositi di pulizia etnica ed annessione delle terre palestinesi, ma al momento non ne ha messo in campo neanche uno. Dunque le chiacchiere stanno a zero, Meloni può arrampicarsi sugli specchi quanto vuole, ma la sua responsabilità e quella del suo governo di fronte al genocidio è cristallina. Questa volta non basterà il vittimismo a dissimulare, la gente non si farà prendere in giro dal solito teatrino pretestuoso.

I blocchi dei porti, del traffico d’armi, le mobilitazioni di lavoratori e lavoratrici, degli studenti e delle studentesse contro gli accordi delle università con Israele, il boicottaggio dal basso dei prodotti israeliani sono stati gli unici atti di rigidità che questo paese ha messo in campo contro il genocidio. Se il governo continua a non volersi assumere delle responsabilità sarà il popolo a farlo. Solo il popolo salva il popolo, davvero.

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