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Quando Pizza Hut si prende vergognosamente gioco degli scioperanti della fame palestinesi.

Dopo la diffusione di un annuncio pubblicitario di scherno verso Marwan Barghouti, il BDS chiama al boicottaggio di Pizza Hut che ancora non ha chiesto scusa.

La catena americana di pizza non si vergogna di nulla. A forza di voler fare dell’humor nelle sue pubblicità e di cavalcare l’attualità, Pizza Hut ha perso il controllo. Facciamo un passo indietro di qualche settimana: alla chiamata di Marwan Barghouti, 1500 detenuti palestinesi nelle carceri israeliane hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro le loro condizioni di detenzione. Mentre Israele si scaglia contro l’azione lanciata dal leader palestinese, la propaganda non esita a cercare di offuscare l’immagine dei prigionieri palestinesi. Julien Salingue racconta su Facebook che un ”’fake video’ è circolato nei media israeliani e mostrerebbe il più noto dei prigionieri palestinesi, Marwan Barghouti, mentre sta mangiando di nascosto.” Un video ‘ignobile’ secondo il ricercatore.

Anziché il video originale proponiamo questo con Assaf che ironizza sull’informazione israeliana e sulla cecità dei suoi ministri.

Ma è qualche giorno dopo il “fake video” che il caso si gonfia. Quando Pizza Hut – in Israele – decide di utilizzare una pubblicità sui social network, contenente le immagini truccate, con uno slogan: “Barghouti, se rompi lo sciopero della fame, non sarebbe meglio con una pizza?”

C’è di che far scattare i difensori dei diritti umani. “In Palestina, in seguito a questa ‘pubblicità’ disgustosa, si fa ora appello a un boicottaggio
generalizzato di Pizza Hut. E hanno ragione”, spiega Julien Salingue al riguardo. La filiale israeliana di Pizza Hut non ha commentato la polemica. Quindi, sui social network, è stato lanciato un boicottaggio globale di Pizza Hut. L’obiettivo di Israele, con la diffusione del video truccato, era chiaramente quello di spezzare il morale dei militanti palestinesi. Nel trasmetterlo, Pizza Hut si fa complice della propaganda sionista.

Il figlio di Barghouti, che aveva già lanciato un’operazione virale di sostegno a suo padre e agli altri prigionieri, chiede che l’hashtag #Boycott_PizzaHut “faccia rumore. Siamo davvero delusi dal fatto che una catena mondiale realizzi questo tipo di atto disgustoso.”

L’attivista chiede delle scuse ufficiali dalla catena di pizza. E conta sul BDS perché l’”aiuti a far arrivare il messaggio.”

Pizza Hut è  famosa per aver portato la pizza americana in tutto il mondo. Dispone di circa 12.000 ristoranti in oltre 100 Paesi. Nonostante sia la più grande catena del mondo specializzata nella ristorazione a base di pizza, essa non ha mai messo piede in Italia e non intende farlo, per la scarsa convenienza del proporsi in concorrenza ad un alimento che in Italia è tipico ed artigianale. (Wikipedia)

Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org
fonte: https://lemuslimpost.com/pizza-hut-grevistes-faim-palestiniens.html

 

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