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L’ultima battaglia di Bianca la Rossa

Ciao Bianca

La camera ardente sarà allestita a Palazzo Civico mercoledì 25 dalle 15.00 alle 19.30 e giovedì 26 dalle 8.30 alle 14.00. Seguirà, sempre giovedì 26 dalle 14.00 in Municipio, una commemorazione civile e alle 15.00 i funerali  al Tempio crematorio del cimitero di Torino.

da tgvallesusa – Bianca Guidetti Serra è stata l’avvocato dei deboli, delle minoranze, degli sfruttati, ha difeso operai, studenti, e minorenni che hanno subito abusi, ha lavorato per ottenere leggi moderne sull’adozione. È mancata stamane, 24 giugno alle 8,30, dopo lunga malattia a 95 anni nella sua casa di Torino che era stata anche il suo studio legale. Lo comunica il figlio Fabrizio Salmoni con la moglie Cecilia e la figlia Loretta Lisa.

Di seguito un articolo e una lettera di Ermelinda, compagna No Tav, tratti da notav.info:

Al di là delle sue brevi esperienze istituzionali (consigliere comunale indipendente con Democrazia Proletaria 1985-87; deputata indipendente per DP 1987-90*; poi ancora con il Pds 1990-99), Bianca è stata un grande avvocato anche quando si è trattato di confrontarsi con i poteri forti: fu parte civile con i sindacati contro la Fiat per le schedature illegali dei dipendenti (unica, storica condanna penale della Fiat); fu difensore del Direttore del giornale Lotta continua Pio Baldelli contro il commissario Calabresi e fu parte civile nel processo contro i Frati Celestini di Prato, imputati di maltrattamenti nei confronti dei bambini a loro affidati. La ricordiamo anche per altri processi storici (banda Cavallero, banda XXII Ottobre, Brigate Rosse, Ipca di Ciriè, Eternit di Casale Monferrato) ma la gente la ricorderà soprattutto per la miriade di processi in difesa di militanti politici degli anni Sessanta-Settanta.

All’avvocatura era approdata nel 1947, dopo la Resistenza che l’aveva vista staffetta partigiana in Val di Susa e in Val Chisone; impegnata ad aiutare, con Ada Gobetti amici e conoscenti ebrei, considerati di “nazionalità nemica” dalla Repubblica Sociale italiana; e ancora come organizzatrice dei Gruppi di Difesa della Donna a Torino.

Quando sui muri di Torino apparvero i primi manifesti antisemiti, Bianca – con la più giovane sorella Carla (che avrebbe poi sposato Paolo Spriano), con Alberto Salmoni (che sarebbe, in seguito, diventato suo marito) e altri giovani – si mise metodicamente a strapparli. Forse in questa determinazione (che la polizia, per fortuna dei ragazzi, considerò soltanto un atto di vandalismo), giocò l’amicizia con Primo Levi. (Anpi)

Iscritta al Pci dal 1943, ne uscì nel 1956 a seguito dei fatti d’Ungheria e si dedicò quindi completamente all’attività professionale, pur sempre nell’ambito della più ampia sinistra italiana, da indipendente: si occupa con determinazione del diritto di famiglia e della tutela dei più deboli, dei minori e dei carcerati; è presente nelle fabbriche torinesi per assistere gli operai per conto della Camera del lavoro; negli anni Settanta combatte la battaglia contro le schedature politiche degli operai alla Fiat.

Nel maggio del 2009 intervistata dal  quotidiano «La Stampa» in occasione dei suoi 90 anni, le fu chiesto quale significato ebbe il processo, che la vide protagonista come parte civile, sulle schedature scoperte dall’allora pretore Guariniello – processo che si concluse con l’assoluzione degli imputati:

Io credo che un significato l’abbia avuto: quello di non accettare un sistema iniquo senza protestare. Era una storia di abusi. Che giustificava la volontà di ribellarsi. Dopo di allora nessuno poté più pensare di trattare così gli operai. La Stampa»)

Nel 1987 si dimise da consigliere per presentarsi, sempre come indipendente nelle fila di Dp, alle elezioni per la Camera dei Deputati. In Parlamento prese parte ai lavori delle Commissioni giustizia e antimafia. Nel 1990, insieme a Medicina Democratica e all’Associazione Esposti Amianto (AEA) partecipò alla presentazione, come prima firmataria, di una proposta di legge per la messa al bando dell’amianto, approvata poi nel 1992 (“Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”, Legge n. 257 del 27 marzo 1992).

Aveva smesso di esercitare nei primi anni Novanta per le prime difficoltà fisiche, poi nel 1997 il primo ictus ne aveva definitivamente interrotto l’attività.

Il suo impegno nel campo del diritto ci dice che, in coerenza con le sue scelte di sempre e con la sua indole combattiva, oggi la vedremmo certamente dare battaglia in Tribunale in difesa dei valsusini e di chiunque subisce gli abusi del Potere. Per questo, e in omaggio alla sua vita, siamo sicuri che saranno in molti a volerla andare a salutare per l’ultima volta. Si attendono nelle prossime ore informazioni più dettagliate sulle sue esequie.

***

Ciao bella Ciao

Ho conosciuto Bianca Guidetti Serra nella tarda mattinata di un lunedì del 1988. L’ho conosciuta in un’aula di tribunale, era la mia avvocata e mi difendeva da un’accusa di furto. Quando negli uffici della questura chiesero a me e a Stiv, mio giovane compagno di avventure, se volevamo nominare un’avvocato rispondemmo all’unisono: Bianca Guidetti Serra, e lei accettò. Sapevamo entrambi che difendeva i compagni. Io avevo letto i suoi libri sulla resistenza delle donne.

Ci trovavamo in quella situazione perchè il sabato precedente avevamo partecipato ad uno dei primi tentativi di occupazione di quello che oggi è il Centro Sociale Askatasuna. Avevamo preso possesso dei locali e cercavamo di organizzare una festa per la serata con una certa difficoltà perchè non c’era la luce. Fu questa la ragione per cui alcuni tra noi pensarono di andare a prendere delle candele e, piuttosto ingenuamente, andammo nella vicina chiesa di p.za santa giulia dove effettivamente trovammo le candele e fuori ….anche la polizia che arrestò me e Stiv  portandoci via ammanettati e con gran suono di sirene….

Era una situazione  surreale. Il prete non solo ci aveva denunciato, in tutto avevamo preso una decina di candele, ma rifiutò anche di ritirare la denuncia come proposto dal papà del compagno offrendo un risarcimento di  50 mlalire! Così fui trattenuta nelle celle di via Grattoni, in isolamento, in attesa del processo che si sarebbe svolto il lunedì successivo. Stiv, minorenne, fu spedito al Ferrante Aporti. Quando entrai nell’aula , abbastanza provata dall’intenso fine settimana, mi scaldò la presenza delle compagne-i e  che si erano mobilitati, protestando per l’evidente assurdità del processo, ed erano venuti in tanti. Ma più di tutto mi colpì la difesa che la Guidetti fece, legittimando il mio gesto. Parlò della necessità di luoghi per i giovani che avevano voglia di aggregarsi, creare socialità liberata, provare ad autogestirsi le proprie attività, i propri progetti sociali e politici, le proprie vite. Provare a vivere fuori dalle logiche del consumo. Disse tante altre cose, parlò a lungo. Tanto che pensai… se continua così non mi libereranno mai! Riempì di significato politico il mio gesto che era stato assolutamente spontaneo nell’espressione di un immediato bisogno che si poteva soddisfare in una struttura pubblica e…sacra! insomma Lei capì, e rivendicò il valore sociale di quell’azione. Mi condannarono a quindici giorni col beneficio della condizionale. La Guidetti era gratuita. Difendeva i compagni-e.

Ciao compagna Bianca, ciao bella ciao!

Ermelinda

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