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Lettera e poesia di Mattia dal carcere

Cari compagni,

vorrei tanto essere lì con voi, per un giorno o per un’ora soltanto, senza guardie, sbarre, giudici, occhi indiscreti e cuori grigi, abbracciarvi e finalmente piangere. Qui non ci riesco. Ho innalzato barriere alte come muri di cinta per proteggermi dalle emozioni e soffro a denti stretti in questo gioco di scatole cinesi in cui un incubo sembra racchiuderne un altro. Vorrei tanto piangere, una volta soltanto, lo giuro, e sciogliere così i sentimenti cementati in questa malta

bastarda e cattiva che mi impedisce di lasciarmi andare. Poi vorrei ricordare e lasciarmi cullare dal flusso degli aneddoti e dei racconti. Vorrei ridere. Vorrei arrabbiarmi. Vorrei consolare ed essere consolato. Mi mancate tanto in questo momento. Mi farò forza, non temete. fatevi forza anche voi. Ma non c’è bisogno che ve lo dica. Avverto questa forza infinita ogni volta che vi penso. Delle volte penso all’ultima udienza quando ad una certo punto mi sono accorto che mi fissava intensamente. i nostri sguardi si sono incrociati e allora mi ha fatto un occhiolino d’intesa. Mi piace pensare che fosse un saluto. Porterò quel saluto per sempre con me.

Cari compagni, vi mando un abbraccio fortissimo e questo saluto scritto a caldo per Guccio quando Eugenio mi ha portato la notizia.

Sempre vostro,

Mattia.

 

Guccio ascoltava il mare

con il coraggio degli esploratori

l’inquietudine dei marinai

beveva la vita tutta d’un fiato

e se ne ubriacava

come uno scaricatore di porto

alle prese con il suo primo amore

 

chissà in quale tempesta si è addentrato scrutando l’orizzonte

chissà quale sirena interiore ha cantato per lui

 

Ascolta il mare, Guccio

la senti la bufera che urla?

la senti l’onda che cresce?

lo senti il vento che fischia tra gli scogli?

 

Ascolta il mare, Guccio

ti parlerà di noi

delle nostre vite burrascose

dei nostri sogni scagliati come sassi a filo d’acqua

 

Ascolta le nostre storie, Guccio

raccolte in mare da pescatori di speranza

volti di pietra e cuori di diamante

 

Ascolta le nostre voci rapite dai venti

inseguire tesori come pirati senza tempo

 

Ascoltaci lottare

ascoltaci giocare

ascoltaci ridere

ascoltaci piangere

ascoltaci, e portaci con te, lontano

alla scoperta di nuovi mondi

oltre le frontiere dell’ignoto

 

I marinai non muoriono

i marinai viaggiano.

E noi viaggeremo al tuo fianco.

 

Carcere di Alessandria, 25.2.2014

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