InfoAut
Immagine di copertina per il post

Lettera di Niccolò dal carcere

Pubblichiamo questa lettera di Niccolò scritta quando si trovava nel carcere delle vallette. Riportiamo qui gli indirizzi delle carceri nelle quali sono stati trasferiti i notav.

Scrivo a tutti i compagni di lotta, ai NO TAV di valle e di città, a quei giovinastri scalmanati che nel febbraio 2012 invadevano l’A32 e a quelli meno giovani che già nel 2005 avanzavano a colpi di bastone oltre le reti del cantiere. Vi scrivo per abbattere la distanza che adesso ci separa, per far si che questo momento si trasformi in un’occasione per continuare a conoscerci, per lanciare e ricevere spunti di riflessione.

Quando abitavo ancora a Pesaro, prima di trasferirmi a Torino, sentivo i genitori dei miei compagni di scuola parlare di alta velocità e NO TAV, i benpensanti dicevano che si trattava di “4 montanari” e che non sarebbero durati a lungo. Arrivato a 18 anni nel capoluogo piemontese capii che i conti non tornavano: nel 2010 mi sono avvicinato alla Val di Susa incuriosito dai racconti che giungevano dai presidi e dalle nottate insonni ad aspettare per giorni delle trivelle. Era chiaro che questi “montanari” o avevano una resistenza fisica disumana, o erano ben più di 4 e ben organizzati!

I sondaggi non sapevo nemmeno a cosa servissero esattamente, ma ero entusiasta da tutto quel subbuglio e mi ci tuffai a capofitto. Ora ho solo alcuni frammenti che mi scorrono nella mente: il freddo scavato nelle ossa e la grappa delle sei del mattino per tirare avanti fino al cambio turno all’Interporto di Susa; le cariche della polizia in mezzo al bosco e le palle di neve contro gli scudi. Poi ancora la polizia ma questa volta sulla SS24 costretta da un blocco di gente incazzata a rientrare in caserma passando per Bardonecchia. Mesi dopo, durante una manifestazione a Torino, ho sentito un celerino borbottare con un altro a proposito di quella serata: “ ci abbiamo messo più di tre ore a tornare a casa”. Col senno di poi, e ripensando ai blocchi dopo la caduta di Luca, mi verrebbe da rispondergli: “vi è andata bene che non ci avete messo una giornata intera!”.

A quel tempo la gente era tanta, non tantissima ma ben ripartita, ognuno aveva la  sua responsabilità diretta, la sua azione da compiere, per mettere in moto quel meccanismo che portava a concentrarsi e tentare in vari modi l’avvicinamento e il disturbo alla trivella. La quotidianità si trasformava perché le giornate erano tutte tese a quello scopo, ognuno si sentiva protagonista a suo modo e capiva quale effetto a catena avrebbe comportato tirarsi indietro.

Quell’inverno di lotta, che per me è stato solo un assaggio, aveva delle caratteristiche che avrei rivisto su scala ancora più allargata nelle stagioni successive, fino a confondersi nello straordinario miscuglio di pratiche dell’estate 2011.

Sarebbe molto utile rispolverarle ora per affrontare le sfide che ci si parano davanti nell’immediato futuro, ma la procura non sembra essere di questo avviso. Se il movimento ha fatto passi da gigante nell’ultimo periodo accogliendo il sabotaggio come pratica legittima a chi si ribella ai progetti imposti dallo stato, quest’ultimo ha deciso attraverso questa inchiesta di attaccare un intero bagaglio di esperienze accumulate negli anni, ridefinendone i contorni e deformandone il contenuto. Parlano di “organizzazione paramilitare” e “suddivisione dei ruoli” di “gerarchia” e “gruppi specializzati”, guarda caso gli stessi termini con cui si riferiscono al modo di condurre le loro guerre, e che naturalmente non ci appartiene affatto.

Di contro, è dal 2010 che chi lotta ha capito che per avvistare una colonna di camionette o una trivella o i pezzi della talpa, basta piazzarsi in un bar, sul balcone o agli angoli delle strade che frequentano tutti i giorni e guardare nella giusta direzione. A quel punto il tam tam di chiamate farà  il suo corso, senza ordini né comandanti. E’ almeno dal 2010 che ci si parla per capire le esigenze dell’uno e le capacità dell’altro, chi può prendersi un giorno di ferie e chi è disposto a “tagliare” la scuola, chi ha i figli abbastanza grandi da non doversene preoccupare e chi semplicemente c’è perché non ha nient’altro da fare. Dormire all’addiaccio non è mai stato un problema se le circostanze lo richiedevano, ma non per questo si può parlare di ninja super addestrati. Queste esperienze si sono arricchite negli anni e con loro tutte le persone che hanno preso o regalato qualcosa.

C’è chi è nato in valle e qui ha imparato a lottare, e chi è arrivato per lottare e qui ha imparato a camminare. Chiunque quella sera di maggio è sceso al cantiere non sarà di certo più speciale di tutti coloro che sono cresciuti opponendosi alla costruzione di questo treno proprio perchè non potrebbero che attingere dallo stesso bagaglio.

Non paghi di questa burla, i due pm, in un volo pindarico che sgancia sentenze come siluri sulle teste dei no tav, sfoderano un concetto degno di un corso di formazione per sbirri (alla prima lezione però): controllo del territorio. Un controllo che sarebbe a loro dire, in un passaggio fumoso del faldone, praticato dalle frange violente del movimento.

Si sono forse dimenticati che chiunque lotti in Valsusa piuttosto che controllare, non vuole essere controllato? Così le uniche frange violente che hanno quell’obbiettivo sono i signori e le signore in divisa o col casco blu, che sfrecciano sulle loro pantere su e giù per la valle. Dal 2011 a oggi in migliaia si sono aggirati  nei sentieri intorno al cantiere. Ricordo un tiro alla fune costante per strappare pezzi di bosco percorribili liberamente, senza che dei brutti ceffi in passamontagna e mimetica ti sbarrassero la strada, magari puntandoti la pistola in faccia senza alcun motivo, come alcuni NO TAV potrebbero raccontare.

L’agosto del 2011 è stato sudato giorno dopo giorno: bisognava costruire il presidio in Clarea ma i check point sotto l’autostrada, all’imbocco della mulattiera, erano asfissianti. A qualcuno venne però la brillante idea di proporre un incontro quotidiano a Chiomonte per racimolare una cinquantina di persone e fare la traversata tutti assieme, così sarebbe stato più difficile essere fermati ed identificati. Funzionò, i materiali vennero portati alla baita e chi aveva il foglio di via poteva muoversi più sollevato.  Nei momenti di presa bene si imbastivano banchetti che spesso sfociavano in vere e proprie feste in cui si andava sotto l’autostrada a demolire nei modi più improbabili quei mostri di ferro e cemento chiamati jersey.

Il loro concetto di “controllo” viene smentito da una reale conoscenza diffusa del territorio detenuta da chi si oppone. Questa, insieme all’inventiva e alla determinazione necessarie, è sempre stata inafferrabile per gli sbirri e gli inquirenti.

Questi signori stanno tentando di stabilire una presenza massiccia e un occhio indiscreto nelle strade di tutta la valle, spostandosi a piacimento. Qualche mese fa un ragazzo mi raccontava del livello di militarizzazione di Susa, e nel descriverlo mi riportava alla mente i racconti di un amico tunisino sull’assedio militare di Gafsa nelle proteste del 2005. A quel tempo lui e i più giovani si erano ritirati sulle montagne, mentre altri erano rimasti a resistere in città. Non conosco bene la storia ma nei suoi ricordi alcuni ragazzi si erano pure presi dei colpi dai fucili degli uomini in mimetica. Tutti sappiamo che a quel difficile “inverno” tunisino sarebbe seguita una fiorente primavera di rivolta che avrebbe sconvolto l’intero bacino del mediterraneo.

Certo, noi non abbiamo di queste pretese e ci accontenteremo di non avere montagne bucate e inutili stazioni faraoniche a Susa. Gli strumenti per continuare a lottare ci sono e la creatività pure. Noi intanto resistiamo con la testardaggine che questo movimento ci ha sempre ispirato. Speriamo solo che non facciate troppo in fretta, e di poter  essere fuori quando toccherà riempire quel buco in Clarea con le macerie del cantiere…e se ci sta anche un po’ di autostrada.

Libertà!

con affetto Niccolò

Torino 22 gennaio 2014,  carcere delle Vallette

 

da notav.info

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

carcerenotav

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non chiamiamola emergenza!

Le notizie e le immagini che si susseguono in queste ore, ci parlano di una valle alpina che non ha bisogno di grandi opere e nocività ma di interventi strutturali che possano salvaguardare e mettere in sicurezza un territorio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

10 maggio 2025 – Susa: MARCIA POPOLARE: difendiamo la Piana di Susa! No al deposito di smarino e alla chiusura della stazione!

VOGLIONO SEPPELLIRE PRIMA SUSA E POI TUTTA LA VALLE. BLOCCHIAMO SUBITO LA DISCARICA DELLO SMARINO!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

No al rigassificatore di Ravenna. E occorre organizzarsi per fermare il modello di sviluppo energivoro e devastante

Intervento della «Rete Nazionale Lavoro Sicuro» e dell’«Associazione Esposti Amianto» alla vigilia della manifestazione nazionale da La Bottega del Barbieri RIDURRE L’IMPRONTA CARBONICA.AUMENTARE L’IMPRONTA DI CLASSE Abbiamo a suo tempo presentato osservazioni al “commissario” delegato alla gestione dell’insediamento del rigassificatore di Ravenna: come tutti i soggetti che hanno manifestato la loro opposizione, non abbiamo ricevuto […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Michael Löwy e l’ecosocialismo

Continuiamo la pubblicazione di contributi in vista della terza edizione del Festival Altri Mondi / Altri Modi che si sta tenendo dal 10 al 13 aprile a Torino. Di seguito potete trovare una raccolta di articoli di Michael Löwy sull’ecosocialismo. Sarà ospite di Altri Mondi per il dibattito di domenica 13 aprile alle 16 dal titolo “Pensare la rivoluzione“. […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Riprendere la terra dalle macchine. Manifesto della cooperativa L’Atelier paysan

Da dieci anni la cooperativa l’Atelier Paysan, con sede nell’Isère, lavora per l’adozione diffusa di un’agroecologia contadina, con l’obiettivo di cambiare il modello agricolo e alimentare.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Territori in lotta. Capitalismo globale e giustizia ambientale nell’era della crisi climatica

Indipendentemente dal nome con cui le si chiamino, le proteste locali in difesa del territorio sono divenute a partire dagli anni Novanta un vero e proprio fenomeno sociale con cui sia policy-makers che studiosi hanno dovuto fare i conti.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Gli abitanti di Bagnoli e dei Campi Flegrei denunciano la mancata prevenzione e vengono caricati

Gli abitanti di Bagnoli, dei Campi Flegrei e tanti solidali da Napoli oggi oggi erano in piazza per denunciare che nel territorio, dove ci sono più di 400 sfollati e dominano incertezza e paura per il futuro, si tiene un comizio elettorale presso Città della Scienza. da Laboratorio Politico Iskra Gli abitanti sono stati caricati […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Torino: 39 avvisi di garanzia per abitanti e attivisti a difesa del parco, “questa è un’intimidazione senza mezzi termini”

Erano un centinaio le persone riunite in conferenza stampa lunedì 17 marzo all’interno del cortile Campus Einaudi di Torino. Studenti, lavoratori, associazioni, ambientalisti, abitanti del quartiere e alcune delle 39 persone che hanno ricevuto, pochi giorni prima, altrettanti avvisi di garanzia dalla Questura torinese.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Le istituzioni a Lamezia come stanno affrontando la sequenza simica in corso?

Da qualche giorno è in corso uno sciame sismico che sta interessando la provincia di Catanzaro e che dal 13 febbraio alle 13 del 17 marzo ha registrato – secondo i dati forniti dall’INGV – 134 scosse nell’area compresa fra Marcellinara, Miglierina e Tiriolo.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Carcere ai Ribell3”: Mamme in piazza per la libertà di dissenso

Presentiamo il libro “Carcere ai ribell3”, scritto dalle donne del gruppo Mamme in piazza per la libertà di dissenso. Con una delle “mamme” ripercorriamo alcune storie di compagn* e attivitst* che hanno incontrato il carcere nel loro percorso di lotta; raccontiamo delle pratiche di solidarietà portate avanti dalle “mamme” in sostegno dei/delle figli/e e delle […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il Consiglio dei Ministri approva il decreto sicurezza

Blitz del governo, approvato il decreto Sicurezza, varato dal governo Meloni nel Consiglio dei ministri di ieri sera.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Cade l’accusa per associazione a delinquere: una vittoria per le lotte sociali del Paese!

Riprendiamo il comunicato di associazione a resistere: Oggi il Tribunale di Torino ha pronunciato la sentenza in primo grado per il processo “Sovrano”: tutti e tutte assolti per il capo di associazione a delinquere! Le pene per i reati singoli sono stati ridimensionati. Un passaggio epocale per le lotte di tutto il Paese. Questo non […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Iniziati i lavori per la rotonda a San Didero

Questa mattina sono iniziati i lavori per la costruzione della rotonda di accesso al futuro autoporto di San Didero. Telt, per l’ennesima volta, non si è fatta scappare l’occasione per portare in Valsusa ulteriori disagi, soprattutto alla circolazione sulla statale. Con l’aiuto dei solerti operai e delle onnipresenti forze dell’ordine, la circolazione procede tutt’ora a […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Ingiusta detenzione, i numeri del 2024 e la facile criminalizzazione al sud

La somma complessivamente riconosciuta nel 2024 dalle Corti di Appello italiane per riparare all’ingiusta detenzione subita da centinaia di persone ogni anno è 26,9 milioni di Euro. di Salvatore Palidda, da Osservatorio Repressione I distretti in cui si concentrano le pronunce di ingiusta detenzione sono quelle di Napoli, Reggio Calabria, Catanzaro e Roma. Si conferma quindi la […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stefano e Rosa

Chiara Sasso, In Rosa, prima edizione 1986, Edit. Tipolito Melli, Susa; seconda edizione 2024, pp. 124 di Sandro Moiso, da Carmilla Un anno fa Stefanino o “Steu” Milanesi ha abbandonato questo pianeta alla ricerca di un luogo migliore in cui continuare a vivere, lasciandoci tutti più soli. Accompagnati, però, dal ricordo e dall’esempio di un militante […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Non sono i nostri figli che si devono vergognare, ma chi li persegue

La recensione del libro Carcere ai ribell3: storie di attivist3. Il carcere come strumento di repressione del dissenso, a cura di Nicoletta Salvi Ouazzene – Mamme in piazza per la libertà del dissenso – di Haidi Gaggio Giuliani recentemente pubblicata da serenoregis.org

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Violenze nel carcere di Reggio Emilia: derubricato il reato di tortura

E’ arrivata la sentenza che riguarda il processo, avvenuto con rito abbreviato, nei confronti di dieci agenti della polizia penitenziaria che agirono violenza nei confronti di un detenuto nel carcere di Reggio Emilia nell’aprile 2023.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Diamo voce al dissenso

Ai più non è chiaro che oggi stiamo assistendo, sia in Italia sia in Europa, a una criminalizzazione del dissenso politico Riprendiamo l’articolo di osservatoriorepressione di Marco Sommariva*: La curatrice del libro Carcere ai ribell3, Nicoletta Salvi Ouazzene, è un’attivista del Comitato “Mamme in piazza per la libertà di dissenso”, nato nel 2016. Il Comitato nasce per iniziativa […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Carcere di Palermo: 400 detenuti in sciopero della fame

400 detenuti in sciopero della fame. L’associazione Yairahia Onlus, attiva per i diritti dei reclusi, spiega i motivi della protesta nel carcere di Palermo : “In una situazione carceraria disastrosa che l’anno scorso ha registrato il record di suicidi, ed in cui il sovraffollamento è una costante, appare assurdo gravare in maniera ancora maggiore sulla […]