InfoAut
Immagine di copertina per il post

Burattini ad alta velocità. Su DL semplificazioni ed altre amenità

||||

Semplificare, accelerare. E’ il 7 luglio. In questo giorno nel 1881 Collodi pubblica per la prima volta la versione finale di “Le avventure di Pinocchio”. Nel 2020 Pinocchio è invece al governo del Paese. E continua a dire le bugie. Soprattutto quanto si parla di grandi opere, soprattutto quando si parla di TAV.

Sulla passerella mediatica in queste ore impazza il Decreto Legge “Semplificazioni”, il provvedimento che dovrebbe risolvere tutti i problemi per alcune opere prioritarie. Ed ecco che, in pieno riflesso pavloviano, tutti i mezzi di informazione titolano a caratteri cubitali: “sbloccato il TAV!”.

D’accordo che ormai per tutti (persino per i giornalisti) la Torino Lione è l’opera ferma per antonomasia. Ci corre però l’obbligo morale di smorzare questi entusiasmi malposti: né sblocchi, nè semplificazioni per il TAV, che semplicemente non è incluso nel taumaturgico e ubiquitariamente strombazzato Decreto Legge. Il Governo Pinocchio vi ha raccontato una bugia. No Decreto, no party.

Già, perché nel Paese dei Balocchi, di liste di infrastrutture prioritarie il Governo Pinocchio ne ha inventate ben due. La prima (che per semplicità chiameremo “le grandi opere dei 5 stelle”) è nel Decreto Legge. La seconda è una sorta di piano nazionale delle infrastrutture “prioritarie” denominato “Italia Veloce”. Fortemente voluto dalla Ministra De Micheli, questo piano (che per semplicità chiameremo “le grandi opere del PD”) è completamente scoordinato e sovrapposto rispetto a quanto previsto dal Decreto Legge. Sembra paradossale ma è proprio così: il Manuale Cencelli applicato alla pianificazione infrastrutturale (se tu dai un’autostrada a me, io poi do una ferrovia a te).

Ma quindi la Torino Lione? Come abbiamo detto non è nel Decreto Legge ma è invece inclusa in questa seconda lista del MIT. Nemmeno in questo caso sono però previste (almeno finora) facilitazioni procedurali. L’entrata in vigore del Decreto Legge, in quanto tale, si prevede abbastanza rapida. Viceversa l’ “Italia Veloce” (nome che diventerà presto grottesco) rischia di muoversi a passo di lumaca. Pare infatti che dovrà fare uno o più giri in Parlamento per la sua valutazione e approvazione. Un po’ come nel Monopoli: “fate tre passi indietro con tanti auguri …”. Alla faccia dell’accelerazione del TAV.

Ma ora concentriamoci sulle presunte “semplificazioni”. Quella degli sblocca-qualcosa è una lunga tradizione in Italia, emersa all’inizio degli anni ‘2000: la “Legge-Obiettivo” (2001) e lo “Sblocca-centrali” (2002) di berlusconiana memoria, il renziano “Sblocca-Italia” (2014) e poi una serie infinita di “Sblocca-cantieri” (quasi uno per legislatura). Questi provvedimenti sono tutti simili tra di loro: favoriscono spudoratamente la bieca realizzazione di immani colate di cemento e asfalto, creando un binario preferenziale basato su procedure straordinarie Oltre a comprimere gli spazi di discussione democratica azzerando tutte le prerogative di valutazione degli enti locali, tali procedure prevedono verifiche sbrigative e sommarie della validità tecnica dei progetti e del loro impatto ambientale. Per non parlare dell’analisi costi-benefici: mai apparsa nei radar. Vent’anni di questi obbrobri legislativi raccontano di una straordinaria inefficienza di queste misure, appunto straordinarie: tutte le opere che dovevano sbloccare si sono impantanate, rendendo peraltro palese l’inettitudine di commissari e dirigenti che avrebbero dovuto realizzarle. Poteva l’attuale Governo Pinocchio essere da meno rispetto agli illustri “Cetto Laqualunque” che lo hanno preceduto? Non sia mai. Ed ecco l’odierno “Sblocca-grandiopere”, che si preannuncia come e peggio degli altri precedenti arnesi mal congeniati.

Anche in questo la Torino Lione è, come sempre, la cartina tornasole. L’insensatezza della più grande opera pubblica d’Europa è ormai manifesta. Recentemente la Corte dei Conti  Europea (la massima autorità di controllo finanziario dell’Unione) ha scolpito nel marmo tutte le falle di un progetto fa acqua da tutte le parti. Un’idea fuori tempo massimo, in ritardo di ben 15 anni e che non riuscirà comunque a vedere la luce entro il 2030, l’orizzonte fissato per le reti transeuropee. Un’opera mai partita, che in vent’anni ha perso 1 miliardo di euro di fondi europei e ricevuto contributi reali per meno di un ventesimo del costo totale del solo tunnel di base. Un’opera inutile, basata su vecchie previsioni di traffico sconfessate dalla Storia e completamente avulse dall’economia reale. Un danno irreparabile per il clima, a causa delle colossali emissioni di CO2 dei cantieri, non recuperabili se non decenni dopo l’anno limite 2050. In sintesi, un fallimento annunciato.

Eppure almeno un provvedimento emergenziale sarebbe urgente ma non se ne sente mai parlare: uno “Sblocca-scuola”. Quasi 8 milioni di studenti riprenderanno a settembre l’attività scolastica. Li attende la più totale incertezza organizzativa e una costellazione di edifici fatiscenti, insicuri e inadeguati al possibile ritorno della pandemia. Questi ragazzi rappresentano tutto il futuro di questo malaugurato Paese. Ma le ansie del Governo Pinocchio paiono tutte concentrate sulla ripartenza dei grandi affari sulle grandi opere.

Collodi ci insegna però che dopo il Paese dei Balocchi arriva la trasformazione in somari. Oggi questo Governo indossa le orecchie da somaro scegliendo di intestarsi le bugie della Torino Lione. Noi, da sempre, scegliamo il futuro e il bene comune. Quindi mettetevi il cuore (e il portafoglio) in pace. Non c’è semplificazione, bugia o trabocchetto che regga, il TAV non lo farete mai. A sarà dura!

Da notav.info

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

no tav

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Zone di sacrificio e territori in lotta: intervista a Paola Imperatore (I PARTE)

A pochi giorni dalla manifestazione del 10 maggio, che ha portato migliaia di valsusini nuovamente in marcia contro il deposito di smarino spostato da Salbertrand alla piana di Susa, ci teniamo a pubblicare in due puntate questa intervista alla ricercatrice Paola Imperatore. da notav.info Abbiamo invitato Paola all’assemblea che si è tenuta mercoledì 7 maggio […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

In migliaia in marcia per salvare la piana di Susa

Ripubblichiamo di seguito il comunicato uscito in occasione della marcia popolare No Tav tenutasi ieri, 10 maggio, a tutela della piana di Susa.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La Tuscia dice no al deposito unico di scorie nucleari: domenica 11 marcia di protesta

Domenica 11 maggio a Corchiano- Viterbo la Tuscia manifesta nuovamente per dire No all’ipotesi del deposito nazionale unico dei rifiuti radioattivi di tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non chiamiamola emergenza!

Le notizie e le immagini che si susseguono in queste ore, ci parlano di una valle alpina che non ha bisogno di grandi opere e nocività ma di interventi strutturali che possano salvaguardare e mettere in sicurezza un territorio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

10 maggio 2025 – Susa: MARCIA POPOLARE: difendiamo la Piana di Susa! No al deposito di smarino e alla chiusura della stazione!

VOGLIONO SEPPELLIRE PRIMA SUSA E POI TUTTA LA VALLE. BLOCCHIAMO SUBITO LA DISCARICA DELLO SMARINO!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

No al rigassificatore di Ravenna. E occorre organizzarsi per fermare il modello di sviluppo energivoro e devastante

Intervento della «Rete Nazionale Lavoro Sicuro» e dell’«Associazione Esposti Amianto» alla vigilia della manifestazione nazionale da La Bottega del Barbieri RIDURRE L’IMPRONTA CARBONICA.AUMENTARE L’IMPRONTA DI CLASSE Abbiamo a suo tempo presentato osservazioni al “commissario” delegato alla gestione dell’insediamento del rigassificatore di Ravenna: come tutti i soggetti che hanno manifestato la loro opposizione, non abbiamo ricevuto […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Michael Löwy e l’ecosocialismo

Continuiamo la pubblicazione di contributi in vista della terza edizione del Festival Altri Mondi / Altri Modi che si sta tenendo dal 10 al 13 aprile a Torino. Di seguito potete trovare una raccolta di articoli di Michael Löwy sull’ecosocialismo. Sarà ospite di Altri Mondi per il dibattito di domenica 13 aprile alle 16 dal titolo “Pensare la rivoluzione“. […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Riprendere la terra dalle macchine. Manifesto della cooperativa L’Atelier paysan

Da dieci anni la cooperativa l’Atelier Paysan, con sede nell’Isère, lavora per l’adozione diffusa di un’agroecologia contadina, con l’obiettivo di cambiare il modello agricolo e alimentare.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Territori in lotta. Capitalismo globale e giustizia ambientale nell’era della crisi climatica

Indipendentemente dal nome con cui le si chiamino, le proteste locali in difesa del territorio sono divenute a partire dagli anni Novanta un vero e proprio fenomeno sociale con cui sia policy-makers che studiosi hanno dovuto fare i conti.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In ricordo di Sara Marzolino

La redazione di Infoaut si unisce al Movimento No Tav nel ricordo di Sara, giovane compagna reggiana che ci ha lasciati ieri.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La città cantiere e il mito delle grandi opere: una chiamata dallo Stretto a intrecciare voci, resistenze, immaginari

Ci sono progetti che non si misurano solo in chilometri di cemento, in tonnellate d’acciaio e in cavilli ingegneristici. Progetti che dall’alto piombano sulla vita delle persone imponendo devastazione, macerie e profitto per pochi.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Processo Askatasuna: L’associazione a resistere non si arresta

Riprendiamo una serie di interviste fatte in seguito alla sentenza del processo Sovrano: Radio onda d’urto a Vincenzo:Crollata la montatura giudiziaria-poliziesca che ha cercato di criminalizzare le lotte sociali e l’opposizione alla grande opera inutile e dannosa del TAV con l’accusa di associazione a delinquere, l’associazione a resistere in un comunicato ribadisce che “Non si […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Cade l’accusa per associazione a delinquere: una vittoria per le lotte sociali del Paese!

Riprendiamo il comunicato di associazione a resistere: Oggi il Tribunale di Torino ha pronunciato la sentenza in primo grado per il processo “Sovrano”: tutti e tutte assolti per il capo di associazione a delinquere! Le pene per i reati singoli sono stati ridimensionati. Un passaggio epocale per le lotte di tutto il Paese. Questo non […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il processo contro Askatasuna e No Tav “riguarda tutti”. Sotto accusa il diritto al dissenso. Lunedì la sentenza

Lunedì 31 di marzo è una giornata importante per le persone che si rivedono nelle lotte e nei movimenti nati attorno alla storia dei centri sociali in Italia

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Iniziati i lavori per la rotonda a San Didero

Questa mattina sono iniziati i lavori per la costruzione della rotonda di accesso al futuro autoporto di San Didero. Telt, per l’ennesima volta, non si è fatta scappare l’occasione per portare in Valsusa ulteriori disagi, soprattutto alla circolazione sulla statale. Con l’aiuto dei solerti operai e delle onnipresenti forze dell’ordine, la circolazione procede tutt’ora a […]