InfoAut
Immagine di copertina per il post

16/04: marcia popolare No Tav. Lottiamo per il nostro futuro contro guerre e devastazioni

||||

Si è da poco conclusa la marcia popolare No Tav che da Bussoleno si è diretta al Presidio di San Didero.

5000 persone hanno sfilato lungo la statale 25 prendendo parola sul complesso momento storico che il Pianeta tutto sta vivendo. Lo striscione di apertura del corteo citava “Lottiamo per il nostro futuro contro guerre e devastazioni” a testimoniare la volontà di forte denuncia del Movimento No Tav rispetto a politiche nazionali e internazionali basate su decisioni e scelte dissennate volte a favorire una forsennata economia di guerra.

I diversi interventi che si sono susseguiti, hanno spaziato dall’attualità del conflitto in Ucraina, alla contrarietà alla guerra e al riarmo; dall’urgenza dell’utilizzo dell’energie rinnovabili per salvare il Pianeta, alla contrarietà alla devastazione dei territori in virtù di un profitto per pochi, con la conseguente militarizzazione degli stessi, fino al diritto al dissenso.

Tra chi ha preso parola, anche la vicesindaca di Bussoleno, Cinzia Richetto, ha sottolineato la notizia dell’assegnazione da parte di Telt degli appalti riguardanti la direzione dei lavori di due grandi cantieri, direttamente collegati alla costruzione del Tav Torino – Lione, nonostante al Comune di Bussoleno non sia pervenuta alcuna comunicazione ufficiale.

Non sono mancati duri attacchi al governo Draghi e alla scelta di investire il 2% del Pil nella produzione di armi che parlano di morte e distruzione, lo stesso governo che ha chiesto a chi vive il Paese di tornare a fare enormi sacrifici vista la grande crisi economica che la guerra porta con sé. Questa è quella che viene chiamata economia di guerra, rivolta esclusivamente a foraggiare le aziende che producono armi, a rimpolpare le già ricche tasche delle società energetiche (come ad esempio l’Eni che ha chiuso lo scorso bilancio con un utile di 6 miliardi di euro) e la grande speculazione prodotta dall’aumento delle materie prime.

Come se questo non bastasse, si aggiungono anche le scelte scellerate di proseguire nella costruzione delle grandi opere inutili e dannose, come il Tav per cui sono già stati aumentati i prezzi dei materiali per garantire le aziende che hanno in mano gli appalti dei lavori dentro il cantiere di Chiomonte.

Parallelamente, abbiamo una valle militarizzata dove all’interno del cantiere della Maddalena, ma anche a San Didero, ogni giorno decine di forze dell’ordine sollazzano pagate lautamente per proteggere un fortino vuoto fatto di recinzioni in ferro retrosaldato e filo spinato israeliano, il tutto a protezione del nulla.

Una marcia che ha visto la partecipazione di diverse realtà che da nord a sud, da anni, si battono per la salvaguardia dell’ambiente e per una vita dignitosa per tutte e tutti, sempre con uno sguardo attento nei confronti del presente che stiamo vivendo.

Inoltre, attraverso il collegamento telefonico con Alice, attualmente in via cautelare agli arresti domiciliari, si è fatto riferimento al lungo elenco di No Tav ristretti della propria libertà che ancora si ritrovano coinvolti in procedimenti giudiziari.

Arrivati al Presidio No Tav di San Didero, il corteo si è diretto davanti alle recinzioni del presunto cantiere dove è cominciata una partecipata e sonante battitura che ha accompagnato la chiusura della giornata.

Abbiamo un solo pianeta e oggi non è più sufficiente solo rispettarlo, oggi dobbiamo difenderlo in tutti i modi. Il cambiamento per la giustizia climatica e per la libertà dei popoli può partire solo da noi.

Avanti No Tav! Lottiamo per il nostro futuro contro guerre e devastazioni.

Da notav.info

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

guerramarcia popolareno tav

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP30: Extinction Rebellion scarica 30 tavoli davanti alla Regione Piemonte. “Tutte le occasioni mancate”

Nei giorni conclusivi della conferenza sui cambiamenti climatici che si tiene a Belém, il movimento denuncia gli impegni disattesi da Governo e Regione

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

San Giuliano: Telt prende possesso delle case, ma la valle non si arrende

Ieri mattina Telt è entrata ufficialmente in possesso delle abitazioni di San Giuliano di Susa che verranno abbattute per far spazio al cantiere della stazione internazionale del Tav Torino-Lione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Confluenza: 22 e 23 novembre insieme nel Mugello per la difesa dell’Appennino

Mentre a livello globale e nazionale l’aggressione estrattivista dei territori si fa sempre maggiore, in Italia continua il percorso di Confluenza, affiancata dalla coalizione TESS.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Brasile. La Marcia Mondiale per il Clima riunisce 70.000 persone a Belém e chiede giustizia climatica: «Noi siamo la risposta»

Un incontro storico dà voce ai popoli che non sono stati ascoltati negli spazi ufficiali della COP30.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP30: gli indigeni dell’Amazzonia si invitano al vertice sul clima

Gli indigeni della tribù Kayapó, sostenuti da centinaia di manifestanti, hanno organizzato un’azione di protesta all’interno della “zona verde” della COP30.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il Sud unito contro il ponte. Vogliamo casa, lavoro, ambiente e sanità

La mobilitazione contro il ponte sullo Stretto è, oggi, uno spazio politico cruciale per la resistenza e il riscatto del Sud.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

III e IV giorno dell’Incontro Internazionale delle Comunità Danneggiate dalle Dighe, dalla Crisi Climatica e dai Sistemi Energetici

Sotto il sole amazzonico, un gruppo composto da militanti di 45 paesi ha intrapreso questa domenica (9/11) una traversata simbolica attraverso le acque della Baía do Guajará, a Belém (PA).

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Mineria responsable? Cuento miserable!

Con una compagna del Frente Nacional Antiminero parliamo di estrattivismo in Ecuador.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP30: Cosa aspettarsi dal vertice mondiale sui cambiamenti climatici

Con il ritiro degli Stati Uniti e la cautela della Cina, la conferenza in Brasile metterà alla prova la capacità del mondo di rispettare l’Accordo di Parigi e gli obiettivi finanziari

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso il 28 novembre: i comitati sardi chiamano alla mobilitazione

Diffondiamo l’appello uscito dalla rete Pratobello24 che invita tutti i comitati che lottano contro la speculazione energetica a unirsi allo sciopero e alla mobilitazione del 28 novembre.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

E’ ancora il momento di bloccare tutto!

Il 28 novembre sarà sciopero generale, coordiniamoci in tutte le città, in tutte le provincie, in tutti i paesi per bloccare ancora una volta in maniera effettiva tutto il territorio nazionale.

Immagine di copertina per il post
Culture

Frankenstein, quel mostro nato dalle ombre oscure della guerra

Al mostro viene negato un nome e una individualità, esattamente come al proletariato

Immagine di copertina per il post
Formazione

HUB DI PACE: il piano coloniale delle università pisane a Gaza

I tre atenei di Pisa – l’Università, la Scuola Normale Superiore e la Scuola superiore Sant’Anna – riuniti con l’arcivescovo nell’aula Magna storica della Sapienza, come un cerbero a quattro teste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

«La cosa più importante è salvare il maggior numero possibile di vite umane e infrastrutture in Ucraina»

Maidan illustra quindi i principali dilemmi dei movimenti e delle mobilitazioni globali: la classe operaia ha una capacità molto limitata di organizzarsi, di articolare gli interessi di classe e di fornire almeno una leadership nazionale.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

DDL NUCLEARE : cosa aspettarci, cosa sappiamo?

Continuiamo ad approfondire e a tenere alta l’attenzione sul tema del ritorno del nucleare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armi e gas :l’Europa sempre piu’ dipendente dagli U.S.A.

A ottobre, per la prima volta, un singolo Paese gli USA ha esportato oltre 10 milioni di tonnellate metriche (mmt) di gas liquefatto, il 70% delle quali verso l’Europa.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Rompere la pace dentro territori, fabbrica e università della guerra

Partiamo da qui, da questa inquietudine mai risolta e sempre irriducibile che accompagna la forma di vita militante, l’unica postura da cui tentare di agguantare Kairòs, il tempo delle opportunità che possiamo cogliere solo se ci mettiamo in gioco.