InfoAut
Immagine di copertina per il post

Non lasciamoli soli, sosteniamo i prigionieri politici in sciopero della fame

In questo momento, sostenere la Resistenza palestinese significa anche sostenere i detenuti, e in particolare quelli in sciopero della fame, che pagano sulla propria pelle l’unico metodo di lotta possibile in carcere. Una cinquntina dei detenuti attualmente in sciopero sono stati ricoverati in questi giorni, a causa delle gravi condizioni di salute. Lo sciopero della fame può avere conseguenze gravi e permanenti per la salute.
Ecco cosa accade al fisico umano durante un digiuno prolungato:
1° giorno – Si consumano le riserve di glucosio immagazzinato nel fegato e nei muscoli.
2° giorno – Si abbassa il glucosio nel sangue e si utilizzano gli acidi grassi e corpi chetonici. Il glicogeno muscolare può fornire energia per circa 12 ore.
5° giorno – Cominciano a danneggiarsi organi importanti come il fegato e i reni. L’organismo è passato da consumare glucosio e glicogeno immagazzinato a consumare i grassi che costituiscono la riserva di energia del corpo stesso. Nel corpo umano ci sono circa 10-11 chili di grasso che possono durare più di 40 giorni.

7° giorno – Una volta raggiunta la settimana sciopero, l’acidosi (basso pH del sangue) colpisce la funzionalità cardiaca peggiorando la circolazione. Il cervello comincia ad avere dei problemi dovuti alla scarsa affluenza di sangue.
14° giorno – I corpi chetonici, che sono prodotti di degradazione del grasso, in questo momento vengono utilizzati per la formazione di energia.
20° giorno – si iniziano a utilizzare principalmente le proteine muscolari. L’albumina ed gli edemi sono la prova di autofagia e autodigestione di proteine.

30° giorno – La denutrizione colpisce tutti i sistemi del corpo, e si comincia a sperimentare una stanchezza enorme, che impedisce di parlare.
40° giorno – A partire dai quaranta o cinquanta giorni, il deterioramento diventa evidente per l’usura fisica, causando immobilità e arrivando a produrre perdita di conoscenza per mancanza di energia.

Si manifestano: Vomito continuo, diarrea, respiro debole, pressione arteriosa bassa, dolori ai reni, dolori alle articolazioni, rialzo della frequenza cardiaca, difficoltà nei movimenti, mancanza di sonno, stanchezza, sensazione di freddo, vertigini e nausea, grave diminuzione delle proteine del sangue, ipoglicemia e ipocalcemia.

Non sempre i soggetti possono ritornare ad un perfetto stato di salute: facilmente vanno incontro a infezioni (tubercolosi, endocardite lenta), e talora a distanza compaiono cirrosi epatica, insufficienza renale anche grave, ulcera, emorroidi, alterazioni endocrine a carico di varie ghiandole, anemia.

 

 

La morte da fame può essere causata anche da mancanza di sangue al cervello o insufficienza cardiaca. Va inoltre tenuto presente che i detenuti provengono già da uno stato di forte debilitazione, a causa delle pessime condizioni carcerarie, della cattiva alimentazione, degli interrogatori e/o torture subiti.
Lo stato attuale dei prigionieri politici palestinesi
In questo momento sono quasi 5.300 i palestinesi detenuti dal regime d’occupazione, di cui quasi 200 bambini e quasi 200 detenuti amministrativi.

Dal 2010 ci sono continuamente prigionieri in sciopero della fame (2). Dal ’69 ad oggi ci sono stati numerosi scioperi massicci e prolungati nei vari carceri (3). Dal 1970 al 1992, il regime sionista ha lasciato letteralmente morire di fame, a seguito di scioperi, sei prigionieri politici (4).

Tra gli scioperi della fame, quello che è durato più a lungo è stato quello di Samer Issawi, durato 266 giorni, che costrinse il regime d’occupazione a riconoscere che la sua condanna era illegale, mutando una condanna a 26 anni a una detenzione di ulteriori 8 mesi. In questo momento si trova in stato di Detenzione Amministrativa, dall’inizio di marzo, sua sorella Shereen Issawi, avvocato, insieme ad altri avvocati che seguono casi di detenuti politici palestinesi. Shereen sta denunciando la pratica dei continui interrogatori e delle torture contro di loro, oltre al continuo rinvio a nuove udienze, senza che finora sia stato formulato alcun capo d’accusa. (5)

L’Israeli Prison Service (servizio carcerario israeliano) infligge diversi tipi di punizioni ai detenuti che partecipano agli scioperi della fame: isolamento, trasferimenti da un carcere all’altro, privazione del sale per l’acqua, perquisizioni corporali continue e intrusive, maltrattamenti, negazione delle visite familiari, multe da 100 euro al giorno, ecc. Inoltre, varie organizzazioni per i Diritti Umani affermano che circo l’80% dei detenuti, di qualsiasi età e sesso, riferisce di aver subito torture e maltrattamenti in carcere e durante gli interrrogatori. Dal 1967, più di 52 prigionieri politici sono morti per mancata assistenza medica e 73 per la tortura durante gli interrogatori (6). Più volte è stata anche denunciata da organizzazioni umanitarie la presenza di medici prima e durante gli interrogatori, allo scopo di valutare la resistenza fisica dei prigionieri ai maltrattamenti inflitti (7)

L’IPS ha adottato una politica sistematica di negligenza medica in prigioni e centri di detenzione. Anche se tutte le prigioni comprendono un ambulatorio medico, i medici sono in servizio irregolare e il personale medico specializzato è generalmente assente. I prigionieri devono attendere per lunghi periodi di tempo prima di essere esaminati, e alla maggior parte dei detenuti sono prescritti semplici antidolorifici senza alcun esame medico approfondito. I trasferimenti in ospedali per le cure necessarie possono avvenire anche dopo settimane o mesi.
Oltre a tutto questo, le condizioni di detenzione hanno un enorme impatto sulla salute dei detenuti. La mancanza di luce naturale, la presenza di umidità nelle prigioni e centri di detenzione, aggravata da una dieta povera e squilibrata, le restrizioni imposte all’uso del cortile della prigione per l’esercizio fisico, spesso portano a problemi di salute cronici.

In questi giorni, numerose organizzazioni per i diritti umani palestinesi e israeliane hanno scritto una lettera pubblica (8), chiedendo l’intervento immediato dell’alto rappresentante della politica estera dell’UE Catherine Ashton, affinchè faccia pressione sulle autorità israeliane. (9)

Note:

(2) Ci sono stati vari scioperi della fame generali ultimi anni: 2010 (più di 1.000 detenuti), 2012 (circa 2.000 detenuti), 2011 (circa 6.000 partecipanti) e 2013. Attualmente, per ragioni differenti e in diverse carceri, ci sono più di venti detenuti politici in sciopero della fame.

(3) Gli scioperi generali dei detenuti sono avvenuti a: Ramleh il 18/02/’69 (11 giorni) Neve Tirza del 28/04/’70 (9 gg) Asqalon il 13/09/’73 (24 gg) Asqalon del 11/12/’76 (45 gg) rinnovato il 24/02/’77 (20 gg) Nafha il 14/07/’80 (32 gg) Jneid nel Settembre ’84 (13 gg) e ripreso il 25/03/’87 (poi esteso a tutte le prigioni e durato 20 gg) Nafha il 23/06/1991 (17 gg) Scioperi generali del 27/09/’92 (15 gg), del 15/08/’94 (19 gg).
(4) I detenuti lasciati morire di fame durante queste lotte sono stati: 
Abdel Qader Jabir Ahmad Abu Al-Fahim, di Jabalia (Gaza) morto il 11/05/1970 durante le lotte a Asqalon.
Rasim Mohammad Halaweh, di Jabalia (Gaza) morto il 20/07/1980 durante le lotte a Nafha.
Ali Shehadeh Mohammad Al-Ja’fari, from Dheisheh RC, Gaza morto il 4.07.1980 durante le lotte a Nafha.
Anis Mahmoud Douleh, from Qalqilia morto il 31.08.1980 in Asqalon.
Ishaq Mousa Al-Maraghah, from Silwan, Gerusalem morto il 16.11.1983 in Beir Al-Sabi’.

(6) Fonte dei dati sullo stato di salute dei prigionieri e sulla mancanza di assistenza medica: ADDAMEER, Prisoner Support and Human Rights Association http://www.addameer.org Report mensile dei detenuti a cura di Addameer – 1 maggio 2014: Numero totale dei prigionieri politici: 5271 (292 in più di un anno fa) Detenuti Amministrativi: 192 (36 in più di un anno fa), di cui 8 membri PLC Prigioniere donne: 17 Minori prigionieri: 196 (27 sotto i 16 anni d’età) Membri del Palestinian Legislative Council (Consiglio Legislativo Palestinese): 11 Detenuti condannati all’ergastolo: 476 Detenuti che scontano una pena superiore a 20 anni: 440 Detenuti in carcere da più di 20 anni: 30 Detenuti in carcere da più di 25 anni : 15 Detenuti pre-Oslo: 30 Altri dati sono disponibili sul sito del Ministero degli Affari dei Detenuti Politici: http://www.freedom.ps/
(9) Chiunque volesse fare pressioni sull’UE, unendosi all’appello, può inviare la lettera compilando il seguente format: http://eeas.europa.eu/contact/index_en.htm

Luisa Costalbano Fronte Palestina

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

palestinaprigionierisciopero della fame

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

No Muos: spropositato dispositivo di polizia contro chi si oppone a Muos e guerra

Ci teniamo a raccontare cosa è successo il giorno della manifestazione per rendere noto a tutti/e come in Contrada Ulmo si vive in uno stato di polizia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Non lasceremo loro nulla”. La distruzione del settore agricolo e dei sistemi alimentari di Gaza/4

Nel contesto del genocidio in corso, l’occupazione israeliana ha confiscato vaste aree di terreno a Gaza, in particolare terreni agricoli essenziali per il cibo e il sostentamento della popolazione palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Protestare per la Palestina: il caso della Columbia University

L’università è il luogo per eccellenza del dibattito, del pensiero critico e scomodo, dove le idee si oppongono perché viene garantita la sicurezza di chi le espone.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Freedom Flotilla: atterrato a Fiumicino Antonio Mazzeo, “Deportato da Israele”

Antonio Mazzeo – uno dei due attivisti italiani sequestrati dall’Idf sulla nave Handala della Freedom Flotilla Coalition – è atterrato ieri intorno alle 12 all’aeroporto di Fiumicino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra”, assemblea dei movimenti: lanciata per l’8 novembre una manifestazione nazionale a Roma

E’ iniziata con le parole di Nicoletta Dosio, storica attivista della Val di Susa, l’assemblea nazionale “Guerra alla Guerra”, svoltasi domenica 27 luglio durante il Festival Alta Felicità al presidio di Venaus, Torino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’esercito israeliano assalta Handala in acque internazionali: equipaggio rapito, nave sequestrata. Attiviste ed attivisti in sciopero della fame

Poco prima della mezzanotte (orario palestinese) di sabato 26 luglio 2025, l’Idf ha assaltato la nave Handala di Freedom Flotilla Coalition.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Per salvare Gaza e noi stessi, è ora di razionalizzare la speranza

Ormai le volte in cui abbiamo pensato “speriamo” dopo le dichiarazioni di qualche governo o di qualche grande istituzione sono centinaia. di Alessandro Ferretti Abbiamo sperato in una svolta con i pronunciamenti della corte dell’Aja e dell’ICC, con le voci di dissidi Biden-Netanyahu e Trump-Netanyahu, con gli stati che hanno riconosciuto la Palestina, con il […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Lavoro: otto giorni di sospensione all’aeroportuale di Montichiari che si è opposto al traffico d’armi

Otto giorni di sospensione dal lavoro per Luigi Borrelli, dipendente dell’Aereoporto di Montichiari, nel quale è anche delegato sindacale USB e responsabile sicurezza, per aver segnalato il trasporto di armi che avviene all’interno dello scalo civile bresciano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Pavia: contro riarmo, guerra e genocidio

Come è andata la prima assemblea della rete dei movimenti pavesi

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato stampa: sottoscrizione nazionale per Anan Yaeesh

Nei primi quindici giorni della campagna nazionale di sottoscrizione a sostegno del combattente per la libertà palestinese Anan Yaeesh – detenuto nel carcere di Terni e attualmente processato presso il Tribunale dell’Aquila – la solidarietà popolare ha prodotto un risultato straordinario.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Cronache di polizia: la stampa embedded e la fobia delle regie occulte

L’ultimo articolo de La Stampa, a firma di Caterina Stamin, sulle inchieste contro i movimenti sociali giovanili torinesi, è un esempio lampante di come, in Italia, il giornalismo di cronaca stia scivolando sempre più verso un linguaggio e una prospettiva di derivazione poliziesca e giudiziaria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Knesset vota sull’imposizione della sovranità israeliana sulla Cisgiordania

Mercoledì, la Knesset ha votato una dichiarazione a sostegno dell’imposizione della “sovranità” israeliana sulla Cisgiordania occupata.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

STOP RIARMO “Se la guerra parte da qua, disarmiamola dalla città!”

Riprendiamo e pubblichiamo il documento uscito sul canale telegram del percorso @STOPRIARMO che a Torino ha organizzato una prima iniziativa qualche settimana fa. Il documento traccia un quadro composito del sistema guerra nei vari ambiti della produzione e della riproduzione sociale oltre a lanciare alcuni spunti rispetto a ipotesi di attivazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La viltà sionista e i suoi oppositori

Di tutti i comportamenti che degradano l’uomo la vigliaccheria è il più infimo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra” di domenica 27 luglio a Venaus

Ripubblichiamo due contributi radiofonici che hanno il pregio di illustrare le caratteristiche che si propone di avere l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra” di domenica 27 luglio alle ore 12.30 a Venaus, durante il Festival Alta Felicità.