InfoAut
Immagine di copertina per il post

Libia, Tripoli: l’altro volto della liberazione

 

Scritto per Peace Reporter da Cristiano Tinazzi

 Viaggio in una città in cui sono arrivati i liberatori ma non la libertà e dove troppe cose ricordano un passato che non passa

Tripoli caduta. O Tripoli liberata. Dipende da che angolo si guarda questo conflitto. L’unica cosa certa è che adesso sono i ribelli, nella città, a dettare legge. In una situazione di caos dove il rispetto dei diritti umani è lungi dall’essere assicurato e dove si rischia di finire in carcere solo per il colore della pelle. Succede a centinaia di africani. Immigrati in cerca di lavoro o un passaggio per l’Europa. Nella periferia della capitale ne troviamo una decina. Tutti etiopi. Vivono in un appartamento ricavato sul tetto di una abitazione nella zona di Shara as Shera. Un lavoro sottopagato, la fuga da Sebha verso Tripoli e i giorni di terrore vissuti nella capitale senza cibo né acqua. Uno di loro è stato ammazzato durante il viaggio. Qualcuno li aiuta ma vogliono solo andarsene via prima di finire in qualche prigione con il sospetto di essere mercenari al soldo di Gheddafi. Scrivono i loro nomi su un foglio, sperando che qualcuno li venga a prendere. Le loro storie sono simili a quelle di tanti altri. Come quelli che vengono caricati su un pulmino della Mezzaluna Rossa, requisito dalle “Aquile di Misurata”, e mandati verso la ‘città martire’. Nessuno saprà mai chi erano, se sono stati mandati realmente in una prigione, in attesa che si chiarisse la loro posizione, o se sono già morti. E’ successo tutto in pochi giorni. La sollevazione interna, l’arrivo dei ribelli da diverse parti del paese, la presa di Bab el Azizia, la cacciata degli ultimi lealisti dal quartiere di Abu Slim. Ma la città fatica a riprendersi, l’acqua non c’è, l’elettricità va e viene, il gas per fare da mangiare una rarità.

Ogni quartiere fa storia a sé. A Souk el Jumma il comandante militare della brigata ha in mano anche l’aeroporto di Mitiqa. Tutta l’area da qui fino a Fashloum, a ovest, e fino a Tajoura, a est, è sotto il suo comando. Ma è come se fosse il comandante di tutti i ribelli di Tripoli. Perché è Souk el Jumma il quartiere da cui è partito tutto ed è qui che fanno base i combattenti provenienti da Misurata. Qui sono felici. E i tanti che hanno subito il carcere, le torture e le privazioni ora possono sorridere. Ma quanti comandanti ci sono a Tripoli? Quanti dettano legge nel loro territorio? Chi si è reso responsabile di crimini orrendi come il massacro nell’ospedale di Abu Slim dove decine e decine di corpi di soldati lealisti sono stati presumibimente giustiziati? Ogni giorno è buono per trovare altri morti, come quelli dietro la sede della Brigata Khamis. Questa volta un massacro a opera dei lealisti.

È lo stesso popolo, la stessa gente, non ci sono buoni e cattivi, le colpe stanno da una parte e della parte, sfumate. A pochi giorni dalla presa di Bab el Azizia, ormai presidiata da pochi fedelissimi, sono arrivati gli uomini di Bengasi e gli espatriati. Le stesse facce viste prima nel governo di Tripoli, gli stessi modi di fare, la stessa arroganza. Il nuovo responsabile dei media parla come Mussa Ibrahim, il portavoce della Jamahiriya di Gheddafi in questi ultimi sei mesi. Il lavoro sporco, quello della guerra sul terreno, l’hanno fatto tanti ragazzi che armi alla mano si sono lanciati contro i loro oppressori. Anche minorenni. Perché in questo conflitto non c’è stato spazio per salvaguardare nessun diritto, nemmeno quello dei più deboli. I ragazzi di Tripoli sono scesi in strada anche con le fiocine, perché non avevano altro per combattere. Tocca a loro, adesso, alle nuove generazioni, fare in modo che tutto il sangue sparso in questa guerra civile non sia stato versato invano. A noi non resta che chiederci se le Nazioni Unite abbiano ancora un senso e un peso di fronte alla tracotanza di chi comanda con la forza. Dall’alto dei cieli la Nato ha violato la risoluzione Onu e ha mentito sulla realtà della sua missione che era quella di proteggere i civili, non di supportare una delle due parti in lotta. Ma ormai, a giochi fatti, nessuno osa scommettere sul futuro e sulla stabilità del paese. Tripoli è libera per molti, caduta per altri, ma la guerra continua e in Libia non c’è pace.

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

guerraliberazioneLibianatotripoli

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Udine: in 15mila mostrano il cartellino rosso ad Israele

In migliaia da tutta Italia hanno raggiunto Udine per manifestare contro la partita della vergogna Italia – Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

In Belgio ondata di proteste contro l’austerità

140.000 persone nelle strade di Bruxelles, blocchi mattutini, traffico aereo quasi paralizzato, scontri violenti: questo è ciò che è successo martedì 14 ottobre dai nostri vicini belgi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Perù: destituzione veloce di Dina Boluarte. Ragioni, scandali e un rimpiazzo poco raccomandabile

Con un brusco finale di cui è stata la prima presidente, il Perù scrive un nuovo capitolo di una lunga agitazione politica che il paese vive dal 2016.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele viola il cessate il fuoco: sei palestinesi uccisi a Gaza. OMS: 15.000 persone hanno perso gli arti nella guerra

Martedì mattina, sei cittadini palestinesi sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti in attacchi israeliani contro le città di Gaza e Khan Yunis.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Livorno: pratiche di lotta, agibilità politica e repressione

Riflessioni a margine della doppia visita di Salvini a Livorno.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Milano: non passa la mozione per interrompere il gemellaggio con Tel Aviv. Proteste dentro il consiglio comunale, cariche fuori

A Milano proteste dentro e fuori il consiglio comunale: a Palazzo Marino passa il voto con la maggioranza di 22 a 9 (3 gli astenuti) contro la mozione che chiedeva l’interruzione del gemellaggio con Tel Aviv.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Show Israel the red card! Corteo nazionale a Udine

Domani, 14 ottobre, alle 20:45, si giocherà a Udine Italia–Israele, match di qualificazione ai Mondiali 2026. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La giudice federale impedisce a Trump di inviare truppe della Guardia Nazionale a Chicago

Il pendolo tra guerra civile e guerra esterna negli Stati Uniti di Trump oscilla sempre più vorticosamente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Afghanistan e Pakistan, combattimenti alla frontiera con decine di morti

Lungo il confine settentrionale tra Afghanistan e Pakistan si è registrata un’escalation significativa nelle ultime ore, con scontri armati che hanno coinvolto artiglieria pesante e aviazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attivisti della Flotilla rinchiusi nella prigione di Ketziot

Israele trasferisce i volontari sequestrati della Freedom Flotilla alla prigione di Ketziot: cresce l’indignazione internazionale

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bambini con armi anticarro: orrore a Palermo al villaggio dell’Esercito

Bambini con armi in mano più grandi di loro, giri sui carri armati, mentre nel maxischermo vengono proiettate immagini di soldati in azione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Continuano le piazze per la Palestina e nella notte nuovo abbordaggio della Flottilla

Ieri, 7 ottobre, in particolare in due città italiane, Torino e Bologna, si sono tenuti appuntamenti per continuare la mobilitazione in solidarietà alla Palestina. Entrambe le piazze sono state vietate dalle rispettive questure in quanto considerate “inopportune”.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La guerra è pace

Uno dei famosi slogan incisi sul Ministero della Verità del romanzo di George Orwell “1984” recita così.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Gli Stati Uniti e il «capitalismo fascista»

Siamo dentro a una nuova accumulazione primitiva, a un nuovo ciclo strategico innescato da Trump.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Senza dargli pace

In un mondo che scende sempre più in guerra, il problema che si pone è come rompere la pace che l’ha prodotta. da Kamo Modena «Senza dargli pace». È l’indicazione di metodo che ci consegna la lunga tradizione di lotta degli oppressi nel difficile movimento a farsi classe, tra sviluppo di autonomia e costruzione di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra” nelle università: a Pisa il 13 e 14 settembre, due giorni di assemblea nazionale

Il 13 e 14 settembre a Pisa si terrà l’assemblea nazionale universitaria “Guerra alla Guerra”, due giorni di confronto tra collettivi e realtà studentesche da tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cina: dallo SCO alla parata militare a Pechino

Riprendiamo due interviste da Radio Onda Rossa e Radio Blackout che fanno il punto della situazione dopo i due eventi che hanno visto protagonista Pechino.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Assemblea sulle scuole: organizziamoci per liberare le scuole dalla guerra

Partecipa anche tu all’assemblea sulle scuole che si terrà il 6 settembre a Venaus, per organizzare forme di lotta concrete che dalle scuole siano in grado di inceppare la macchina bellica.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Pensare l’Europa oggi: spazi e soggetti delle lotte in tempo di guerra

Come agiamo dentro questo quadro e che cosa vuol dire opporsi alla guerra e al riarmo in questa situazione?

Immagine di copertina per il post
Formazione

Guerra alla guerra nelle università

Assemblea nazionale universitaria, 13-14 settembre, Pisa