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Libertà per Daniele, fermato a Parigi e minacciato di espulsione!

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Come redazione Infoaut esprimiamo la nostra solidarietà a Daniele e ci uniamo alla voce di chi ne richiede l’immediata liberazione. Nella giornata di domani si terranno due presidi solidali, alla Prefettura di Parigi alle 18h e presso il consolato francese di Napoli alle 17h.  Di seguito riportiamo il comunicato di amici e compagni di Daniele, tradotto da Zer081, sulla situazione in cui versa il compagno.

Daniele, studente e lavoratore italiano a Parigi, si trova in stato d’arresto dallo scorso sabato 16 novembre,dopo essere stato fermato durante un controllo di polizia nella via dove abita da anni.

La procedura francese prevede, in caso di fermo, che dopo le prime 24 ore di custodia se non vengono riscontrate evidenze di reato bisogna procedere con il rilascio. Invece a Daniele è stato notificato il OQTF (Obbligo di lasciare il territorio francese) e successivamente alla convalida dell’arresto, il trasferimento in un centro di detenzione amministrativa (CRA, equivalente dei CIE italiani ).

Daniele nonostante sia un cittadino comunitario, dal 16 novembre si trova detenuto nel centro di Vincennes. Il suo arresto è avvenuto in contemporanea con un’operazione di polizia a Menilmontant, quartiere di Parigi storicamente associato alle lotte sociali e antirazziste, durante la quale sono state fermate circa una decina di persone(arresti poi non convalidati). L’obiettivo dell’operazione avrebbe dovuto essere, secondo le autorità locali,quello di impedire ogni tipo di incidente durante le manifestazioni previste in quest’ultimo ultimo weekend nella capitale francese.

Daniele, cittadino europeo che vive, studia e lavora in Francia da anni, dovrebbe essere protetto dal diritto dell’UE durante i suoi spostamenti, almeno in territorio comunitario. E’ gravissimo che venga invece notificato un OQTF ad un cittadino europeo, con regolare residenza a Parigi. Ancora più grave è che l’arresto venga giustificato dalle autorità francesi come preventivo di possibili rischi per “l’ordine pubblico”. Eppure Daniele quella sera, alle 23:00 circa, si trovava a pochi metri di casa sua, non è stato fermato all’intero di nessun assembramento che potesse destare preoccupazione per l’ordine pubblico; soprattutto tutti gli altri arrestati di quella sera, sono stati rilasciati dopo 24 ore senza nessun tipo di denuncia.

Daniele ha come unica colpa quella di non essere cittadino francese. La polizia parigina ha utilizzato come scusa per giustificare questa assurda detenzione, il fatto che al momento del fermo non avesse con se la sua carta d’identità, cosa che giustificherebbe il trattamento amministrativo da cittadino extra-comunitario, nonostante al momento del fermo avesse esibito una regolare patente. All’oggi ogni accusa contro di lui, rispetto alla turbativa dell’ordine pubblico, è caduta accanirsi contro di lui, ma nonostante questo resta detenuto in attesa che si completi l’iter amministrativo (circa 28 giorni) all’interno del centro di Vincennes.

Una scelta che sa tanto di ritorsione, nei confronti di un ragazzo che ha come “macchia” quella di essere un’attivista antirazzista. Tanto da far partire nei suoi confronti un procedimento di espulsione verso il suo paese di origine, come spesso accade nei confronti degli stranieri non comunitari presenti sul territorio francese.

A conferma di questa tesi, c’è la prima decisione del giudice per la libertà e la detenzione (JLD), che nella prima udienza che si doveva pronunciare sul fermo aveva deciso di mettere Daniele in libertà vista l’assurdità del dossier fornito dalle forze di polizia. La procura e la prefettura di polizia hanno subito fatto ricorso, per impedire la sua scarcerazione e lasciando Daniele in detenzione fino all’udienza d’appello che si è svolta giovedi mattina. Il presidente della corte di appello, contro la decisione del JLD, ha deciso di prolungare la detenzione per 28 giorni a partire dal 21 novembre.

Daniele dovrà restare ancora in arresto fino all’udienza che dovrà pronunciarsi sull’espulsione, che dovrebbe tenersi tra una decina di giorni.  Se OQTF dovesse essere confermata,verrebbe espulso dalla Francia con divieto di circolare sul territorio francese (ICTF) per almeno 3 anni tre anni, durante i quali la sua libertà di circolare e il suo diritto di soggiorno in Francia, in quanto cittadino europeo, gli saranno negati. Questo distruggerebbe irrimediabilmente la vita che si costruito in questi anni di studio e lavoro.

La reclusione e la minaccia di espulsione si collocano in primis nel contesto francese, dove i movimenti sociali negli ultimi anni stanno subendo un aumento esponenziale della respressione. All’oggi il solo sospetto che qualcuno possa prendere parte a mobilitazioni o momenti di piazza basta a giustificare controlli, e arresti, anche al di fuori di ogni situazione di piazza.

Il governo Macron sembra terrorizzato dal pensiero di rivivere il clima di crisi dello scorso inverno, durante il quale il periodo delle feste si è trasformato in un vero sollevamento popolare nel cuore della capitale francese. Per rispondere alle paure della politica, le forze di polizia sembrano disposte a ricorre a tutti i mezzi a disposizione. L’uso della reclusione in CRA e delle OQTF contro dei cittadini di altri paesi europei,sospettati di partecipare a delle mobilitazioni è una pratica che sembra si stia generalizzando, come dimostrato dall’arresto di due Gilet Gialli del Belgio, anche loro finiti in un CRA con un OQTF sabato scorso a Parigi, prima di essere poi finalmente liberati. Questa‘evoluzione si inscrive nel contesto di intensificazione delle politiche contro gli stranieri in Francia, illustrato dall’approvazione della legge « Asile et Immigration » l’anno scorso. Lo stato francese dispone di tutto un arsenale repressivo,di procedure, dedite a controllare, smistare ed espellere gli immigrati, che funziona a pieno regime e che si basa sull’esistenza dei CRA.

Questi luoghi di reclusione vedono transitare decine di migliaia di persone ogni anno, che dopo essere sopravvissuto alla morte nel Mediterraneo o altrove, vengono messi in arresto in attesa di essere rimpatriati verso paesi dai quali hanno provato a fuggire in tutti modi. Daniele si ritrova dunque schiacciato dentro questa doppia dinamica repressiva, che consiste nel ripulire Parigi dei manifestanti e dai migranti.

Noi, amici e compagni di Daniele, denunciamo l’abuso a cui è stato sottoposto e la sua illegittima detenzione. Daniele deve poter circolare liberamente sul territorio francese, rimanerci o lasciarlo secondo il suo parere, senza essere rinchiuso o espulso con la forza verso il confine con l’Italia, tanto più ribadiamo che di fronte c’è un cittadino europeo.

Troviamo di una gravità inaudita che debba comparire da detenuto all’ udienza che dovrà decidere sull’espulsione. Il fatto di essere trattenuto all’intero di un CRA è solo modo più subdolo per aprire la strada all’espulsione.

Facciamo un appello a tutti, collettivi, associazione che hanno a cuore la difesa delle libertà a fin che chiedano la scarcerazione immediata per Daniele ed il suo diritto a riprendere la sua vita in Francia, con tutto ciò che ha costruito in questi anni.

Non lasciamo che Daniele venga espulso, nel silenzio generale!

Liberta’ per Daniele Liberi tutt*

 

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