InfoAut
Immagine di copertina per il post

L’espropriazione delle proprietà palestinesi da parte di Israele

Leggi create ad arte per l’accaparramento della terra.

Fonte: English version

Di Michael Fischbach 

Anche prima di dichiarare l’istituzione dello Stato il 14 maggio 1948, e mentre infuriavano i combattimenti tra le forze sioniste e i palestinesi, la dirigenza sionista istituì comitati militari e civili per prendere il controllo delle terre e di altre proprietà svuotate dei loro abitanti palestinesi. Non appena fu dichiarato lo Stato, il governo israeliano si impegnò a consolidare questi vari comitati e a definire gli strumenti legali e le strutture amministrative che avrebbero consentito il sequestro “legale” della terra palestinese. Durante gli anni e i decenni che seguirono, le leggi furono emanate e modificate secondo necessità per garantire l’espansione delle terre da confiscare.

Il 24 giugno 1948, il governo israeliano promulgò l’Ordinanza sulle Proprietà Abbandonate per controllare le proprietà dei palestinesi che furono espulsi o fuggirono a causa dei combattimenti. Tre giorni dopo, ha adottato l’Ordinanza sulle Aree Abbandonate, che diede allo Stato un controllo più ampio su intere “aree abbandonate” e non solo sulle proprietà svuotate. Nel luglio 1948 creò il Comitato Ministeriale per le Proprietà Abbandonate insieme ad un Custode delle Proprietà Abbandonate. Ciò ha permesso allo Stato di organizzare l’utilizzo della terra da parte degli ebrei. Parte della terra fu assegnata a comunità agricole come i kibbutz, mentre altra terra, compresi i frutteti, fu assegnata alle aziende per essere coltivata. Queste varie comunità, aziende e individui ebraici raccoglievano grano da campi abbandonati, raccoglievano frutta da aranceti e uliveti abbandonati, estraevano pietra da cave abbandonate e persino vendevano cactus dalle terre desolate per produrre alcol. Per quanto riguarda le case nei villaggi svuotati, il governo e l’esercito israeliani iniziarono già nel 1948 a distruggere case e altri edifici in centinaia di villaggi. (Il numero effettivo è stimato tra 360 e 429, a seconda di come la fonte definisce un “villaggio”) Tra il 1948 e il 1953, L’Agenzia Ebraica ha poi istituito 345 nuove comunità ebraiche in Israele, la maggior parte delle quali furono costruite su terreni appartenenti a profughi palestinesi. Le case nelle città venivano spesso utilizzate per ospitare i nuovi immigrati ebrei.

L’emanazione dei Regolamenti di Emergenza riguardanti le proprietà degli assenti del 2 dicembre 1948 segnò un cambiamento significativo nell’approccio israeliano alla terra e alle altre proprietà dei profughi. Ha spostato l’attenzione giuridica dalla proprietà al proprietario rifugiato. Pertanto, invece delle leggi precedenti che avevano concesso l’autorità legale per il sequestro da parte dello Stato di proprietà abbandonate in un luogo particolare, questa nuova legge consentiva allo Stato di sequestrare tutte le proprietà, ovunque si trovassero, che appartenevano a una persona che soddisfaceva la definizione di “assente”. Un assente era definito come qualcuno che a partire dal 29 novembre 1947 era cittadino di uno Stato arabo, si trovava in un Paese arabo, si trovava in qualsiasi parte della Palestina non sotto il controllo ebraico, o si trovava “in qualsiasi luogo diverso dalla sua residenza abituale, anche se tale luogo e la sua dimora abituale si trovassero all’interno del territorio occupato da Israele”. “Assente” era quindi un termine ampio che consentiva al governo israeliano di confiscare la terra e altre proprietà di un’ampia categoria di persone che non erano profughi nel senso comunemente inteso del termine. Infatti, la legge consentiva il sequestro della terra e di altre proprietà di una persona che risiedeva nel territorio occupato da Israele, lasciava la propria casa e viaggiava anche per un giorno da qualche altra parte all’interno del territorio occupato da Israele, per poi tornare. Il governo ha sostituito il Custode delle Proprietà Abbandonate con il Custode delle Proprietà degli Assenti.

Il 14 marzo 1950, la Knesset (Parlamento) adottò la Legge sulla Proprietà degli Assenti, che era una versione modificata dei Regolamenti di Emergenza relativi alla proprietà degli assenti. Una nuova importante disposizione è stata quella di autorizzare, per la prima volta, il Custode delle Proprietà degli Assenti a vendere le terre confiscate ai profughi ad un organismo unico da creare, l’Autorità per lo Sviluppo. Quest’ultima è stata istituita dalla Legge sull’Autorità per lo Sviluppo (trasferimento di proprietà), emanata il 9 agosto 1950. La legge dichiarava l’Autorità per lo Sviluppo competente a vendere i terreni allo Stato e in particolare al Fondo Nazionale Ebraico (JNF), un ente le cui terre sono riservate esclusivamente al popolo ebraico. Grazie a questo meccanismo “legale” di rinnegamento dell’assente, e per tutti i primi anni ’50, il Custode lavorò per registrare legalmente le terre dei profughi nei nuovi registri immobiliari israeliani e vendette enormi quantità di queste terre all’Autorità per lo Sviluppo, che non mantenne un controllo permanente su di esse ma le vendette a sua volta al JNF. Nel 1960, lo Stato e il JNF concordarono di porre tutta la terra di loro proprietà separata sotto la gestione di un ente pubblico chiamato Amministrazione della Terra di Israele.

Pertanto, la stragrande maggioranza delle terre e degli edifici dei profughi che esistono ancora oggi sono registrati presso lo Stato israeliano, l’Autorità per lo Sviluppo o il JNF. Come tali rimangono sotto il controllo del Consiglio dell’Autorità Territoriale di Israele (ILAC), il nuovo nome dell’Amministrazione della Terra di Israele (ILA) (come designato nella Legge sull’Amministrazione della Terra di Israele dell’agosto 2009). Tuttavia, quella legge consentiva anche all’ILAC di vendere (cioè privatizzare) una certa quantità di terreni controllati dall’ILA. Parte di questo processo prevede che il JNF scambi i terreni urbani che controlla con terreni agricoli; il terreno urbano verrebbe poi venduto a privati. Pertanto, alcune terre dei profughi palestinesi ora possono essere vendute a privati.

Le terre confiscate furono utilizzate per la costruzione di città ebraiche, per la creazione di nuovi campi per l’agricoltura, e così via. Alcune terre dei profughi sono rimaste inutilizzate e disabitate fino ad oggi. In alcuni di questi villaggi ci sono ancora case palestinesi abbandonate e altri edifici. In altri luoghi, città come Gerusalemme, per esempio, questi edifici possono oggi avere prezzi molto alti. In tutto Israele esistono ancora numerose moschee abbandonate; alcuni rimangono abbandonati mentre altri sono stati trasformati in ristoranti e gallerie d’arte. Esistono ancora numerosi cimiteri abbandonati, il più famoso dei quali è il cimitero di Mamilla a Gerusalemme.

Per quanto riguarda i beni mobili, le autorità civili e militari ebraiche iniziarono quasi immediatamente a utilizzarne una parte, collocandoli in magazzini, vendendoli o affittandoli, o distruggendo ciò che ritenevano non potesse essere recuperato. I mobili trovati nelle case abbandonate a volte venivano usati per arredare le case dei nuovi immigrati ebrei. A volte i beni domestici venivano semplicemente rubati; i saccheggi erano diffusi. Per legge, organismi come il Custode delle Proprietà degli Assenti erano tenuti a tenere un registro delle somme ricevute dalla vendita o dall’affitto delle proprietà dei profughi sotto il nome del profugo che le possedeva, apparentemente per restituire l’importo a quest’ultimo. Tuttavia, questi soldi sono stati spesi rapidamente o sono andati all’Autorità per lo Sviluppo per essere utilizzati per l’insediamento dei nuovi immigrati. Sebbene la maggior parte delle proprietà mobili sia stata venduta molto tempo fa, il Custode delle Proprietà degli Assenti mantiene ancora oggi il controllo su alcuni oggetti. Ad esempio, controlla circa 8.000 libri che furono prelevati dalle case palestinesi nel 1948 e che ora si trovano presso la Biblioteca Nazionale Israeliana.

Quanto sopra solleva la questione più ampia dell’atteggiamento di Israele nei confronti della restituzione delle proprietà ai proprietari e/o del loro risarcimento. Israele ha sempre rifiutato di prendere in considerazione la restituzione della proprietà (cioè la restituzione della proprietà al legittimo proprietario), anche quando i proprietari effettivamente sono tornati e hanno tentato di reclamarla. Per quanto riguarda il risarcimento, erano state fissate una serie di restrizioni. Primo, si è rifiutato di risarcire i beni mobili, siano essi saccheggiati durante la guerra o inventariati: articoli per la casa, veicoli, animali e attrezzature da fattoria, macchinari di fabbrica, beni in negozi e aziende, e così via, anche se ha tratto profitto dalla vendita di tale proprietà. Secondo, per quanto riguarda le perdite immobiliari palestinesi, Israele ha insistito sul fatto che era tenuto a pagare un risarcimento solo per le proprietà possedute individualmente, escludendo così i terreni pubblici, e in particolare i terreni comuni dei villaggi. Terzo, Israele ha insistito affinché un programma di compensazione fosse parte di una formula più ampia per la pace arabo-israeliana.

Nel corso degli anni, una Commissione speciale israeliana per la restituzione delle proprietà degli assenti ha concluso taciti accordi per pagare un risarcimento ai singoli palestinesi che vivono fuori dal Paese. Da parte loro, la maggior parte dei profughi ha rifiutato di prendere in considerazione un risarcimento, desiderando invece tornare nelle proprie terre. Nel giugno 1973, Israele promulgò la Legge sulla Proprietà degli Assenti che prevedeva la possibilità di risarcire i richiedenti che risiedevano in Israele, compresi i residenti palestinesi dell’annessa Gerusalemme Est, ma allo stesso tempo negava loro il diritto di reclamare la restituzione delle loro proprietà. Infatti, uno degli scopi della legge era quello di giustificare il recupero delle proprietà che erano appartenute agli ebrei nella parte orientale della città prima del 1948.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

israelelandgrabbingpalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Global March to Gaza: migliaia di persone in marcia nel Convoglio Sumud dalla Tunisia e da molti altri Paesi del mondo

Di seguito il comunicato della Global March to Gaza che vede l’adesione e il ricongiungimento anche con il Convoglio Sumud partito dalla Tunisia lunedì 9 giugno e alcuni aggiornamenti e corrispondenze dalle carovane.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Anche con l’avvenuto scioglimento del Pkk, la fine del conflitto curdo-turco appare lontana

Nonostante il PKK si sia auto-dissolto con il XII Congresso, da parte di Ankara non si assiste a comportamenti speculari.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

2025. Los Angeles. California

Il 6 giugno, agenti dell’ICE hanno condotto blitz in vari punti della città: Fashion District, Home Depot e una grossa azienda tessile. Oltre cento arresti. da Nodo Solidale Le strade hanno risposto: molotov, blocchi di cemento, barricate e auto in fiamme. I manifestantihanno resistito con determinazione, trasformando la città in un campo di battaglia contro […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Los Angeles: ICE si scioglie davanti al fuoco

Riemergono le contraddizioni di un’America fondata sull’espropriazione degli ultimi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

SCELTE DISARMANTI | Lotte e Percorsi per un’Europa di Pace

La logica di investimento in caserme verdi, aeroporti azzurri e porti blu, non riesce a mascherare l’opera di devastazione ambientale e sociale che la militarizzazione dei territori comporta.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

FREEDOM FLOTILLA COALITION: “La nave civile Madleen attaccata dall’esercito israeliano, equipaggio rapito in acque internazionali”

La Freedom Flotilla Coalition conferma che la sua nave civile, Madleen, che trasportava aiuti umanitari a Gaza per rompere il blocco degli occupanti israeliani, è stata abbordata dall’esercito occupante israeliano “alle 3:02 CET in acque internazionali, coordinate:  31.95236° N, 32.38880° E” La nave è stata abbordata, il suo equipaggio civile – disarmato – rapito e […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vittoria dei portuali di Marsiglia e Genova. Rimaste a terra le mitragliatrici, la nave cargo diretta ad Haifa viaggia vuota

La nave è dovuta ripartire vuota di armamenti israeliani, e vuota farà tappa sabato a Genova soltanto per un “rifornimento tecnico”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Genova: i portuali pronti a rifiutare di caricare il cargo di armi per Israele

I portuali in Francia si rifiutano di caricare il cargo di armi per Israele: pronti al blocco anche a Genova.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Militari israeliani in “libera uscita” in Italia

Stress da genocidio? Se vuoi rilassarti vieni nel Bel Paese! Non è uno slogan pubblicitario di un mondo distopico, ma potremmo rappresentarcela così l’offerta, comprensiva di relax,  tour turistici alle bellezze naturalistiche e culturali delle Marche, di cui ha usufruito a fine 2024 un gruppo di giovani militari israeliani in “libera uscita”, ma pur sempre scortati e protetti dalla DIGOS per garantirne la massima riservatezza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

El Salvador: Sei anni di Bukele con poteri ampliati, stato d’emergenza e detenzione degli oppositori

La deriva autoritaria del presidente di El Salvador.

Bukele celebra il suo sesto anno di mandato e il primo dalla sua controversa rielezione, sostenendosi su un regime d’emergenza che accumula denunce per violazioni dei diritti umani e la persecuzione delle voci critiche.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Israele arma l’Isis a Gaza. Alcune riflessioni sulle forme storiche della resistenza

Non si è prestata sufficiente attenzione ad una notizia che sta circolando negli ultimi giorni da diverse fonti: Israele starebbe fornendo armi ad una banda criminale legata all’Isis all’interno della Striscia di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Non lasceremo loro nulla”. La distruzione del settore agricolo e dei sistemi alimentari di Gaza /2

Questo rapporto “Non lasceremo loro nulla” (*) affronta la distruzione del settore agricolo e delle strutture legate alla produzione alimentare durante l’assalto militare israeliano in corso sulla Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023. di Palestinian Centre for Human Rights, da ECOR Network Qui la prima parte. II. La distruzione israeliana del settore agricolo e dei sistemi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brescia: contestato il Ministro Tajani “Contro il genocidio in Palestina e le complicità anche italiane. Palestina Libera!”

A Brescia forte contestazione di almeno 150 tra studenti e attivisti contro la presenza alla facoltà di Giurisprudenza del ministro degli esteri e vicepremier Tajani, invitato dall’Ateneo per inaugurare un corso di laurea.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Gli aceri di corso Belgio a Torino incontrano un gelso di Gerusalemme: la Storia e le storie narrate dagli alberi

Il Comitato Salviamo gli Alberi di corso Belgio ha organizzato domenica 18 maggio un incontro pubblico con Paola Caridi, autrice del saggio Il gelso di Gerusalemme – L’altra storia raccontata dagli alberi, pubblicato l’anno scorso da Feltrinelli. Si è scelta questa data anche per commemorare  la Nakba, la “catastrofe”, l’espulsione di 700.000 palestinesi dalle loro terre operata dagli Israeliani nel 1948. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Indignazione per le dichiarazioni di Netanyahu: ‘Nessuna carestia a Gaza, i palestinesi sono sovrappeso’”

Il primo ministro sostiene che le immagini di migliaia di prigionieri palestinesi seminudi dimostrerebbero che hanno cibo a sufficienza, mentre esperti internazionali lanciano l’allarme su una carestia imminente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: militarizzazione degli aiuti e silenzio internazionale. Il punto della situazione con Eliana Riva

Ogni giorno porta nuove atrocità in Palestina: oggi, almeno 17 persone sono state uccise dall’esercito israeliano in tutta Gaza, tra cui otto vittime durante un raid contro la casa del giornalista Osama al-Arbid, nel nord della Striscia. Il giornalista sarebbe sopravvissuto, ma molti dei suoi familiari sono stati uccisi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Manifestazione nazionale contro il riarmo, la guerra e il genocidio in Palestina: 21 giugno a Roma

La data per la manifestazione nazionale a Roma contro il riarmo e la guerra è stata individuata nel 21 giugno, poco prima che si tenga il summit NATO all’Aja dal 25 al 25 giugno sulla Difesa e la spesa militare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Disarmiamoli: verso il 21 giugno a Roma

Ripubblichiamo il comunicato uscito dall’assemblea nazionale chiamata dalla Rete dei Comunisti, da Potere al Popolo e USB a Roma che guarda alla data di manifestazione nazionale del 21 giugno. In questa fase ogni mobilitazione nella prospettiva di attivarsi contro il riarmo generale, contro la militarizzazione della società e a sostegno della resistenza palestinese è da sostenere e attraversare.