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Il governo indonesiano minaccia la Freedom Flotilla

Sabato una flotilla di due yacht è salpata da Cairns, una città nord-orientale dell’Australia, per risalire alla penisola di Capo York e giungere nel sud della Papua Nuova Guinea. Da lì, gli attivisti sono determinati a entrare nelle acque indonesiane per giungere alla loro meta: la Guinea Occidentale. Le autorità indonesiane non hanno mai voluto concedere il permesso di visitare il proprio territorio agli attivisti Free Guinea; il capo della polizia, Paulus Waterpauw, ha dichiarato che tutti gli attivisti papuani, a carico dei quali risulta un precedente penale, verranno arrestati non appena approderanno sul territorio nazionale.

La Lake Eyre to West Papua Freedom Flotilla è un viaggio che ha lo scopo di denunciare tutte le atrocità commesse dal governo indonesiano nei confronti degli aborigeni della Guinea Occidentale: si stima che dal 1963, anno in cui l’Indonesia ha preso il controllo della regione, più di 100 mila papuani sono morti in atti di violenza, tortura e distruzione perpetuati dal governo centrale e la sua campagna di pulizia etnica ha causato diverse centinaia di migliaia di rifugiati politici. Inoltre, i territori papuani vengono distrutti dalle attività delle multinazionali minerarie, le quali hanno messo in atto una vera e propria colonizzazione del territorio, calpestando i diritti della popolazione nativa.

Per queste ragioni, ai primi di agosto, una coalizione di attivisti, tra cui diversi rifugiati aborigeni, è partita da Lake Eyre, fermandosi presso ogni comunità aborigena lungo il proprio percorso per portare la propria solidarietà, con l’obiettivo di denunciare i crimini dello stato indonesiano e per chiedere l’autodeterminazione e l’indipendenza per la Guinea Occidentale.

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