La sentenza di oggi esprime sicuramente una novità e un piccolo passo in avanti verso l'impunità garantita di un paese -e in generale quelli sudamericani- che ha commesso il genocidio di almeno 200mila persone. Una condanna tuttavia che non servirà per ripagare gli omicidi, le torture, gli stupri condotti sulla popolazione poichè non è in una sola persona che si possono trovare le responsabilità di questi atti compiuti. Non ci si può infatti dimenticare che in Guatemala è stato attuato un vero e proprio sterminio delle popolazioni indigene inermi e attuato durante il conflitto iniziato con il rovesciamento -voluto dagli Stati Uniti- del Governo di Jacobo Arbenz nel 1954, terminato solo nel 1996. Dal canto suo, Rios Montt, dal letto dell'ospedale in cui si trova attualmente, continua a professare la sua innocenza all'interno della vicenda e ha detto che farà ricorso alla sentenza.
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