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Grecia, tensione nelle università a ridosso dello sciopero generale

 

Uno sciopero generale centrale nell’ottica dell’approfondirsi delle lotte nell’area del mediterraneo schiacciato dagli effetti della crisi. Anche in Spagna oggi sarà sciopero generale, con in programma l’assedio al Parlamento chiamato dalle reti di movimento iberiche, mentre riguardo al Portogallo abbiamo già raccontato nelle scorse settimane la tensione sociale che attraversa il paese.

 

I tagli al comparto formazione del governo greco, figli dei pacchetti di misure di austerità dettati dalla Troika, attaccheranno di circa il 35% i salari dei lavoratori dell’università all’interno del piano di bilancio previsto per il biennio 2013-2014. Ovviamente a corredo di questi tagli ci saranno massicci licenziamenti e ulteriori nuovi congelamenti nelle assunzioni, scenario molto simile a quello messo in atto ai tempi, alle nostre latitudini, dalla 133 gelminiana.

 

Il provvedimento sulla formazione è applicato in un momento in cui nuovi tagli ( da circa 12 miliardi, che verranno recuperati da stipendi, pensioni ed ospedali) sono annunciati per permettere alla Grecia una nuova tranche di aiuti di circa 31 mld dalla Troika, mentre il governo Samaras è sempre più a rischio in relazione al fatto che il debito ellenico, secondo un rapporto dello Spiegel, sarebbe più che raddoppiato arrivando a circa 20 miliardi di euro e mettendo a rischio la credibilità del paese sui mercati.

Il processo di riforma neoliberale dell’università, a cui siamo tristemente abituati dalle nostre parti dopo un processo di più di 15 anni di dismissione strategica, porterà anche in Grecia, (con la legge 4009/11), consigli di amministrazione composti da privati e dal mondo del business. Insomma, l’ennesimo tassello dell’imposizione agli ultimi angoli dell’UE del tristemente famoso Bologna Process.

 

Contro questi provvedimenti già nell’agosto del 2011 si erano ad ogni modo scatenate forti proteste che hanno portato al rinvio, fino ad oggi, del pacchetto di misure. Anche oggi non è mancata però la risposta del mondo della formazione ellenico, che ha messo in atto diversi scioperi (soprattutto del corpo docente e di ricerca, tra i più toccati dalla riforma).

 

Tante assemblee nelle università hanno negli scorsi giorni cercato di costruire fronti comuni tra docenti,ricercatori, studenti e personale tecnico, e possiamo scommettere che l’opposizione all’entrata in vigore di questi provvedimenti si farà sentire anche domani, 26 settembre nello sciopero generale greco, in cui il mondo della formazione potrà avere una nuova saldatura con il mondo del lavoro e delle lotte sui territori.

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pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

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