InfoAut
Immagine di copertina per il post

Grecia: aumento del partito, crollo del movimento?

Questo processo orizzontale e autonomo divenne realtà senza alcuna risorsa finanziaria particolare e senza il supporto degli attori politici tradizionali come sindacati o partiti, caldamente interdetti dalla piazza. Avvenne tutto spontaneamente, senza leaders, e dal basso. Non successe solo ad Atene, ma in tutte le piazze della Grecia – formando quello che divenne conosciuto come “il movimento delle piazze” (e non aganaktismenoi, gli “indignados” greci, come li chiamavano i media, un nome respinto dal movimento stesso. In quei giorni, un enorme striscione pendeva sopra Syntagma con un messaggio chiaro: “non siamo indignati, siamo determinati!”).

Un anno dopo, insieme a Jerome Roos, siamo ritornati a Syntagma con l’intenzione di intervistare alcuni dei protagonisti del movimento, oltre che per esplorare più approfonditamente come, effettivamente, l’occupazione fosse riuscita a decollare. “Dobbiamo trovare la persona che aveva portato il microfono!” era la mia ossessione principale in quel momento, che pensavo che il movimento sembrasse spontaneo, ma in realtà qualcuno stava là con un microfono e un sound system già dal primo giorno, quindi se fossimo riusciti a trovare “quello che aveva portato il microfono”, avremmo forse capito chi stava dietro alla chiamata per l’occupazione della piazza. Era, il mio, un ragionamento degno di un San Tommaso.

Parlando con attivisti di Syntagma riuscimmo finalmente a trovare una risposta al nostro interrogativo, ma non era affatto quello che ci aspettavamo: il microfono era stato portato a Syntagma nel corso della prima assemblea da… un musicista di strada spagnolo, che era capitato nella vicina “assemblea greco-spagnola” a Thissio, e che offrì la sua attrezzatura per la vera, prima assemblea popolare di piazza Syntagma. Più tardi, gli anarchici di Exarchìa portarono un impianto migliore, ovviamente, ma l’intera vicenda ci dimostrò che l’occupazione della piazza era a tutti gli effetti quello che sembrava: un movimento senza leader, spontaneo, orizzontale per la vera (diretta) democrazia; un movimento che insegnò alle persone capitate nella piazza in quei giorni che c’è un altro modo per fare politica, non attraverso “rappresentanti” e “leaders” ma tramite la propria partecipazione.

Nonostante questo  approccio democratico e diretto non fosse ovviamente privo di limiti, era comunque uno sforzo “proveniente dalle persone”, come ci disse Dimitris – uno dei facilitatori alle assemblee – nel corso di un’intervista per il documentario Utopia on the Horizon (2012) della ROAR. Altrettanto ovviamente questo esperimento radicale e democratico rese il “popolo” l’attore principale di un cambiamento, per quel poco che durò, escludendo gli attori tradizionali della vita politica e screditando definitivamente il sistema politico del paese. Ma l’estate di Syntagma  non durò per sempre, anche se i 72 giorni e notti di occupazione l’hanno reso la più lunga tra le grandi occupazioni del Movimento per la Democrazia Reale del  2011-2013.

Due anni e mezzo dopo, il 10 novembre 2013, venne lanciato un altro appello per l’occupazione di piazza Syntagma. Questo volta però non c’era bisogno di indagare su chi avesse lanciato l’appello, e nemmeno su chi avesse “portato il microfono”. L’intero evento era stato organizzato dal partito di sinistra radicale Syriza per sostenere la sua mozione di sfiducia contro il governo che stava venendo votata dentro al parlamento (una mozione di sfiducia a proposito della quale nessuno capì perché venisse presentata, visto che non c’era alcuna possibilità per il governo di non sopravvivervi – ma questa è un’altra storia).

Ovviamente, il partito aveva fatto in modo di avere un grande palco (e un costoso impianto) cosicché i suoi esponenti potessero rivolgersi alle folle, oltre ad aver invitato numerosi artisti ad esibirsi nella piazza. Naturalmente non c’era alcuna assemblea popolare – l’attrazione principale della serata fu il discorso del leader di Syriza Alexis Tsipras dall’interno del parlamento. Tuttavia, nonostante Syriza avesse già pensato all’impianto audio e non vi fosse il bisogno per alcun musicista girovago spagnolo di farsi deus ex machina per salvare la situazione, l’appello del partito a occupare la piazza non venne partecipato che da una piccola frazione della folla che frequentava le assemblee popolari di due anni prima, né aveva la stessa passione, creatività, o speranza. Ad ogni modo, l’happening di Syriza dimostrò una cosa: che i “partiti” e lo “stato” sono di nuovo il fronte principale di resistenza politica oggi in Grecia, e Syriza è l’espressione principale di questa tendenza.

Molti nella sinistra europea e nordamericana guardano a Syriza con speranza e meraviglia. Ma è davvero un buon segno che un partito abbia “rubato la piazza” dei movimenti usurpandone l’energia? Non dovremmo preoccuparci del fatto che l’esperimento diretto e orizzontale delle piazze sia stato fragorosamente soppiantato dalle vecchie forme gerarchiche della politica elettorale e rappresentativa? Non dovremmo essere turbati da come le assemblee popolari siano state sostiuite dai discorsi di un leader di partito nel parlamento? Forse dovremmo osservare le esperienze di un altro continente – l’America Latina – che ha già una lunga storia in proposito, e imparare una o due lezioni.

Nel suo ottimo libro Territories in Resistance: A Cartography of Latin American Social Movements, Raùl Zibechi esamina il decennio della “marea rosa” in America Latina giungendo alle seguenti conclusioni. Primo, in tutti i paesi toccati dalla “marea rosa” (che ha portato al potere governi di sinistra in Brasile, Argentina, Bolivia, Uruguay, Nicaragua, Ecuador e altri), e nonostante le molte differenze tra un paese e l’altro, c’era un carattere fondamentale comune a tutti gli stati: il ritorno dello stato ad agente principale del cambiamento. In secondo luogo, i movimenti protagonisti delle più importanti mobilitazioni tra i la fine dei ’90 e l’inizio dei 2000 (i piqueteros in Argentina, i partecipanti alle guerre dell’acqua e del gas in Bolivia, i lavoratori senza terra in Brasile, e così via) sono stati marginalizzati o neutralizzati attraverso la repressione dello stato o la cooptazione, aprendo la via al “partito” come massima espressione dei bisogni e desideri popolari, e all’allineamento della lotta radicale per l’emancipazione dei movimenti stessi.

Per quanto riguarda l’Argentina nello specifico, laddove gli esperimenti di democrazia diretta degli anni 2001-2003 lasciarono il posto al neo-peronismo della Kirchner, Benjamin Dangl scrisse che “la Kirchner distribuiva le briciole, mentre quello che molti chiedevano era la rivoluzione”. In Bolivia, invece, Oscar Olivera – portavoce del Coordinadora por la Defensa del Agua y la Vida durante la leggendaria Guerra dell’acqua di Cochabamba – descrisse in questo modo il primo anno del governo di Evo Morales:

“Ora che il Movimento per il Socialismo [di Morales] occupa lo spazio statale, ha cominciato a cooptare e controllare i movimenti, così da smobilitarli tramite le loro stesse rivendicazioni specifiche e legarli agli interessi del governo. Lo stato sta espropriando delle capacità che avevamo restaurato a costi molto alti: la capacità a ribellarsi, mobilitarsi, organizzarsi e avanzare proposte. Danno posizioni istituzionali a portavoce dei movimenti, ambasciate a leader del sociale, e si disfano o stigmatizzano quelli di noi che non vogliono entrare nelle istituzioni, ma piuttosto rompere con esse, alludendo che siamo finanziati dalla destra.”

Le briciole della Kirchner e le offerte di Evo sono riuscite a fermare qualsivoglia processo rivoluzionario fosse in atto sotto la superficie sociale, conducendo a chiederci ancora una volta perché i movimenti sociali si perdano sostanzialmente ogni qual volta il centro-sinistra arrivi al potere. Stiamo assistendo allo svolgersi di un processo simile in Europa adesso, col sorgere di Syriza in Grecia? I movimenti di emancipazione radicale si stanno facendo allineare in favore dei partiti e della conquista elettorale del potere statale? L’esperienza latinoamericana è lì ad avvertirci, e faremmo bene a farvi attenzione. Altrimenti, saremo condannati a ripetere gli stessi errori ancora, e ancora.

di Leonidas Oikonomakis

tradotto da AteneCalling.org

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Greciapiazza syntagmasyriza

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: Per la difesa dei propri territori i popoli creano l’Assemblea Maya per l’Autonomia

Città del Messico / Comunità di diversi popoli maya hanno concordato di creare e di organizzarsi nell’Assemblea Maya per l’Autonomia e nel Consiglio Maya per l’Autonomia, per rafforzare le lotte locali a difesa del territorio contro l’attività mineraria, la turistificazione, l’agroindustria e le altre forme di saccheggio nella Penisola dello Yucatán. L’accordo di unirsi nell’Assemblea per […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il Giappone oggi ad 80 anni dalle bombe nucleari USA su Hiroshima e Nagasaki

Nella puntata odierna andiamo in Giappone, facendo il punto sulla politica domestica del Paese nipponico e sugli scenari internazionali del quadrante asiatico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“I popoli sostengono la causa palestinese. Potenti e governi voltano le spalle”. Corrispondenza dalla Cisgiordania occupata

Il ministro israeliano della Difesa Katz ha dichiarato oggi, mercoledì 16 aprile 2025, che “Israele non ha alcuna intenzione di permettere l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armarsi per salvare il capitalismo finanziario! La lezione di Rosa Luxemburg, Kalecki, Baran e Sweezy

Per quanto grande sia una Nazione, se ama la guerra perirà; per quanto pacifico sia il mondo, se dimentica la guerra sarà in pericolo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dati trapelati rivelano una massiccia campagna israeliana per la rimozione di post pro-Palestina da Facebook e Instagram

Una repressione radicale dei post su Instagram e Facebook critici nei confronti di Israele, o anche solo vagamente a sostegno dei palestinesi, è stata orchestrata direttamente dal governo israeliano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

NATO incontra Palantir: un’analisi critica del sistema di guerra basato su IA della NATO

È notizia di oggi che il 25 marzo 2025, la NATO ha finalizzato l’acquisizione del Maven Smart System NATO (MSS NATO), una piattaforma di guerra basata su intelligenza artificiale integrata sviluppata in collaborazione con Palantir Technologies. Acclamato come un passo avanti nelle capacità decisionali operative, il MSS NATO rappresenta l’ennesimo esempio dell’integrazione dell’IA nella sfera […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Fermiamo la macchina bellica. Palestina libera!”: la diretta dalla manifestazione nazionale di Milano

“Fermiamo la macchina bellica. Palestina libera!”. Decine di migliaia di persone – circa 50mila per le realtà organizzatrici – sabato 12 aprile a Milano per la manifestazione nazionale per la Palestina, sottoposta a 77 anni di occupazione e a un anno e mezzo di genocidio per mano dello Stato israeliano. La piattaforma rivendicativa ribadisce le motivazioni della giornata di lotta: “NO al genocidio […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Come gli europei vanno incontro all’era complessa

Continuiamo la pubblicazione di contributi in vista della terza edizione del Festival Altri Mondi / Altri Modi che si terrà dal 10 al 13 aprile a Torino. Di seguito potete trovare un interessante articolo di Pierluigi Fagan sulla congiuntura europea. Fagan parteciperà al dibattito di sabato 12 aprile alle 16 dal titolo “Scenari della guerra globale“. L’articolo è apparso […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“No alla prima fabbrica di armi per REARM Europe”: comunicato stampa della “Rete Mamme da Nord a Sud”

La Rete Mamme da Nord a Sud lancia un appello all’adesione e alla mobilitazione contro la nuova fabbrica di esplosivi nel Lazio e contro la militarizzazione dell’Europa. Le fabbriche di morte finanziate con fondi pubblici dalla Commissione europea rischiano di diventare presto realtà: apprendiamo con sgomento che la ex Simmel Difesa, oggi Knds (gruppo franco-tedesco, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Capitalismo finanziario e economia di guerra

Nella giornata che ha visto grandi dichiarazioni del presidente Trump aprire alla guerra commerciale dei dazi abbiamo approfondito come la ristrutturazione della finanza e gli scenari bellici mondiali siano strettamente connessi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: sciopero generale a due anni dalla strage ferroviaria di Tebi, manifestazione oceanica ad Atene

Grecia paralizzata per uno sciopero nazionale indetto da tutti i sindacati con oltre 200 manifestazioni – una delle mobilitazioni più imponenti degli ultimi decenni – per chiedere verità e giustizia in occasione dell’anniversario di due anni dalla strage ferroviaria di Tebi, in cui persero la vita 57 persone, tra cui molti studenti: 85 i feriti gravi, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: i portuali bloccano un container di munizioni per Israele

Decine di membri del sindacato greco dei lavoratori portuali PAME (Front Militant de Tous les Travailleurs) hanno bloccato il carico di un container di munizioni destinato a Israele per protestare contro la guerra a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nel CPR ad Atene per la solidarietà alla Palestina

Il 14 maggio 2024, ventotto (28) persone sono state arrestate nel corso dell’operazione di polizia durante l’occupazione della Facoltà di Giurisprudenza di Atene nel contesto delle proteste internazionali contro lo spargimento di sangue a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Grecia: passa la legge sulla creazione di università private. Scontri fuori dal Parlamento

In Grecia è passata in Parlamento la contestatissima legge che equipara le università private con quelle pubbliche nel paese.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Grecia: ampia mobilitazione delle università, occupati la maggior parte degli Atenei contro la creazione di poli privati

Grecia. La lotta del mondo accademico e universitario ellenico si intensifica di giorno in giorno in vista della presentazione del controverso disegno di legge per la creazione di università private.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: università occupate contro la legge che equipara gli atenei privati a quelli statali

Più della metà delle facoltà della Grecia sono occupate da studentesse e studenti contro la scelta del governo conservatore di Kyriakos Mītsotakīs di aprire alle università private con una legge che le equiparerà agli atenei statali. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: l’attacco finale dello Stato contro il Rouvikonas

Da alcuni anni i militanti del collettivo vengono inquisiti sulla base di accuse false o pretestuose, che hanno come obiettivo la criminalizzazione dei movimenti e delle lotte sociali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: migliaia in corteo ad Atene a 50 anni dalla rivolta del Politecnico contro i colonnelli fascisti

La Grecia si ferma venerdì 17 novembre 2023 per il 50mo anniversario della Rivolta studentesca del Politecnico di Atene contro la dittatura fascista dei Colonnelli, nel novembre del 1973, repressa nel sangue dai militari con almeno 24 studenti uccisi, decine di feriti e incarcerati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Riforma del lavoro in Grecia: spolpare le ossa di lavoratori e lavoratrici

La scorsa settimana in Grecia è stata approvata la nuova riforma del lavoro. Un ulteriore attacco diretto alle vite di lavoratori e lavoratrici da parte del governo conservatore di Mitsikatis, rieletto a giugno.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Grecia: anarchici e comunisti nella lotta contro gli incendi

Nel contesto di disorganizzazione generale dello stato, anarchici e comunisti cercano di contribuire in ogni modo possibile agli sforzi dei volontari per contrastare gli incendi.