InfoAut
Immagine di copertina per il post

Egitto. Ultras fuori legge, il tifo organizzato viene dichiarato illegale

Le tifoserie in questi anni sono state punto di riferimento per molti giovani uomini che non trovavano altrove spazi per il proprio dissenso e, per questo, sono state oggetto della repressione governativa. L’illegalizzazione dei gruppi ultras è l’ultimo esempio di queste politiche repressive e nasce dalla consapevolezza del ruolo centrale del tifo organizzato nelle proteste e nella società.

Da sabato scorso i gruppi ultras sono diventati ufficialmente illegali in Egitto. La sentenza della Corte egiziana per le questioni urgenti ha, infatti, decretato lo scioglimento delle tifoserie in quanto considerate organizzazioni terroristiche. Il procedimento, iniziato a seguito della denuncia di Mortada Mansour in cui il presidente dello Zamalek accusava gli ultras di danneggiamenti alla sede del club e minacce di morte a suo carico, ha portato all’illegalizzazione della totalità dei gruppi ultras egiziani. I singoli capi d’accusa non potrebbero, però, spiegare la severità della decisione. Le cause e le conseguenze di un tale provvedimento trascendono, infatti, dalla mera questione giudiziaria.

I gruppi ultras egiziani sono centrali nelle dinamiche socio-politiche del Paese nord-africano dall’inizio delle proteste contro il regime di Hosni Mubarak. Fin dalle prime manifestazioni del 2011, in un contesto di totale disorganizzazione e di mancanza di strutture forti che guidassero i cortei (ricordiamo che in una prima fase la stessa Fratellanza Musulmana aveva scelto di rimanere a margine delle mobilitazioni), la maggiore abitudine ed attitudine alle dinamiche di piazza, ha, infatti, reso fondamentale l’apporto del tifo organizzato alle proteste.

In questo senso, gruppi ultras che avevano fatto dell’apoliticità un vessillo, si sono ritrovati a ricoprire un ruolo intrinsecamente politico per il destino del Paese. Un ruolo che, nonostante cambiamenti significativi all’interno delle stesse tifoserie, gli ultras hanno mantenuto in questi anni. Se tristemente famosa è la strage di Port Said del 2012 nella quale morirono 74 supporter della squadra cairota dell’Al-Ahly, meno conosciuti sono altri episodi che hanno visto protagonista il tifo organizzato. A gennaio di quest’anno, ad esempio, 20 tifosi dello Zamalek sono morti soffocati dai lacrimogeni e schiacciati dalle persone in fuga fuori dallo stadio del Cairo.

Si potrebbe imputare queste morti al tifo violento, alla mancanza di sicurezza o alla casualità, ma le cause di questi eventi sono molto più profonde e si radicano nella vita politica del Paese. Le tifoserie, grazie al ruolo ricoperto durante la rivoluzione, sono diventate punto di riferimento per molti giovani uomini che non trovavano altrove spazi per il proprio dissenso e, per questo, sono state oggetto della repressione governativa. Questo anche durante il Governo di Mohamed Morsi, benchè potesse sembrare che, nonostante perdurasse il blocco del campionato e rimanessero intatte molte delle condizioni che avevano portato allo scontro, il protagonismo dei tifosi fosse diminuito.

Gli scontri fuori dal carcere di Port Said nel marzo 2013 dei tifosi dell’Al-Masry a seguito delle 21 condanne a morte per la partecipazione all’omonima strage e la conseguente repressione, però, dimostravano che era solo cambiato l’angolo di osservazione e non l’atteggiamento della dirigenza verso i tifosi. In quell’occasione anche molti altri gruppi ultras sottolinearono che la condanna costituiva una giustizia parziale in quanto incurante del ruolo delle forze di sicurezza nel massacro.

Per rivedere l’attivismo dei primi giorni di rivoluzione bisognava, però, aspettare il colpo di Stato. Se durante il periodo precedente, sia per un certo sostegno ad un Governo che veniva considerato legittimo sia per una diffusa rassegnazione in merito alla possibilità di un reale cambiamento, la situazione poteva apparire parzialmente pacificata, con la salita la potere del Generale Abdel Fatah Al-Sisi, le proteste hanno trovato nuovo vigore. Da un lato la repressione di ogni forma di dissenso, la persecuzione metodica di attivisti laici e islamici, l’illegalizzazione di organizzazioni e partiti tra i quali spicca per importanza la messa al bando della Fratellanza Musulmana, ha indotto un avvicinamento degli ultras alle posizioni dei gruppi islamici. La nascita di realtà come quella degli ultras Nahdawy, gruppo di ultras legati ai Fratelli Musulmani che unisce frange di tifoseria di squadre diverse e precedentemente avversarie, è la traccia più evidente di questa tendenza.

Dall’altro, laddove inizialmente esisteva solo una vaga opposizione al Governo di turno ed alle forze armate, si è innestato un processo di nuova radicalizzazione. In parallelo il blocco del campionato ha lasciato i tifosi fuori dallo stadio, obbligandoli a penetrare nella società per mantenere vivo il loro impegno. Non si dimentichi, a tal proposito, che gli ultras, come gli attivisti d’altronde, non sono un soggetto estraneo alla società, ma ne fanno parte condividendo con altri gruppi sociali, come gli studenti, condizioni economiche e di vita. Non stupisce in questo senso scoprire come, negli ultimi mesi, si sia assistito ad un avvicinamento tra ultras e gruppi studenteschi laici e religiosi ostili al Generale Al-Sisi. La comune provenienza sociale, la vicinanza di età e l’approccio repressivo del Governo hanno così saldato un’alleanza in quello spaccato sociale fatto di giovani senza lavoro e senza speranze che avevano visto nelle manifestazioni del 2011 la possibilità reale di mutare il proprio destino.

Mentre il Governo accusa gli ultras di essere la longa manus dei Fratelli Musulmani e presenta gli interventi contro le tifoserie organizzate come azioni di contenimento del terrorismo islamico (si noti come la messa al bando dei movimenti ultras sia stata pronunciata lo stesso giorno della condanna a morte di Mohamed Morsi), la realtà è, quindi, molto più complessa e articolata e l’illegalizzazione rischia di indurre un ulteriore processo di radicalizzazione delle posizioni.

Da alcuni mesi si assiste all’avvicinamento di molti tifosi a gruppi islamisti radicali e, in particolare, allo Stato Islamico. All’interno degli stessi gruppi questa svolta è fonte di divisione e la vecchia generazione di tifosi afferma che solo la solidità del gruppo e dei suoi valori condivisi può arginare questa deriva permettendo di continuare una lotta comune che, partendo da quella per la libertà negli stadi, giunga a quella per la libertà nella società.

Da Nena News

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

divieto manifestareEgittotifoultras

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Contestati i ministri della guerra al Politecnico di Torino

Riceviamo e ricondividiamo il comunicato del CUA di Torino sulla contestazione di ieri al convegno istituzionale tenutosi alla sede del Valentino del Politecnico. Ieri mattina un gruppo di student3 dell’Università di Torino ha contestato il convegno a porte chiuse che si è tenuto al castello del Valentino su tecnoscienza e intelligenza artificiale, con ospiti di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Milano: 25 Aprile con la resistenza palestinese

Milano – Per un 25 Aprile con la Palestina, Piazza Duomo h. 13:30.
La Resistenza non è soltanto memoria, ma è oggi. Palestina libera!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: i Me`phaa di Tilapa creano sistema di giustizia a difesa del loro territorio

Il popolo Me`phaa di Tilapa, Guerrero, ha presentato il proprio sistema di giustizia denominato Sicurezza di Protezione Territoriale Indigena (Serti), per “difendere il territorio da una prospettiva indigena, olistica e integrale”, di fronte alle minacce di progetti minerari, saccheggio territoriale e controllo dei gruppi del crimine organizzato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Protezione Civile: 2.000 palestinesi scomparsi a seguito del ritiro delle forze israeliane da alcune aree di Gaza

La Difesa civile della Striscia di Gaza ha rivelato in un comunicato divulgato domenica che circa duemila palestinesi sono stati dichiarati dispersi in varie aree dell’enclave dopo il ritiro delle forze di occupazione israeliane (IOF) da esse.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Un documento trapelato dal New York Times su Gaza dice ai giornalisti di evitare le parole: “Genocidio”, “Pulizia Etnica” e “Territorio Occupato”

Nel mezzo della battaglia interna sulla copertura del New York Times riguardo la guerra di Israele, i principali redattori hanno emanato una serie di direttive.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

USA per la Palestina: dipendenti Google licenziati e studenti alla Columbia University sgomberati dalla polizia

Negli Stati Uniti proteste in corso a sostegno del popolo palestinese, per il quale diversi settori della società civile si sono mobilitati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giornata di mobilitazione per il clima e a sostegno della Palestina.

Da Nord a Sud Italia questa mattina lo sciopero climatico lanciato da Fridays For Future ha riempito le piazze di giovani e giovanissimi che hanno ribadito le connessioni stringenti tra la devastazione dei territori e le guerre, rappresentando un forte grido in sostegno alla Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello alla mobilitazione in sostegno alla popolazione di Gaza ed alla resistenza palestinese

Ci appelliamo a tutt3 coloro che vogliono sostenere la resistenza del popolo palestinese per difendere una prospettiva universale di autodeterminazione, uguaglianza, equità e diritti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attacco iraniano a Israele: quali conseguenze per il Libano?

Lo Stato ebraico potrebbe intensificare la lotta contro Hezbollah, ma secondo gli esperti una guerra aperta sul territorio libanese è improbabile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Paese Mapuche: il popolo mapuche convoca una marcia a Temuco contro un megaprogetto elettrico

Viene convocata anche per chiedere la fine della promulgazione e dell’applicazione di leggi che cercano di fronteggiare i genuini processi di rivendicazione territoriale che comunità e Pu lof portano avanti in attesa della ricostruzione e liberazione nazionale mapuche.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’Italia dimentica Regeni e la 185 e fa affari con l’Egitto

L’Italia continua a violare almeno lo spirito della legge 185 del 1990 dove si vieta l’esportazione di materiale di armamento « verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani ».

Immagine di copertina per il post
Storia di Classe

Il primo sciopero della storia – Documenti dello sciopero in Egitto sotto Ramses III

14 novembre 1157 A.C. In Egitto, durante il regno di Ramses III, gli abitanti di un villaggio, che stavano costruendo i templi di Tebe, si fermarono: fu il primo sciopero della storia. Lo racconta il papiro redatto da uno scriba, conservato presso il Museo egizio di Torino. Il Papiro dello Sciopero di Torino è un […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Scontri in autostrada. Le forche per gli ultras, il silenzio sulla gestione dell’ordine pubblico

Nessun tentativo di adombrare complotti, ma solo un’amara riflessione: può essere che non ci sia uno straccio di giornalista interessato a capire come si stanno comportando le forze dell’ordine in questa vicenda?

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Gli ultras e la “liberal ipocrisia” che rafforza l’autoritarismo

Lo pseudo garantismo e la denuncia della deriva autoritaria del governo Meloni finiscono per diventare un’invocazione di arresti, di misure di prevenzione, di più polizia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La COP 27 dalle mille e una contraddizioni

Il messaggio principale di questa Cop è che non c’è giustizia climatica senza giustizia sociale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Missione Sirli: Francia e Egitto collaborano nella lotta al terrorismo bombardando civili

Pochi giorni fa è stata pubblicata un’inchiesta da parte di un media indipendente francese, Disclose, che rivela il coinvolgimento della Francia in azioni militari condotte dall’Egitto nei confronti di presunti trafficanti alla frontiera con la Libia. La missione, dal nome Sirli, è iniziata nel febbraio 2016 quando la Francia ha stabilito di sostenere l’Egitto di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sospeso il processo per l’omicidio di Giulio Regeni

«Gli agenti egiziani vanno informati» La terza Corte d’Assise annulla il rinvio a giudizio. Ora servirà una nuova rogatoria per chiedere l’elezione di domicilio dei quattro membri della National security. La decisione dopo una lunghissima giornata di dibattimento La terza Corte d’Assise di Roma rientra in aula alle 20.45, dopo quasi sei ore di camera […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Business first! Regeni e Zaki non contano: altra fornitura di elicotteri di Leonardo all’ Egitto

Patrick Zaki? Giulio Regeni? Non contano. Le dichiarazioni solidarietà, di indignazione per la detenzione del primo e l’omicidio del secondo non scalfiscono di un millimetro il rapporto di collaborazione tra l’Italia e l’Egitto e il business delle armi continua imperterrito (come pr altro quello del petrolio).  L’ultimo affare riguarda una partita di elicotteri operativi al 100 per cento. […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Egitto: Il ministero egiziano della repressione e dei depistaggi si addestra in Italia

Tra il 2018 e il 2019 la polizia italiana ha formato agenti egiziani. Una collaborazione con il ministero più controverso d’Egitto: quello che gestisce i servizi segreti, che ha depistato sull’omicidio di Regeni e di cui fanno parte i suoi aguzzini. E quello che ogni anno indaga, incarcera e fa sparire dissidenti veri e presunti […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

A 5 anni dalla scomparsa di Giulio Regeni

Cinque anni fa moriva Giulio Regeni, dottorando presso l’università di Cambridge dapprima rapito e poi ucciso in Egitto mentre conduceva delle ricerche sul ruolo dei sindacati autonomi nelle proteste che stavano attraversando il paese. (L’immagine tratta dalla pagina satirica Compagni Annoiati riporta la foto che Giulio aveva mandato dall’Egitto, due giorni prima di essere rapito.) […]