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Bolivia: ripartono le mobilitazioni contro il governo Áñez

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Lunedì a Cochabamba è esplosa una dura protesta per la mancanza di assistenza alimentare e altre forme di supporto da parte del governo “provvisorio” nei confronti di chi sta perdendo i propri mezzi di sussistenza a causa della pandemia. Nella notte la polizia è intervenuta per disperdere la protesta, attaccando con gas lacrimogeni e proiettili di gomma, a cui i manifestanti hanno risposto con un fitto lancio di pietre.

Ma le proteste stanno coinvolgendo l’intero paese da circa due settimane. A sommarsi alla crisi sociale provocata dalla pandemia vi è infatti il crescente dissenso nei confronti dell’autoproclamato governo di Jeanine Áñez che ha preso il potere dopo il colpo di stato che ha costretto Evo Morales a dimettersi e fuggire dalla Bolivia. I contagi continuano a crescere, spesso i dati degli ammalati sono incompleti perché mancano gli strumenti per rilevarli e da più parti si alzano voci che criticano la gestione del governo ritenuta impreparata e inadatta. In teoria il 3 maggio avrebbero dovuto tenersi le elezioni presidenziali, ma sono state rimandate a data da destinarsi a causa del contagio covid. E’ possibile che la Áñez e le destre abbiano colto la palla al balzo col fine di tentare di recuperare consensi nella gestione della crisi.

Diversi collettivi e associazioni indigene stanno chiamando alla mobilitazione. Nuove forme di protesta sono state messe in campo al tempo della quarantena tra cui il “petardazo”, che consiste nell’accendere in contemporanea migliaia di fuochi d’artificio e petardi ad un dato momento stabilito.

Il 7 di maggio il governo ha emanato un provvedimento che avverte che le persone che incitano alla non conformità con la quarantena “o divulgano informazioni di qualsiasi tipo, sia scritte, stampate, artistiche e / o di qualsiasi altra procedura, che mettono a rischio la salute pubblica o incidono, generando incertezza nella popolazione sarà responsabile per i reclami per la commissione di reati stabiliti nel codice penale ”. In sostanza viene utilizzato il virus come strumento per provare ad intimidire le voci che si contrappongono alla Áñez.

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