Ieri sera centinaia di manifestanti palestinesi hanno invaso la città di Betlemme in occasione della visita di Trump nella regione e in solidarietà ai 1300 prigionieri, nelle carceri israeliane, in sciopero della fame da 36 giorni.
Sono partiti dal campo profughi di al-Deheisheh, a sud di Betlemme, durante la marcia di solidarietà l’intervento da parte dell’Autorità Palestinese a portato a duri scontri. Arrivata a Betlemme la marcia ha condannato il presedente degli USA Donald Trump e le politiche imperialiste messe in atto dal governo degli Stati Uniti. Hanno espressamente indicato gli USA, attraverso slogan, i responsabili maggiori della condizione palestinese, definendoli “la testa del serpente”.
Anche a Gaza si manifestava in solidarietà dei 1300 prigionieri in sciopero della fame, e nel tentativo di raggiungere il confine i manifestanti sono stati attaccati dalle forze israeliane.
In entrambi i casi i manifestanti chiedevano il miglioramento delle condizioni di vita dei prigionieri politici palestinesi che si trovano nelle galere israeliane. Sono in sciopero della fame dal 17 aprile e il trattamento a loro riservato peggiora di giorni in giorno. Pesanti sanzioni e limitazioni di diritti sono normalità in uno Stato occupante che in tutti modi cerca di fiaccare la resistenza di un popolo che non abbasserà mai la testa.
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