
27 arresti per i nativi americani in lotta contro il Dakota Access Pipeline
Alcuni giorni prima la Corte d’Appello aveva bocciato la richiesta di bloccare i lavori avanzata dalla tribù Sioux degli Standing Rock. Nella conferenza stampa successiva alla sentenza, il suo principale esponente David Archambault II aveva dichiarato: «Non ci ritireremo dalla lotta e continueremo a combattere per il nostro popolo. Non ci daremo pace finché le nostre terre, il nostro popolo, le acque e i luoghi sacri saranno definitivamente al riparo da questo oleodotto distruttivo».
Poco dopo l’inizio della contestazione, avvenuta martedì 11 ottobre, sono intervenuti più di un centinaio di poliziotti in tenuta antisommossa dotati di armi automatiche, spry urticante e manganelli; insieme a loro anche diverse unità di sicurezza provenienti da agenzie private. Nel frattempo il dipartimento della Contea di Morton e le agenzie di supporto hanno bloccato l’accesso alle strade che conducono al sito DAPL, impedendo la possibilità ad ulteriori sostenitori di accedervi. Ai blocchi stradali la polizia rispondeva: “C’è una contestazione in corso e non vogliamo aggiungere ulteriori persone ad essa.”.
L’iniziativa è avvenuta durante l’Indigenous People’s Day, ricorrenza nata in contrapposizione al Columbus Day, festività ufficiale del Dakota che celebra l’arrivo di Cristoforo Colombo. L’intenzione dell’Indigenous People’s Day è quella di resistere, piuttosto che commemorare l’eredità del genocidio in seguito alla colonizzazione.
Video dell’intervento delle forze dell’ordine
Video relativo ai blocchi stradali da parte della polizia
Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.