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Spagna: continua la mobilitazione per Can Vies e da sabato è iniziata la ricostruzione

Più di 5 mila persone nella giornata di sabato hanno ricordato che l’occupazione di Can Vies a Barcellona di sicuro non si poteva fermare con uno sgombero.

Dalle 10 del mattino un migliaio di attivisti ha fatto ritorno al centro sociale, del quale la ruspa presente sul posto ha già distrutto una parte. Dopo una breve assemblea gli occupanti insieme ai cittadini solidali hanno deciso di iniziare la ricostruzione del centro: è stata organizzata una catena umana per passarsi di mano in mano i mattoni recuperabili per costruire i muri tirati giù lunedì. Una parte delle macerie non più recuperabili invece è stata scaricata davanti alla sede del distretto di Sants (quartiere dove sorge il centro sociale) per ribadire in modo netto che non sarà lo sgombero a fermare il percorso di lotta di Can Vies che dura da più di 17 anni. Nella giornata è stato allestito un bar e un’area bambini, mentre proseguivano i lavori di ricostruzione.

Alla sera da tutti i quartieri di Barcellona e non sono confluite in piazza dell’Università più di 5 mila persone che hanno aderito all’appello lanciato in precedenza per mobilitarsi portando in piazza quattro chiari obiettivi: l’immediata dimissione del sindaco di Barcellona, l’immediato rilascio degli attivisti arrestati nei giorni scorsi, una soluzione reale per il problema abitativo con il riconoscimento del diritto all’abitare e l’autogestione della convivenza. Fin da subito il centro della città è stato pesantemente militarizzato con agenti e camionette che hanno chiuso l’accesso alla Rambla, non appena il corteo ha tentato ad accedervi la polizia ha caricato pesantemente, manganellando. Quest’ennesima provocazione, l’ennesimo divieto di vivere e attraversare la città, che dovrebbe appartenere a tutti e tutte e non essere esclusivamente una città-vetrina vivibile solo dai turisti, ha acceso la rabbia del corteo. Per più di due ore ci sono stati fronteggiamenti tra le due parti, i manifestanti hanno eretto barricate con cassonetti infiammati e hanno sanzionato diversi bancomat. Le forze dell’ordine hanno dato una vera e propria caccia all’uomo, arrestandone almeno sei. Altre 225 persone sono state fermate e isolate dagli agenti per essere identificate, diverse foto scattate dagli abitanti dei palazzi soprastanti mostrano come gli agenti hanno fatto togliere gli abiti esterni per schedarli: una pratica che gli avvocati hanno definito del tutto illegale.

Anche il giorno dopo centinaia di occupanti e solidali si sono dati appuntamento per continuare la ricostruzione del Can Vies, dimostrando che non basteranno gli sgomberi, gli arresti, le cariche e le identificazioni a scalfire la determinazione a ridare vita al centro sociale e continuare le lotte politiche.

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