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Roma. #nondobbiamononpaghiamo torna da Eataly

Oggi, 19 aprile, siamo tornati di nuovo ad eataly con i nostri striscioni e volantini, questa volta a dire di volere il 50% di sconto su i beni primari per un ora per tutti.

La risposta del direttore è stata negativa , altro non c’è stato che un finto confronto con i manager a cui stanno a cuore solo i profitti, e ai quali poco importa delle condizioni dei precari che avevano davanti e che hanno addirittura hiamato diverse volanti delle forze dell’ordine.

Ad eataly abbiamo dimostrato che poco ci importa di come cercano di giustificare ed argomentare le loro modalità di sfruttamento piuttosto che il modo di creare profitto su prodotti, per noi troppo costosi, mangiando simbolicamente una mela a testa , sarebbe stato un peccato non assaggiare almeno questa alta qualità, e che dire … niente di che.

A breve pubblicheremo dei video e nelle prossime settimane i prossimi appuntamenti al quale inviteremo a partecipare, ci teniamo a specificare che questa non è una campagna contro eataly, ma una campagna di autoriduzioni che si è semplicemente data un luogo di partenza.

Di seguito il volantino

Reddito-casa-trasporti-riappropriazione-dignità

Questa crisi, più duratura persino di quella del ’29, la stiamo pagando tutti ogni giorno a caro prezzo. Capire di chi è la colpa non è semplice: probabilmente i primi responsabili sono i meccanismi del capitalismo finanziario globale che fanno il bello e il cattivo tempo con i tassi d’interesse sui debiti sovrani costringendoci attraverso le indiscutibili leggi della Troika a pesantissime misure di tagli ad un sistema di welfare già iniquo e martoriato e a nuove tasse in un paese come il nostro che contemporaneamente ha la più alta evasione e la più alta imposizione fiscale sui redditi da lavoro.

Più facile, ma non scontato, è invece dire che noi non siamo in colpa né tantomeno in debito. Non vogliamo più sentirci in colpa per una crisi che non abbiamo creato, in colpa perché “choosy”, schizzinosi, se rifiutiamo un lavoro o un lavoretto di merda, magari al nero, in colpa perché “mammoni” che rimangono a casa di mamma e papà fino a 30 anni e oltre, in colpa perché figli di non italiani e quindi senza diritti, in colpa perché insolventi o protestati. L’unico welfare che abbiamo conosciuto è stato quello familiare ma ora i nostri genitori sono esodati, cassaintegrati, pensionati al minimo, inquilini morosi sotto sfratto, migranti che perdono il lavoro e con esso il permesso di soggiorno.

E’ il momento per imporre la necessità di un reddito garantito per tutti e tutte: perché dobbiamo arrivare alla fine del mese, perché dobbiamo poter rifiutare i ricatti economici sul lavoro e nella vita, perché lavoriamo anche solo quando cerchiamo lavoro, quando studiamo, quando navighiamo su internet divenendo utenti da profilare, quando ci muoviamo per ore nel traffico di una città impazzita… persino quando facciamo la spesa!

Noi precari, ultima ruota del perverso ingranaggio non siamo più disposti ad ingoiare menzogne e frustrazione: i soldi ci stanno ma non ce li danno.

Siamo nati precari e precarie ma non ci vogliamo morire…

Non pagare, lotta per rivendicare ciò che ti spetta!

#nondobbiamononpaghiamo

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