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Lavoratori Ataf: Casapound? No grazie.

Noi lavoratori Ataf non siamo sereni e più che mai, oggi, non lavoriamo sereni. Galleggiamo quotidianamente nella melma degli esuberi (194) e della disgregazione dei diritti acquisiti: ma resistiamo e come nel passato lottiamo soli (con l’unico appoggio e sostegno dei movimenti cittadini).

Dalla politica cialtrona di destra e di sinistra, non ci aspettiamo nulla più delle solite boiate d’ufficio: rimangono ancora tutti troppo concentrati a non contrariare il “principino mendace” e mantenere la poltroncina. Dal canto suo, il “principino” persevera nell’atto autoerotico di raccontarsi barzellette sugli esuberi dell’ex bene comune Ataf: ma ha ragione oibò: “il palazzo ha abusato del pubblico come bacino clientelare e l’azienda di trasporto locale non ha fatto eccezione”….ovviamente non contano le assunzioni fatte dal suo delfino (ma assomiglia più a uno stoccafisso) Bonaccorsi, che durante il suo breve ma intenso “mandato vasellina”, ne ha aggiunti nel bacino altri 21 di clienti della Renzi&C. (ma non scandalizzatevi gente, alcuni di questi sono ancora a carico vostro, in Ataf Pubblica!).

Dalla nuova dirigenza poi, visti gli esordi dei licenziamenti “in linea” di coloro, che per 3 anni hanno vissuto fuori casa e lavorato per 800 Euro mensili in cambio di un calcio nelle terga alla guida di mezzi pubblici in servizio, non ci aspettiamo neppure il minimo sindacale sull’etica.

Una cosa è adamantina però: la solidarietà fatta a mezzo stampa del portavoce di CasaPound la rifiutiamo senza se e senza ma. Che non ci usino per far campagna elettorale, coloro che del razzismo e fascismo fanno ideale di vita. E nel frattempo, fintanto che chi ne avrebbe l’obbligo, non sigilla definitivamente quel covo di camice nere, si attacchino questi pidocchi, al ciuffo del Berluschino, i cui metodi hanno una certa assonanza con i loro.

Firenze, 28 Dicembre 2012

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