InfoAut
Immagine di copertina per il post

Giù le mani dal Barocchio Squat!

Spesso l’estate è una stagione di idee balzane per i signori delle Istituzioni: come i governi approfittano del solleone per varare misure antipopolari e riforme di lacrime e sangue, su scala locale (Comune, Provincia, Regione) si approfitta del momento in cui la città è semi-vuota per far passare decisioni e provvedimenti gravidi di fastidiose conseguenze. È il caso dell’infausta decisione di destinare l’area adiacente alla  Barocchio – casa occupata da 23 anni!  – ad ospitare uno dei due Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) previsti in Piemonte. Nel piano non si parla (per ora) di sgombero della casa occupata ma già la scelta di aprirvi, a pochi metri, quella che è di fatto un’istituzione manicomiale, fa pensare male.

Due giorni fa, una persona è stata uccisa nella nostra città per imporgli un Tso (Trattamento Sanitario Obbligatorio) contro la sua volontà. Basta questo per opporsi a questa scelta liberticida e porci al fianco della casa occupata Barocchio. Come compagni e compagne dell’area autonoma torinese, esprimiamo la nostra solidarietà agli occupanti e alle occupanti del Barocchio e ci mobiliteremo nelle iniziative che verranno costruite per opporsi a un ennesimo scempio di cui nessuno ha bisogno in questa città.

Network Antagonista Torinese (askatasuna, murazzi, cua, ksa)

Qui di seguito, il comunicato del Barocchio Squat:

NESSUNO SGOMBERO!  NESSUN NUOVO MANICOMIO!

Nonostante siano trascorsi circa 4 mesi dalla chiusura degli OPG (Ospedali psichiatrici giudiziari), sancita dalla Legge 81/2014, ad oggi queste strutture sono ancora aperte e la maggior parte delle Regioni risultano essere ancora inadempienti per quanto riguarda i progetti di superamento degli ex manicomi criminali. La Regione Piemonte, dovendo dunque presentare in tutta fretta questi piani, pena il commissariamento e la – forse ancor più grave – perdita dei finanziamenti statali, ha pensato bene di prendere in carico gli “internati” attualmente rinchiusi nell’ex OPG di Castiglione delle Stiviere, concentrandosi in particolare sull’apertura di 2 REMS (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza), una in un ex SPDC in provincia di Biella e una presso la Comunità “il Barocchio” di Grugliasco. Si chiudono gli OPG, per aprire i “miniOPG”, considerati il “nuovo volto umano” della psichiatria criminale, ma che sono frutto della stessa logica contenitiva ed escludente, basata sul dispositivo manicomiale della cura-custodia e sul concetto di pericolosità sociale, nostra pesante eredità lombrosiana e fascista (codice Rocco del 1930) per cui il “folle” era considerato incurabile, pericoloso, irresponsabile e quindi da isolare dalla società e da rinchiudere per sempre in un’istituzione manicomiale. Anche a detta degli stessi addetti ai lavori, nei fatti nulla cambia se non lo spostamento della gestione dal ministero di “giustizia” a quello della sanità e quindi direttamente alle amministrazioni regionali; l’unica novità pare essere la certezza della durata della reclusione (che dovrà corrispondere a quella prevista per il reato compiuto) ma anche questa è uno specchio per le allodole, visto che, finito di scontare la pena, i reclusi saranno costretti a seguire dei programmi terapeutico-riabilitativi individuali, attivati dai Dipartimenti di Salute Metale, che prevederanno il trasferimento in altre strutture psichiatriche e l’inizio di un processo di perenne assistenza psichiatrica territoriale e di reinserimento sociale infinito, promesso ma mai raggiunto, legato indissolubilmente a pratiche e percorsi coercitivi, obbligatori e contenitivi. Un cappio che è destinato a non allentarsi tanto facilmente! Per il Piemonte sono stati stanziati oltre 12 milioni di euro, che, visti i ritardi accumulati per la realizzazione di queste opere, sono stati in buona parte, circa 6 milioni, destinati a soluzioni temporanee, con voci di spesa delle più varie, che sicuramente soddisfano le esigenze personali di amministratori e imprenditori locali. Mancano all’appello 6 milioni, già stanziati nel 2012, da spendere per le opere definitive, di cui gli atti però paiono essere secretati, perché non se ne trova traccia nelle documentazioni istituzionali ufficiali. La clinica “Barocchio” di Grugliasco, di fianco all’omonima casa occupata, è stata scelta come futura REMS; funzionari pubblici fin troppo interessati e zelanti sperano di far partire i lavori già a settembre-ottobre. La versione ufficiale è che si inizi da piccoli lavori di adeguamento, ma la solidarietà verso una casa occupata da 23 anni è più forte dei segreti che volevano stravolgere l’iter democratico, in una cascata ministeri-sindaco-primario, e le bugie sono troppo grosse per rimanere chiuse in quattro uffici. Così il cerchio si chiude: esiste ed è reale l’intenzione di sgomberare il Barocchio Squat per fare spazio ad una struttura di coercizione e detenzione. Oltre al danno la beffa! La segretezza e la mancanza di trasparenza di quest’operazione sono un chiaro segnale di quanto stato, regione e comune siano consapevoli di rischiare per mettersi in tasca due picci in più. La città di Torino, da sempre punto caldo di conflitto sociale, saprà rispondere a dovere a questo affronto. La realizzazione dell’ennesima opera coercitiva non sarà ben accetta, a maggior ragione se dobbiamo perdere un’occupazione storica, fucina per 23 anni di attività delle più svariate, da eventi culturali e artistici a pratiche di autocostruzione e sperimentazione dell’autogestione, con nuovi paradigmi, che superano i rapporti dettati dal denaro e dall’autoritarismo, sempre comunque consapevoli che “ognuno è pazzo a suo modo”. Siamo forti della certezza che con un affronto così non solo tutte le persone che hanno goduto di questa esperienza negli anni, che hanno coltivato le proprie lotte in questa casa e che sono ad essa sentimentalmente legate, ma anche tutte quelle che semplicemente preferiscono avere uno spazio di libertà in più ed un luogo di reclusione in meno saranno pronte ad ostacolare in ogni modo questi progetti!

 

STATE AGITATI!

 

BAROCCHIO SQUAT

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

no remsoccupazionitorino

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Fratture: appunti da Milano. Disertare la guerra, resistere in città. Verso il corteo del 3 luglio

Domani, giovedì 3 luglio, scenderemo in piazza a Milano per il corteo per il diritto all’abitare. Obiettivo di questo articolo è inquadrare brevemente il contesto storico e politico nel quale ci muoviamo e, quindi, in che rapporto si collocano le lotte sociali con i mutamenti che lo stato di guerra porta con sé. La situazione […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Lettera di Luca dai domiciliari: Sardinnia libera, Palestina libera.

Venerdì 13 giugno la questura di Cagliari ha posto il compagno Luca agli arresti domiciliari. È accusato di aver lanciato un petardo durante una manifestazione per la palestina e in particolare contro l’esercitazione militare “joint stars”. Riceviamo e pubblichiamo la sua lettera dagli arresti domiciliari. Per me la resistenza palestinese non ha il solo merito […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Italia: una società anziana, malata e sempre più diseguale

Due recenti rapporti ci offrono un affresco delle condizioni in cui versa la società italiana, disegnando uno scenario di forti diseguaglianze, frammentazione sociale e crisi demografica.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Briosco dice No all’Italian Raid Commando nella scuola del paese

A Briosco, paesino di poche migliaia di abitanti in Brianza, si è tenuta la 37esima edizione dell’Italian Raid Commando ossia una esercitazione militare cammuffata da competizione/allenamento da svolgersi nella palestra della scuola, resasi disponibile per l’accoglienza, oltre che nei boschi circostanti.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Falerna: uomo muore per strada dopo aver trovato la guardia medica chiusa

La vicenda di Falerna, in cui un uomo muore davanti alla guardia medica chiusa, rappresenta una realtà drammatica e simbolica della situazione della Calabria, dove gli interessi privati hanno divorato i servizi essenziali. da Addùnati Questo episodio non è un caso isolato, ma la conseguenza di anni di abbandono, tagli e decisioni politiche sbagliate frutto […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Libertà per Tarek,Anan, Ali e Mansour. Libertà per il popolo palestinese

Riceviamo e pubblichiamo da compagne e compagni di Roma questo appello in solidarietà a Tarek Dridi, Anan, Alì e Mansour. Mercoledì 21 si invitano tutt a partecpare al presidio in solidarietà al tribunale a L’Aqula per il procecesso di Anan, Alì e Mansour, mentre giovedì 22 al faro del gianicolo si porterà solidarietà a Tarek […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stop Riarmo: assemblea pubblica a Torino

Riprendiamo l’indizione dell’assemblea pubblica e segnaliamo il percorso di Stop Riarmo che si sta sviluppando a Torino.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In ricordo di Sara Marzolino

La redazione di Infoaut si unisce al Movimento No Tav nel ricordo di Sara, giovane compagna reggiana che ci ha lasciati ieri.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La città cantiere e il mito delle grandi opere: una chiamata dallo Stretto a intrecciare voci, resistenze, immaginari

Ci sono progetti che non si misurano solo in chilometri di cemento, in tonnellate d’acciaio e in cavilli ingegneristici. Progetti che dall’alto piombano sulla vita delle persone imponendo devastazione, macerie e profitto per pochi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dopo il 5 luglio il percorso Stop Riarmo continua!

Riprendiamo il comunicato uscito su @STOPRIARMO e alcuni articoli sulla giornata del 5 luglio scorso a Torino contro guerra, riarmo e gencidio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“Guerra o Clima?”: Extinction Rebellion sulle colonne e le statue del comune di Torino chiede l’interruzione dei rapporti con Israele

Extinction Rebellion ha vestito le statue all’ingresso del Comune di Torino con dei gilet con i colori della Palestina, arrampicandosi sulle colonne e appendendo uno striscione con scritto: “Torino 2030: Clima o Guerra?”.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Stanza dell’ascolto all’Ospedale Sant’Anna di Torino chiuderà : accolto il ricorso al TAR

A settembre scorso la mobilitazione lanciata da Non Una di Meno aveva raccolto un’importante partecipazione per protestare contro l’apertura della “stanza dell’ascolto” all’interno dell’Ospedale Sant’Anna di Torino

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Re-industrializzazione e guerra, a Torino gli operai prendono parola

Un confronto a tema re-industrializzazione e riconversione bellica è in programma per questa sera, giovedì 12 giugno, a Torino.

Immagine di copertina per il post
Culture

Blackout Fest 2025!

Dal 13 al 15 Giugno a Manituana (Torino)
Torna la festa dell’unica radio libera dell’etere torinese, qui il programma da Radio Blackout.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Torino cambia lavoro – Tra deindustrializzazione e riconversione

Gli operai prendono parola: il lavoro cambia, la città si interroga

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

2 Giugno: Torino scende in piazza contro il razzismo!

L’8 e il 9 giugno si terrà un referendum popolare che prevede quattro quesiti sul lavoro e un quesito per ridurre da 10 e 5 anni i prerequisiti di residenza continuativa in Italia per l’ottenimento della cittadinanza.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’uso dei reati associativi per contrastare il conflitto sociale: il processo contro il CSOA Askatasuna (1° parte)

Il processo contro 28 militanti del centro sociale Askatasuna e del movimento No Tav, conclusosi il 31 marzo scorso, costituisce il tassello principale di un’articolata strategia volta a contrastare il conflitto sociale a Torino e in Val di Susa