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Gambro: la lotta continua nuovi scioperi in vista

Dopo i vari incontri e l’incontro con il governo, l’azienda si è impegnata di  presentare un piano industriale entro il 1° marzo, data del prossimo incontro sempre in sede ministeriale, ma le istituzioni locali, provinciali e regionali e i Sindacati insieme ai lavoratori e alle Rsu chiedono con forza che si discuta di un piano industriale che preveda sviluppo, innovazione e rilancio dell’impresa nel territorio modenese, un piano industriale che non contempli delocalizzazioni e/o dismissioni, e soprattutto, tolga dal tavolo di confronto i 400 esuberi.

Per sostenere il piano messo in piedi, i lavoratori confermano gli scioperi nei prossimi giorni, che man mano verranno decisi nelle modalità e modi dagli stessi insieme alle rsu.

 

 

 

 

Continua la lotta dei lavoratori della Gambro di Medolla, dopo l’annuncio di giorni fa da parte della dirigenza della ditta di prossimi 400 esuberi.

 

All’annuncio della prossima delocalizzazione di uno dei reparti dell’azienda, subito i lavoratori interessati, si sono mobilitati supportati anche da quei lavoratori che non vengono interessati dal piano di ristrutturazione, attivando scioperi a rotazione per impedire l’uscita delle merci, affiancando ad esso diverse dimostrazioni e sit in davanti alla fabbrica e nelle piazze dei paesi limitrofi, Medolla e Mirandola.

 

La novità di questi giorni è la distinzione che la dirigenza della Gambro fa dei lavoratori difatti, al tavolo organizzato in regione tra impresa, sindacati e forze politiche, la proprietà ha fatto chiaramente capire che in realtà i lavoratori interessati sono 260 mentre gli altri, 140, sono lavoratori a tempo determinato, quindi non lavoratori ma semplici numeri ai quali il contratto non sarebbe in tutti i modi stato rinnovato.

 

A questa dichiarazioni, il sindacato ha subito preso posizione come alcuni partiti della attuale sinistra, mentre molti altri intervenuti sulla vicenda, si fanno belli alla luce del sole, proponendo disegni di legge e interrogazioni e proposte di legge parlamentari e regionali, sapendo benissimo che, a fronte di un clima sempre più elettorale, le loro istanze sono di pura facciata, in cerca di voti futuri.

 

La vera realtà è che l’unica opposizione che può impedire questa situazione è quella delle lavoratrici e dei lavoratori della Gambro, attraverso le azioni di lotta intraprese in questi giorni perché la sensazione è che di fronte all’ ennesimo tentativo di delocalizzazione di parti di produzione, si arriverà a firmare l’ennesimo accordo di cassa integrazione, mobilità, permettendo all’azienda di fare i suoi interessi e nel frattempo togliere il futuro a 400 lavoratori.  

 

 

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