InfoAut
Immagine di copertina per il post

Come galline di batteria

Tra questi, sorridente dietro a uno striscione di Azione Giovani, sezione giovanile di Alleanza Nazionale, fornito di celtica e con contorno di mani tese d’ordinanza, si nota la sorridente consigliera regionale piemontese Augusta Montaruli, quota Pdl – il che vuol dire non eletta ma in listino – classe 1983, fascista.

Immaginiamo sappia che la croce celtica, cui peraltro non rinuncia neppure in occasione di altro tipo di manifestazioni, fu adottata per la prima volta come simbolo politico dal Partito Popolare Francese, fondato appena prima delle Seconda Guerra Mondiale e noto per aver sostenuto l’alleanza con i nazisti, partecipato alle torture, agli assassini e alle deportazioni a fianco della Gestapo quasi più degli uomini di Pétain; possiamo solo supporre con quale fervore abbia apposto la sua firma, in Consiglio Regionale, per citare solo due casi, in calce all’ordine del giorno del dicembre 2010 contro gli studenti e le studentesse del movimento contro la Riforma Gelmini, o a quello del giugno 2011, contro il movimento No Tav, con relativa solidarietà alle truppe d’occupazione della Val di Susa, che avevano appena provveduto a inondare di gas lacrimogeni migliaia di persone, ma siamo sicure che letteralmente esulti all’idea di poter essere ricordata per la proposta di legge regionale n. 160, presentata il 14 settembre scorso, dal titolo “Norme e criteri per la programmazione, gestione e controllo dei Servizi consultoriali”.

Un tale orrore, a leggerla e analizzarla, da aver fatto pensare a molte che quasi fosse meglio la Delibera Ferrero.

Cominciamo dall’inizio, vale a dire dai firmatari, prima naturalmente Augusta Montaruli, a seguire Franco Maria Botta, Marco Botta, Alberto Cortopassi e Giampiero Leo, nome quest’ultimo molto noto a Torino, ex democristiano, prima assessore alla gioventù e poi alla cultura… ebbene, nessuno di loro è stato eletto.

Ripetiamolo: tre fascisti, un ex dc e un berlusconiano entrati in Consiglio Regionale per dimissioni e per rinuncia degli eletti, o per quota maggioritaria PdL, senza mandato alcuno da parte degli elettori, pretendono di definire, gestire e soprattutto controllare i consultori con un solo scopo: inserire in un atto di legge la tutela della vita sin dal concepimento, fino a stravolgere, articolo dopo articolo, non solo la legge 194 del 1978, che regola l’interruzione volontaria di gravidanza, ma anche e soprattutto la legge 405 del 1975, che istituì appunto i consultori.

Sin dai primi articoli, in cui neppure compare la parola consultorio, si pongono con sollecitudine i temi di interesse centrale per la Regione Piemonte, vale a dire la tutela della famiglia, fondata sul matrimonio tra uomo e donna, e la difesa della vita nascente, definita, in quanto parte della famiglia a tutti gli effetti, con incredibile acrobazia semantica, figlio concepito.

Non un cenno alla salute, nessun abbozzo di definizione dei servizi, cancellata la donna.

Il consultorio compare come d’incanto nella promozione e nello sviluppo di attività educative, insieme agli oratori!, di consulenza giuridica e psicologica e finalmente anche sanitaria, sul territorio regionale, attività rivolte esclusivamente alle famiglie, minori inclusi, con particolare riferimento, si cita, alle problematiche relative alla tutela della vita del concepitoal rispetto della vita sin dal concepimento e alla pratica d’aborto.

State già rabbrividendo? Andiamo avanti.

La banda dei cinque si spinge oltre e all’art. 9 letteralmente decide di ignorare la legge 405 per affermare che i consultori, ormai sempre indicati come familiari, tutelano la vita umana, la maternità ed il figlio concepito e che hanno come obiettivo evitare che l’aborto sia usato come strumento di controllo delle nascite, secondo quanto stabilito dalla legge 194, opportunamente, continuamente e ambiguamente citata in tutto il progetto di legge.

Il fatto è che la legge 405 nomina la famiglia, certo, ma anche la coppia, ove presente, e soprattutto pone tra i suoi scopi la tutela della salute della donna.

La legge 194, poi, all’art. 1, si limita a ribadire quanto ogni donna, femminista o meno, sa o vorrebbe, vale a dire che l’aborto non è un contraccettivo. E se non bastasse, abbiamo ormai 30 anni di studi e ricerche e indagini che dicono tutti la stessa cosa: gli aborti sono in costante e incisiva diminuzione, se non tra le migranti, in alcuni casi tra le minori, e nelle zone meno presidiate da consultori, servizi, ambulatori.

Allora qual è il senso di una tale distorsione? Sta nel voler puntualizzare e veicolare il messaggio che quella dell’interruzione volontaria di gravidanza è una pratica, una consuetudine contro cui il consultorio deve agire con le opportune collaborazioni, immediatamente indicate con la dicitura “Centri per la tutela della maternità e alla vita nascente”… almeno la Delibera Ferrero si limitava al termine generico “associazioni”!

Adesso vi state arrabbiando?Andiamo avanti.

I volontari dei Centri, nel rispetto dello statuto dell’associazione di appartenenza e della legge 194 – andate a leggere lo Statuto del Movimento per la Vita nella parte in cui si definisce in opposizione con la 194! – secondo questo progetto di legge svolgono attività di sostegno morale e materiale alla vita nascente in totale autonomia dal personale del consultorio, anche partecipando al colloquio informativo che ogni donna, all’accoglienza, compie nel consultorio stesso e soprattutto, godono, a spese della Regione, di apposito spazio dentro il presidio consultoriale.

Vi siete accorte e accorti che è finalmente entrata in scena la donna? Costretti a nominarla perché in definitiva è lei ad essere incinta, Montaruli e camerati la gettano immediatamente tra le braccia/grinfie dei volontari dei Centri, naturalmente con il suo consenso, sempre che lei voglia, per carità!

A questo punto vi state infuriando davvero? Andiamo avanti.

Se la donna esprime la volontà di interrompere al gravidanza comincia la via crucis, con tanto di punizione finale: prima deve spiegare cosa la induce ad abortire, davanti ad una commissione vera e propria, poi deve ascoltare ogni informazione relativa alle fasi di sviluppo dell’embrione e alle tecniche attuate in caso di interruzione, infine deve firmare, sia che acconsenta, sia che dissenta, il progetto a suo nome redatto dal personale.

Dobbiamo tradurre? Proviamoci: una donna arriva in consultorio in un momento sicuramente non facile, accolta da fanatici che la considerano un’assassina, viene schedata, terrorizzata coi truculenti racconti che ben sappiamo far parte del bagaglio dei cattolici integralisti antiabortisti, viene blandita e ingannata con la storia dell’embrione di otto settimane che già è in grado di chiamarla mamma, e infine costretta, anche nel caso in cui voglia con determinazione e fermezza decidere lei e magari scegliere di non portare a termine la gravidanza, firmare un verbale, come si fa in questura quando ti fermano e prima di liberarti.

Chi ha steso il progetto, Augusta Montaruli?…, con astuzia degna di uno squadrista del ventennio, ha però voluto assicurarsi che nessuna donna potesse sfuggire al controllo e quindi ha previsto che venga intercettata direttamente in ospedale quando vi si rechi con l’autorizzazione all’ivg rilasciata dal medico curante, per gli esami necessari prima dell’intervento, e rispedita al consultorio per la schedatura e la firma.

Dal momento, ovviamente, che non è pensabile che la donna sia in grado di prendere decisioni in modo autonomo e consapevole, a questo punto il consultorio dovrebbe verificare l’esistenza di eventuali influenze parentali o di altro genere tali da indurla a far ricorso all’aborto e adoperarsi per rimuoverle.

Ecco la nostra traduzione: che vi sia o meno un genitore, un’amica, un compagno che collabora o consiglia o in qualche modo sostiene la decisione della donna di interrompere la gravidanza, la proposta di legge prevede che il consultorio si incarichi di farle terra bruciata intorno, in modo che sia più sola, più fragile, più manipolabile.

E non è finita. Dato che i punti deboli di ogni sbandierato sostegno alla maternità offerto dai Centri di Aiuto alla Vita – ma si pensi anche ai contributi per i pannolini di Cota – sono sempre stati l’esiguità economica e la limitatezza nel tempo, il testo prevede, all’art. 24, l’istituzione di un cosiddetto Fondo regionale per la vita che può erogare alla madre e alla famiglia un assegno mensile fino al quinto anno di età del bambino, il cui stanziamento complessivo è previsto in 3 milioni di euro per il biennio 2012/2013, secondo legge finanziaria del 2003.

Quindi paghiamo noi. Come per i ticket al pronto soccorso, paghiamo noi.

Qualche considerazione, riservandoci ulteriori commenti e approfondimenti, va fatta.

Innanzitutto va sottolineato come la critica espressa dal presidente del Movimento per la Vita Carlo Casini a seguito della presentazione della Delibera Ferrero, vale a dire che sarebbe stato meglio un atto legislativo rispetto ad uno amministrativo, ha trovato piena accoglienza in una maggioranza che già in campagna elettorale aveva precisato le sue intenzioni siglando il famigerato Patto per la Vita e per la Famiglia, va poi considerato come la presenza di diverse leggi regionali in tutta Italia di ugual segno possa aprire la strada ad una legislazione nazionale che non potrà che modificare pesantemente la legge 194, infine va ribadito, se ancora ce ne fosse bisogno, che sotto un titolo o un altro la sostanza non cambia: l’attacco è alle donne.

Forse Augusta Montaruli, immagina Torino come la Roma del 1933, quando Mussolini premiò per la prima volta le madri prolifiche chiamandole una dopo l’altra così: 14, 17, 19, 21…

Nelle sagre di paese i contadini presentavano le loro migliori galline proclamando a gran voce il numero delle uova sfornate.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

antifascismoconsultorifemminismotorino

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Intelligenza artificiale: l’umanità è diventata obsoleta per i padroni?

La distopia è già qui. Negli Stati Uniti, negli ultimi giorni, una pubblicità che sembra uscita da un film di fantascienza è apparsa ovunque.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Manovra 2026: La “responsabile” Meloni, atto terzo. 

Prima di dilungarci nel merito dell’allocazione dei miserrimi 18 miliardi previsti, quattro aggettivi possono sintetizzarne il contenuto. Una manovra “responsabile”, pavida, iniqua e belligerante. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Difendere i padroni. Un commento sulla norma affitti brevi, l’organizzazione delle lotte e l’inasprirsi dei conflitti abitativi a Bologna

Due dirette sulla questione abitativa in Italia, tra le mistificazioni del dibattito pubblico sugli affitti brevi e l’inasprimento del conflitto sulla casa a Bologna.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: lo Spazio Popolare Neruda sotto attacco: la risposta di chi abita e vive lo spazio per la tutela della salute collettiva

Da ieri i quotidiani locali a Torino hanno alimentato la bufera in merito allo Spazio Popolare Neruda dove si è verificato un caso di tubercolosi al quale è seguita un’attenta gestione per la tutela della salute collettiva, sia della comunità che vive e attraversa lo spazio, sia del quartiere e di chi lo anima con le più varie attività. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il problema è il Neruda o l’assenza di prevenzione?

Questa mattina è uscita la notizia su “La Stampa” e altre testate locali riguardo alla presenza di alcuni casi di tubercolosi all’interno dello Spazio Popolare Neruda.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Chi paga il “miracolo economico” (che poi è la solita austerità) del Governo Meloni

Il prelievo fiscale è salito dal 2024 al 2025 dal 41,4% al 42,6% del Pil, toccando un picco da record a danno di milioni di contribuenti con redditi medio bassi

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Fuori dalla metropoli. Quaderno di lavoro su lotta per la casa e capitale immobiliare

Una lettura necessaria per ragionare sulla militanza e le lotte sociali fuori dai grandi conglomerati urbani.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

I privati all’assalto della sanità (con l’appoggio del Governo)

Lo scorso 8 luglio Mediobanca ha dato notizia dell’aggiornamento del suo Report 2024 sui maggiori operatori sanitari privati in Italia (con fatturato superiore a 100 milioni) nel 2023.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Occupazioni a Torino: cronaca di un mese senza precedenti.

Una cronaca dalle occupazioni e autogestioni delle scuole torinesi del mese di ottobre.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Provocazione fascista al Liceo Einstein di Torino: la polizia carica gli studenti

Gli studenti hanno risposto alla provocazione gettando i volantini nel cestino, ma pronti a difendere i fascisti vi erano gli agenti della digos e la celere che sono intervenuti malmenando gli studenti e le studentesse, caricandoli e fermando un ragazzo di 15 anni con tanto di ammanettamento.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupazioni e proteste per la Palestina: gli aggiornamenti da Napoli, Torino e Verona

Proseguono le mobilitazioni in solidarietà con il popolo palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: cariche alla manifestazione in solidarietà alla popolazione palestinese e contro il governo Meloni “Blocchiamo Tajani”

Una manifestazione indetta per contestare la loro presenza come esponenti del Governo Meloni, complice di Israele nel genocidio in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nel Paese Basco meridionale: risposta antifascista contro i nostalgici di Franco

Durante il raduno, i sostenitori della Falange hanno moltiplicato i saluti fascisti, sfilando con bandiere spagnole e simboli della dittatura militare.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La Procura, la Mafia e il Dissenso in salsa torinese

Domenica 12 ottobre una intera pagina della Stampa di Torino era dedicata al “Dissenso violento”.
Una pagina immonda (così immonda che non ce la sentiamo di pubblicarla) frutto della ormai consolidata collaborazione tra stampa e procura: il giornalista ricopia fedelmente il dispositivo emesso dal Gip, parola per parola, e correda il tutto con fotografie, nomi e cognomi dei giovanissim3 attivist3.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Continuano le piazze per la Palestina e nella notte nuovo abbordaggio della Flottilla

Ieri, 7 ottobre, in particolare in due città italiane, Torino e Bologna, si sono tenuti appuntamenti per continuare la mobilitazione in solidarietà alla Palestina. Entrambe le piazze sono state vietate dalle rispettive questure in quanto considerate “inopportune”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Inaugurazione del Salone dell’Auto a Torino: la protesta silenziosa delle Red Rebels di Extinction Rebellion

La cerimonia di inaugurazione del Salone dell’Auto 2025 è stata disturbata da Extinction Rebellion, con la presenza muta e solenne delle Red Rebels. Una critica al modello di mobilità e sviluppo che ogni anno viene riproposto nel centro di Torino e una denuncia della presenza di aziende coinvolte nelle operazioni di Israele a Gaza e in Cisgiordania.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Aggiornamenti dalla Global Sumud Flottilla e dalle mobilitazioni in Italia per la Palestina

Ieri sera l’ultimo aggiornamento dai canali della Global Sumud Flottilla riportava un avviso da parte di diversi governi di un probabile attacco israeliano, nei fatti la notte è passata con droni che hanno sorvolato continuativamente le imbarcazioni.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nuovi attacchi alla Global Sumud Flottiglia

Nella notte tra martedì 23 e mercoledì 24 settembre la Global Sumud Flottilla è stata interessata da attacchi tramite bombe stordenti, gas urticanti e materiali chimici non meglio identificati, che hanno causato danni ad almeno 4 navi – mentre ne hanno colpite almeno 11- e disagio agli equipaggi. Già dalla sera di martedì erano stati […]