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Bologna: dopo 11 mesi, Loris torna in libertà

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Insieme a Parvis, Loris era stato esiliato da Bologna alla fine di aprile per aver difeso gli spazi di autogestione dentro l’università e per essersi opposto alla militarizzazione dell’ateneo, diventata ormai elemento permanente dell’Unibo indipendentemente dalle amministrazioni che la sostengono.

All’inizio di ottobre, nell’ambito della nostra campagna contro il confino e le misure cautelari, Loris ha rotto la misura del divieto di dimora, dimostrando così che queste misure non vanno accettate passivamente, ma è possibile rifiutarle e sconfiggerle attivamente.

Non è un caso che dopo anni in cui il divieto di dimora sembrava essere diventata una prassi giudiziaria consolidata, purtroppo accettata in silenzio, tale misura è stata politicamente incrinata e sconfitta.

È con questa determinazione che Loris ha affrontato i sei mesi di domiciliari, terminati per la fine dei termini della custodia cautelare. Si tratta della vistosa caduta di un altro pezzo di un castello accusatorio, quello della Procura, che ormai si è pietosamente sgretolato.

Nella gioia di rivedere Loris libero, ricordiamo che altri compagni e compagne sono ancora sottoposti a misure cautelari, a Bologna e in altre città. La battaglia va dunque avanti. La silenziosa accettazione è l’altra faccia della lamentosa vittimizzazione: entrambe sono inutili e perdenti. Anche questo terreno va dunque rovesciato in un campo di conflitto e di conquista di libertà collettiva.

Libertà di dimora

da osservatoriorepressione

 

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