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HubMeeting 2013: work in progress verso lo sciopero sociale

L’attesa seconda edizione dell’ Hub Meeting 2013 a Barcellona si è da poco conclusa con il saluto ai compagni e alle compagne occupanti del Palazzo La Dispersa, palazzo occupato e sottratto alla speculazione bancaria nel pieno centro della città, che ha ospitato tutte le assemblee e i workshop durante la tre giorni.
A breve aggiornamenti con interviste a caldo e dichiarazione finale dei partecipanti. 

Primi due giorni: impressioni a caldo

E’ trascorsa la seconda giornata della seconda edizione dell’ Hub Meeting presso il centro sociale occupato La Dispersa a Barcellona.
Giunti alla conclusione dei workshop incentrati sulle mobilitazioni che vedranno impegnati i movimenti sociali nella settimana dal 12 al 19 ottobre, ma già proiettate nel segno dell’oltre e della continuità, si possono tracciare le prime impressioni a caldo.
Le delegazioni presenti, che oltre al 15M di Barcellona vedono la partecipazione del 15M di Madrid, collettivi e attivisti italiani, polacchi, da Berlino, Cipro e Finlandia, si sono presentate e hanno scambiato le prime considerazioni nella giornata di venerdì, focalizzandosi da subito sullo sciopero sociale e il 15 Ottobre, giornata che i movimenti trasnazionali hanno saputo individuare come una data di lancio in cui sincronizzare le lancette dell’ orologio di lotta e mettere in pratica forme inclusive e radicali di sciopero capaci di andare al di là della dimensione simbolica e innervare le mobilitazioni nei territori.
Di fatto i workshop in gruppi ristretti che hanno caratterizzato la mattinata e il pomeriggio del sabato sono stati al’insegna di uno sforzo collettivo volto a definire con maggiore puntualità la caratterizzazione effettiva dello sciopero sociale inteso come processo capace di attivare forze sociali e dispiegarsi oltre le giornate di Ottobre.
A partire dalle differenti composizioni ed esigenze territoriali, sono state delineate le principali caratteristiche con cui declinare lo sciopero dal 15 ottobre: azioni radicali di blocco dei flussi della produzione e della circolazione, riappropriazione dei beni e dei servizi, raggiungendo anche attraverso campagne virali di comunicazione tutte le figure sociali che si vedono espropriate quotidianamente della ricchezza collettiva che concorrono a creare sotto il ricatto della precarietà, della disoccupazione e della mancanza di reddito.
Una giornata dunque che sia capace di esprimere nei territori tutte le potenzialità ricompositive sin qui sperimentate, e altre da sperimentare, al fine di estendere la lotta contro i governi dell’austerità dell’Europa come del Mediterraneo, in continuità con le lotte che dal 15 Ottobre 2011 ad oggi hanno informato e informano di un tessuto transnazionale quantomai vivo e pronto a mettersi in gioco ed innovare le proprie pratiche e radicalizzarsi.
– A margine dei workshop abbiamo avuto un interessante confronto con una compagna di Cipro, attiva e protagonista nelle lotte contro la militarizzazione della piccola isola del Mediterraneo. Queste lotte, che hanno visto il loro apice in una acampada presso il confine che demarca zona greca e turca del paese, sgomberata violentemente dopo sette mesi di resistenza, hanno preso piede sull’onda delle mobilitazioni globali del 15 Ottobre 2011, a riprova dell’importanza del piano transnazionale per liberare energie nei territori altrimenti latenti. Considerazioni che si rivelano interessanti alla luce dei tamburi di guerra che agitano l’area orientale del mediterraneo in queste settimane.
– Alla conclusione dei lavori dell’HubMeeting, abbiamo intervistato Judith,spagnola, attivista e occupante della Dispersa, per carpire le sue impressioni riguardo alla tre giorni e con lo sguardo rivolto alle mobilitazioni.
 
Ciao Judith, siamo giunti da poco alla conclusione di questa edizione dell’ Hub meeting. Hai qualche osservazione da fare a riguardo?
Ecco, credo che questo HubMeeting sia andato bene, perché abbiamo avuto la possibilità di lavorare in gruppi non troppo ampi, grazie ai quali abbiamo potuto scendere nel concreto a parlare su molte azioni e strategie comuni, mettendo a nudo quelle che sono le peculiarità dei singoli Paesi, come articolare uno sciopero sociale transnazionale che si faccia forza dalla coordinazione tra diversi Paesi, di modo che attraverso la messa in relazione di diverse modalità di azione nei territori, siano esse grandi o piccole, si possa conseguire una certa forza d’urto a partire dal giorno 15 di Ottobre in poi.
Credo che l’HubMeeting è stato pensato come uno spazio di lavoro sullo sciopero sociale, e questo obiettivo è stato perseguito, consci dell’importanza e della delicatezza del coniugare diverse realtà portandole a riflettere su un unico piano. Un piano così ampio e ricco di variabili e condizioni da considerare, quello transnazionale, rispetto al quale questo meeting è riuscito a stabilire un passaggio in avanti, dando ai movimenti sociali reali le basi per poter costruire un processo di lunga durata nel tempo.
– Con che spirito vi proiettate da Barcellona verso le settimane di Ottobre?
 
Ciò di cui si è parlato e convenuto è anche ciò che cercheremo di attuare a Barcellona nelle settimane di Ottobre. Ci sono diversi appelli e convocazioni per le date di mobilitazione, principalmente passando dalla settimana che va dal 12 al 19. Come attivisti della Dispersa, insieme a vari collettivi, ci concentreremo molto sul 15 di Ottobre nel lanciare iniziative e azioni che ci permettano di introdurre su un raggio allargato il concetto di sciopero sociale, alludendo a nuove forme di protesta e di lotta. Di fatto lo sciopero sociale qui a Barcellona si coniuga con la necessità di spingersi più in là di quello che sono sia le attuali manifestazioni, che gli scioperi lavorativi tradizionali, e ottimizzando le esperienze acquisite dal 2011, quando le masse si sono riversate in piazza non solo spontaneamente, ma grazie a un lavoro previo, dalle occupazioni di case qui a Barcellona, ad azioni di riappropriazione diretta in altri località della Spagna, e via dicendo. Prendendo spunto da queste ed altre esperienze, vogliamo portare avanti azioni concrete capendo quali siano possibili da realizzare e quali no, cercando di non fare troppe azioni disconnesse tra loro, bensì che sappiano dare una chiara indicazione massificabile di attacco all’austerità e di riappropriazione che siano parte di un processo lungo, in sintonia con le reti sociali transnazionali che si attiveranno in quella data e oltre.

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