InfoAut
Immagine di copertina per il post

Inizia la resistenza di Leningrado

||||

La data del 30 agosto 1941 segna l’effettivo inizio dell’assedio della città di Leningrado; giorno in cui si ebbe l’ultimo collegamento ferroviario con la città e in cui i soldati tedeschi raggiunsero il fiume Neva.

Ancora prima dell’invasione della Russia da parte delle forze naziste, il 22 giugno del 1941, furono messi a punto con l’Operazione Barbarossa i piani che portarono verso Leningrado forze consistenti in più di un milione di uomini, 600 carri armati e 1000 aerei. L’armata nazista prese il controllo di Leningrado nell’arco di quattro settimane, già dal 21 luglio del 1941: Hitler sembrava infatti ben deciso ad una rapida presa della città per utilizzare le stesse forze militari in vista di un attacco a Mosca. All’inizio dell’azione tutte le previsioni e le tappe vennero rispettate e mano a mano che i nazisti conquistavano territori, le truppe russe venivano messe in fuga.

Al comando dell’operazione c’era il feldmaresciallo Von Leeb al quale Hitler aveva ordinato di provocare all’esercito russo perdite assai più devastanti di quelle causate all’esercito francese; Leningrado era infatti destinata a diventare la prima grande città russa conquistata dai tedeschi.

In tutta la sua lunga storia Leningrado non era mai stata attaccata e ora i suoi abitanti si preparavano a difenderla. Sin dai primi giorni della guerra centinaia di migliaia di leningradesi si arruolarono nell’esercito formando intere divisioni militari.

La prima linea di difesa passava sulla Lugà, a un centinaio di miglia a ovest della città: questa linea fermò i tedeschi per qualche settimana. La seconda linea di difesa era collocata presso l’istmo di Karelia a circa 25 miglia da Leningrado, mentre il sistema di difesa estremo era collocato a circa 22 miglia dalla città per tutto il suo circondario.

I primi attacchi aerei sulla città cominciarono nella giornata del 6 di settembre e proseguirono per tutto il giorno. I russi attaccavano decisamente sulla linea della Lugà e i tedeschi ripiegavano verso nord, dove il cerchio si stringeva sempre di più attorno alla città. Nei primi di settembre i fascisti penetrarono nelle linee di difesa e, nonostante la resistenza, riuscirono comunque a giungere fino al lago Ladoga. Leningrado fu accerchiata.

Von Leeb cominciò l’attacco a Leningrado in condizioni di netta superiorità numerica di carri armati e aerei senza però riuscire a conquistarla per 900 giorni. Il maresciallo russo Žukov chiese l’invio di nuove riserve e riuscì a mettere insieme una notevole forza di 50.000 uomini cominciando il contrattacco. Egli ordinò: “Resistere o morire”.

L’inverno del 1941 arrivò presto e fu particolarmente rigido. Tutto ciò peggiorò in maniera significativa le condizioni degli abitanti di Leningrado, già svantaggiati dai blocchi delle vie di rifornimento. A novembre, la gente cominciò a morire di fame. Ma l’inverno, inaspettatamente, aprì la via della salvezza: il lago Ladoga a nord di Leningrado aveva una parte completamente congelata e da quel corridoio, denominato ”la strada della vita” i convogli facevano arrivare prodotti e portavano via persone.

La primavera del 1942 portò nuova speranza, ma non cancellò il ricordo: la città si ravvivò, benché non fosse una resurrezione quanto piuttosto una nuova fiducia nella vita. Molti cattivi profeti già prevedevano una repentina caduta dell’impero sovietico, invece i semplici cittadini, anche solo continuando le loro solite occupazioni diedero un grande impulso morale alla resistenza.

Era passato quasi un anno e Leningrado, nonostante tutto, viveva. L’armata tedesca si preparava ad affrontare il suo secondo inverno nei boschi intorno alla città e non sarebbe stato neanche l’ultimo.

Il primo grande attacco dell’esercito sovietico fu posto in essere da circa 200.000 soldati da nord su due fronti nel gennaio del 1944. La linea difensiva tedesca fu distrutta e furono portati attacchi da tre direzioni. Quando le truppe russe si ricongiunsero, fu ricostituito un golfo e Leningrado terminò di essere un’isola. L’assedio era finalmente terminato.

 

Dalla nera polvere, dal posto

Della morte e delle ceneri, risorgerà il giardino come prima.

Così sarà. Credo fermamente nei miracoli.

Sei tu che mi hai dato questa fede, mia Leningrado.

 

Olga Bergol’c

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

leningradonazistiresistenzarussia

Accadeva Oggi

  1. 1918

    Immagine di copertina per il post

    Gramsci–il nostro Marx

    Saggi su Marx. Antonio Gramsci – Il nostro Marx; da: “Il Grido del Popolo”, 4 maggio 1918. Il nostro Marx Siamo noi marxisti? Esistono marxisti? Buaggine, tu sola sei immortale. La questione sarà probabilmente ripresa in questi giorni, per la ricorrenza del centenario , e farà versare fiumi d’inchiostro e di stoltezze. Il vaniloquio e […]

  2. 1949

    Immagine di copertina per il post

    Il grande Torino e Superga

    Ci sono dei giorni che si vorrebbero cancellare dal calendario, dalla Storia. Dei giorni che si vorrebbe non fossero mai esistiti, e invece diventano parte della nostra memoria, diventano un pezzo irrinunciabile dei nostri ricordi. E’ quello che succede ogni 4 di maggio. Perchè la memoria corre al 4 maggio del 1949. Il giorno in […]

  3. 1978

    Immagine di copertina per il post

    Roberto Rigobello

    Roberto Rigobello, detto Rigo, muore poco più che ventenne nel corso di una rapina, colpito da un proiettile sparato da un agente di PS, il 4 maggio 1978 a Bologna. Roberto non era un rapinatore. La sua partecipazione a quell’azione era stata frutto di una scelta; un atto con il quale Rigo rivendicava la sua presa […]